Andare in pensione quando si vuole ma a condizione di calcolare la propria pensione solo con contributi versati: cosa prevede nuova idea Governo per novità pensioni
Si preparano a cambiare ancora le pensioni: il Governo Draghi pensa a come riformare il sistema pensionistico a prescindere dalle misure cosiddette ponte che dovrebbero essere in vigore, stando a quanto riportano le ultime notizie, dal primo gennaio 2022.
Stiamo parlando della quota 102 dal prossimo primo gennaio che si prepara a sostituire la quota 100 verso l’esaurimento, permettendo ai lavoratori di andare ancora in pensione prima rispetto ai normali requisiti pensionistici richiesti per andare in pensione di vecchiaia, vale a dire 67 anni di età e almeno 20 anni di contributi, come delle ulteriori proroghe di ape social e opzione donna, con le varie modifiche che presenteranno.
Vediamo ora qual è la nuova idea del governo Draghi per permettere a tutti di andare in pensione quando si vuole e relativi limiti.
I lavoratori potrebbero, dunque, decidere di andare in pensione quando si vuole, superando le norme imposte dalla riforma pensioni Fornero ma con alcuni limiti e condizioni. Decidendo di andare in pensione quando si vuole, si accetta di calcolare la pensione finale esclusivamente con sistema contributivo, vale a dire considerando solo i contributi effettivamente versati nel corso della propria vita lavorativa.
Questo nuovo meccanismo di flessibilità in uscita per tutti a fronte del solo calcolo contributivo della pensione finale potrebbe prendere il via dal 2023, dopo, dunque, la nuova quota 102 ormai confermata per il prossimo anno, e prevedendo lo stesso funzionamento oggi previsto per opzione donna.
Le lavoratrici dipendenti e autonome hanno oggi ancora la possibilità di andare in pensione prima, rispettivamente a 58 e 59 anni che dal prossimo anno diventeranno 59 e 60 anni, con 35 anni di contributi ma accettando il calcolo del trattamento pensionistico finale solo con metodo contributivo, il che significa accettare tagli, secondo le stime anche oltre il 30%, della pensione finale.
Poi chiaramente tagli e riduzioni della pensione finale per effetto del calcolo contributivo variano e dipendono da caso a caso.
Anche con le novità pensioni di flessibilità in uscita per tutti con calcolo contributivo della pensione finale eventuali riduzioni dell’assegno finale saranno molto variabili e se un lavoratore nel corso della sua vita lavorativa ha sempre versato contributi elevati, pur decidendo di andare in pensione prima potrebbe comunque percepire una pensione dignitosa.
La nuova idea del Governo Draghi per permettere a tutti di andare in pensione quando si vuole a condizione di calcola la pensione finale con sistema contributivo, come accennato, potrebbe diventare realtà solo dal 2023.
Il prossimo 2022 sarà, dunque, ancora un anno di transizione per le novità pensioni ed è stata già confermata la nuova quota 102 al posto della quota 100. Il funzionamento della quota 102 per il 2022 è uguale a quello della quota 100 ma con modifiche dei requisiti per l’uscita.
Se, infatti, la quota 100 ancora fino al 31 dicembre 2021 permette di andare in pensione prima a 62 anni di età e con almeno 38 anni di contributi, per cui la quota 100 deriva da somma di età anagrafica ed età contributiva, la quota 102 permetterà di andare in pensione prima ma a 64 anni di età e 38 anni di contributi.
Per il 2022 confermate ancora ancora ape social, con estensione della platea dei beneficiari, e opzione donna, permettere alle donne lavoratrici di andare in pensione prima, ma con modifiche dei requisiti anagrafici per l’uscita.