Cosa potrebbe cambiare per una vera e propria riforma delle pensioni dopo caduta governo Draghi e nuove elezioni dopo l’estate
Quali sono le idee dei partiti per le prossime elezioni di settembre-ottobre 2022 su pensioni anticipate e aumento importi? Dopo la caduta del governo Draghi e la decisione di andare al voto, seppur in un momento decisamente critico per la storia d’Italia e del mondo intero, le prossime elezioni, annunciate per il 25 settembre ma di probabile slittamento al 2 ottobre, saranno un terreno molto fertile di sconto sui principali temi che oggi interessano maggiormente i cittadini, da aumenti di pensioni e stipendi a riforma delle pensioni per uscite anticipate. Vediamo quali sono i punti su cui si potrebbe giocare la partita delle elezioni.
Poi lo scoppio del conflitto ucraino con tutte le conseguenze che ne sono derivate sul piano economico-finanziario ha bloccato il lavoro su una vera e propria riforma delle pensioni per cui mancavano le risorse economiche necessarie, dovendo dare priorità ad altre misure a sostegno di famiglie, lavoratori e imprese.
Nulla sulle pensioni anticipate è stato, infatti, inserito nel nuovo Def, Documento di economia e finanza che anticipa le misure ufficiali della nuova Legge di Bilancio, e nelle prospettive di Draghi c’era probabilmente solo l’idea di portare avanti ancora soluzioni ponte, come proroga di ape sociale e opzione donna, per evitare il pieno ritorno alla Legge Fornero dal primo gennaio 2023, quando il 31 dicembre si esaurirà la quota 102 che permette ora di andare in pensione prima a 64 anni di età e con 38 anni di contributi, per poi concentrarsi il prossimo anno su una concreta ed effettiva nuova riforma pensioni.
Con la caduta del governo Draghi, anche questo programma di lavoro sulle pensioni verrà meno, ma le nuove elezioni fissate saranno un’ottima occasione di rilancio di novità pensioni che rappresentano un tema caro ai cittadini, da sempre rilanciato dai sindacati, e che potrebbero portare alle diverse forze politiche molti, moltissimi consensi, a condizione che poi le promesse elettorali siano effettivamente mantenute.
In vista delle prossime elezioni di settembre, le forze politiche sembrano già pronte ad affrontare una campagna a colpi di provvedimenti, novità e misure per cittadini, lavoratori e pensionati, prime tra tutte nuove pensioni anticipate, per rivedere l’attuale legge Fornero che prevede requisiti di 67 anni di età e almeno 20 anni di contributi per andare in pensione di vecchiaia e di 42 anni e dieci mesi di contributi per gli uomini e un anno in meno per le donne a prescindere dal requisito anagrafico, nonché aumenti (necessari) degli importi delle pensioni.
Il M5S che ha portato alla caduta del governo molto si giocherà con le prossime elezioni ed è nei loro programmi rivedere le pensioni, sia con sistemi di uscita anticipata, sia per aumentarne gli importi. Punta il Ms5 su novità pensioni per andare in pensione prima e quota 41 per tutti ma anche misure per donne e giovani.
Quota 41 per tutti per permettere di andare in pensione con solo 41 anni di contributi e a prescindere dal requisito anagrafico è la misura su cui punta da sempre la Lega, che sostiene anche misure ad hoc per giovani e donne. Tutto il centrodestra sostiene la quota 41 per tutto e per Forza Italia Silvio Berlusconi rilancia sulle pensioni minime a 1.000 euro al mese per chi è privo di altri redditi.
Il Pd pensa ad un piano di pensione anticipata con sistema contributivo, rendere strutturale Ape social, da estendere a nuove categorie di lavori gravosi, nonché opzione donna ma anche incentivare l’adesione ai fondi pensione e introdurre un minimo vitale e definire misure ad hoc per caregivers e giovani con carriere discontinue, per esempio introduzione di una pensione di garanzia, riconoscimento di contributi figurativi, o, ancora, revisione del meccanismo di rivalutazione del montante contributivo.
Per aumentare le pensioni, obiettivo che sarà certamente fondamentale e tutte le forze politiche vi punteranno, al momento si discute del riconoscimento di un ulteriore bonus di 200 euro ma servirebbe una nuova decisione strutturale di aumento degli importi di pensione che al momento sono garantiti nel 2023 solo dalla nuova rivalutazione automatica ufficiale con indice all’1,9% invece che all’1,7% di quest’anno.