Ricalcolo contributivo della pensione finale se si decide di uscire con quota 100 o quota 41: nuova proposta e cosa prevede
Occorre fare molta attenzione, perche nelle due formule che al momento sembrano andare per la maggiore, ovvero quota 100 e uota 41 come novità per le pensioni stesse e per le pensioni anticipate per uscire prima, ci sarebbe l'idea di basarsi sul ricalcolo contributivo con tutti gli efetti del caso.
Decidere di andare in pensione prima con quota 100 o quota 41 potrebbe costare in termini di consistenza dell'assegno pensionistico finale. Stando a quanto riportano le ultime notizie, infatti, la pensione anticipata con quota 100 e quota 41 potrebbe prevedere una penalizzazione per il ricalcolo contributivo. Vediamo di cosa si tratta.
Chi decide di andare in pensione prima con la quota 100 o la quota 41, stando a quanto riportano le ultime notizie relative ad una nuova proposta presentata dalla Lega, potrà andare in pensione anticipata a condizione di accettare il ricalcolo contributivo della pensione, basato esclusivamente sui contributi effettivamente versati nel corso della propria vita lavorativa, a partire dal 1996. A differenza del contributivo, il calcolo retributivo si basa sulla media degli ultimi redditi percepiti e considerando che a fine carriera, in linea teorica, si percepisce sempre più degli anni precedenti, è chiaro come si tratti di un sistema decisamente più vantaggioso.
Per coloro che invece calcolano la propria pensione finale con sistema misto, cioè coloro che hanno meno di 18 anni di contributi al 31 dicembre 1995, non cambierà nulla. Nessuna penalizzazione prevista. Non si può dire lo stesso per chi ha dai 18 anni di contributi in su al 31 dicembre 1995 e nessuna penalizzazione nemmeno per i cosiddetti contributivi puri.
Partendo dalla novità per le pensioni di quota 100, sistema che sommando età anagrafica ed età contributiva deve dare come risultato 100. La proposta di quota 100 che si discuterà per una revisione dell’attuale riforme delle pensioni Fornero ha come base i 64 anni di età e i 36 anni di contributi. Andare, dunque, in pensione anticipata con quota 100 risulterebbe più vantaggioso dell’attuale pensione anticipata che si raggiunge ‘solo’ a 41 anni e 10 mesi di contributi per le donne e con 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini, requisiti che dal prossimo 2019 aumenteranno ancora, raggiungendo i 42 anni e 3 mesi di contributi per l donne e i 43 anni e 3 mesi per le donne.
Passando alla quota 41, oggi valida solo per la pensione anticipata dei lavoratori precoci che abbiano versato almeno 12 mesi di contributi prima del 19esimo anno di età, permette, invece, di andare in pensione avendo maturato 41 anni di contributi indipendentemente dall’età anagrafica.