Pensioni nuovo tavolo Sindacati Governo riforma
Misure che accompagnare alla pensione le vittime della crisi economica a causa del coronavirus, uscita a 62 anni, quota 41 per tutti e non solo: nuove proposte dei sindacati sul tavolo del governo
Al via il nuovi tavoli tra governo e sindacati per la riforma delle pensioni 2020-2021, percorso già iniziato nei mesi scorsi, poi interrotto a causa della pandemia per la diffusione del Covid 19 e che riprenderà certamente con i toni di collaborazione e condivisione con i quali erano partiti i primi tavoli tenutisi ad inizio anno ma forse con qualche contenuto diverso.
Stando a quanto riportano le ultime notizie, il ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo, avrebbe convocato per domani, martedì 28 luglio, alle 11, i sindacati Cgil, Cisl e Uil per l'avvio di un tavolo tecnico di studio sulla nuova riforma delle pensioni 2020-2021.
Quali saranno le misure in discussione sul tavolo? Tante ancora le incertezze con un’unica certezza: la quota 100 resterà fino alla sua naturale scadenza, vale a dire fino a fine 2021, per poi dare il via ufficiale a novità concrete a partire dal primo gennaio 2022.
Le proposte di riforma delle pensioni 2020-2021 in discussione per riformare l’attuale sistema pensionistico sono diverse finora già presentate dai sindacati e Roberto Ghiselli, segretario confederale della Cgil, ha spiegato che le proposte che saranno riportate in sede di confronto mirano certamente a riformare la legge Fornero sulle pensioni.
Le recenti dichiarazioni di Roberto Ghiselli confermano sostanzialmente le posizioni dei sindacati, che già prima della pandemia avevano più volte ribadito le novità pensioni per loro necessarie come:
I sindacati chiedono, inoltre, di riprendere le discussioni sul tema esodati, con l’estensione dell’ottava salvaguardia a tutti coloro che maturano i requisiti entro il 2021 ma anche di definire nuove misure per accompagnare alla pensione tutti coloro rimasti ‘vittime’ dell’emergenza coronavirus e della crisi economica scaturita tra chiusure e ristrutturazioni aziendali e per favorire l’assunzione di giovani.
Dal canto suo, il governo, nonostante le pressione da parte di alcuni Stati Ue, in sede di approvazione del Recovery Fund, per l’abolizione anticipata della quota 100, che costerebbe molto a fronte di un rilancio dell’occupazione nullo, tra pensionamenti anticipati e nuove assunzioni, implicando costi per le uscite ma nessuna nuova spinta all’occupazione, ha ribadito che la quota 100 per andare in pensione prima a 62 anni di età e con 38 anni di contributi non si toccherà fino alla fine del prossimo anno.