Come funziona la scelta e il passaggio al lavoro part time e cosa determina su retribuzioni e calcolo pensione finale
Fare un lavoro part time solitamente prevede il versamento di minori contributi previdenziali che determinano poi l'importo della pensione finale. Il contratto di lavoro part time è un contratto di lavoro subordinato a tempo determinato o indeterminato, sempre stipulato in forma scritta e che riporta tutte le indicazioni relative a durata della prestazione lavorativa, orario di lavoro, riferimento al giorno, alla settimana, al mese e all'anno.
Vediamo quanto incide un lavoro part time sul calcolo della pensione finale e quali sono le regole previste.
Per andare in pensione, dal primo gennaio 2019, è richiesto il raggiungimento di 67 anni di età e almeno 20 anni di contributi per la pensione di vecchiaia, o altrimenti per la pensione anticipata la maturazione di 42 anni e dieci mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e dieci mesi di contributi per le donne indipendentemente dall’età anagrafica. E poi ci sono le ultime novità di quota 100, proroga opzione donna, ape social prorogata, ecc.
In ogni caso, il calcolo dell’importo finale dipende dai contributi versati e l’assegno pensionistico viene calcolato con metodo contributivo o retributivo o misto. Ma quali sono le regole di calcolo della pensione finale per chi fa un lavoro part time?
Solitamente chi fa un lavoro part time non deve lavorare più a lungo di quanto normalmente previsto per il raggiungimento della pensione finale, non è previsto dunque alcun impatto del part time sull’età per la pensione, ma gli effetti si notano sull’importo della pensione finale che risulta più basso rispetto a chi svolge un lavoro full time non fosse altro che chi lavora a tempo pieno versa un maggior numero di contributi previdenziali rispetto a chi svolge un lavoro part time, nonostante, stando alle ultime notizie, per i dipendenti pubblici part time è prevista l’equiparazione dei contributi da lavoro part time a quelli da lavoro full time per la pensione finale.
Per la pensione finale nel settore privato, poi, le settimane, i mesi e gli anni di lavoro svolti in part-time (orizzontale o verticale) vengono calcolati come un impiego fulltime purchè venga rispettato il minimale Inps per il lavoro dipendente, che nel 2019 è di circa 205 euro settimanali.
E’ bene, però, fare una distinzione: chi decide di passare da un impiego ad un impiego part time dopo il 2011 vedrà gli effetti di questa scelta solo sulle quote pensionistiche degli ultimi anni di lavoro calcolate con metodo contributivo, perché l’attuale legge pensionistica ha esteso il sistema contributivo anche a chi aveva almeno 18 anni di contributi al 31 dicembre 1995 per cui anche in tali casi il calcolo della pensione finale dipenderà dai contributi versati dal lavoratore.
Alla luce delle novità pensionistiche introdotte dalla riforma pensioni Fornero, considerando che nel sistema contributivo, il versamento dei contributi dipende dalla retribuzione del lavoratore, una riduzione dello stipendio mensile per impiego part time prevede un valore inferiore di contributi previdenziali per il calcolo del montante complessivo della pensione.
La pensione con sistema contributivo è, infatti, il risultato del montante contributivo individuale (per il part time il 33% della retribuzione, decisamente inferiore a quella di un lavoratore full time) moltiplicato per il coefficiente di trasformazione. Per il calcolo della pensione con lavoro part time si prende in considerazione quanto percepito negli ultimi due anni di lavoro.
Per fare un esempio di pensione finale con part time, prendendo il caso di un lavoratore del settore privato che ha lavorato 35 anni a tempo pieno e altri 8 anni con lavoro part time, con un reddito annuo al minimale Inps stabilito di 205 euro settimanali, al termine della carriera lavorativa avrà un'anzianità contributiva di 43 anni (35+8=43) che gli permetterebbe di andare in pensione anticipata.
Nel settore pubblico il part time, per cui solitamente si opta eventualmente a fine carriera, in prossimità della pensione, implica un calcolo inferiore della pensione finale. Se, infatti, nel settore privato i periodi di lavoro part time, sia orizzontale che verticale, vengono calcolati come quelli svolti in full time a patto di rispettare, come sopra detto, il minimale Inps per il lavoro dipendente, nel settore pubblico questa condizione non sussiste.
Per i dipendenti del pubblico impiego e statali, infatti, gli anni di servizio ad orario ridotto sono da considerarsi utili per intero per coloro che sono entrati o entreranno nel mondo del lavoro dopo il 1995 e che per andare in pensione di vecchiaia devono avere un assegno previdenziale pari ad almeno 1,5 volte il valore dell’assegno sociale, vale a dire circa 650 euro al mese. Quando, invece si raggiungono i 70 anni di età si può andare in pensione a prescindere dall’importo.
Per la determinazione della pensione con part time, l’Inps calcola complessivamente l'anzianità lavorativa relativa ai periodi di lavoro a tempo pieno e proporzionalmente all'orario effettivamente svolto e l'anzianità maturata nei periodi di lavoro part time.
In questo caso il numero delle settimane utili Inps per il calcolo della pensione finale di calcola dividendo l'orario di lavoro part time per il numero delle ore settimanali previste dal contratto collettivo per il tempo pieno. Il risultato viene arrotondato all'unità superiore.
Se viene rispettata la retribuzione imponibile minima settimanale, le settimane da accreditare non prevedono alcuna riduzione in caso di lavoro part time ma la riduzione di orario comporta effetti, spesso di riduzione, nel calcolo della pensione finale.
Anche i lavoratori della scuola possono scegliere per l’orario part time o scuola o passare da impiego full time a impiego part time. Il passaggio da impiego full time a impiego part time avviene con contestuale attribuzione del trattamento pensionistico (pensione più part-time). La richiesta deve essere presentata con unica istanza tramite il servizio Istanze online. La durata minima del lavoro part time deve essere pari almeno al 50% di quella a tempo pieno e il docente riceve la retribuzione in misura proporzionale alle ore di servizio prestate.
Nei casi dei lavoratori della scuola in part time spesso si ricorre al versamento dei contributi volontari per integrare i contributi utili ai fini pensionistici. Il versamento dei contributi volontari integrerebbe i periodi di lavoro part time e si possono versare i contributi se si chiede l’autorizzazione ai versamenti volontari che può essere concessa. I lavoratori part time per la richiesta di autorizzazione al versamento dei contributi volontari devono avere almeno un anno di contribuzione versata e devono presentare domanda all’Inps esclusivamente in via telematica tramite il servizio dedicato sul sito ufficiale dell’Istituto.