Pensioni anticipate, no al sistema delle quote dai sindacati che rilanciano altre proposte

di Marianna Quatraro pubblicato il
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Alt dai sindacati all’idea del governo di novità pensioni con quota 101: cosa prevede la proposta dell’esecutivo e posizione delle forze sociali

I sindacati bloccano l’idea del governo di una riforma delle pensioni con un rivisto sistema delle quote. Ad esprimere chiaramente la posizione delle forze sociali è stato Roberto Ghiselli, Segretario confederale della Cgil, che ha espresso l’alt all’idea del governo di quota 101.

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Con l’esaurirsi della quota 100, come ben spiegato fino ad oggi, il rischio è che si crei uno scalone tra coloro che fino al termine della quota 100 potranno andare in pensione prima a 62 anni di età e con 38 anni di contributi e coloro che dal primo dicembre 2022 non potranno più usufruire di tale possibilità per la pensione anticipata.

Governo e sindacati sono a lavoro per la definizione di novità pensioni anticipate e mentre i sindacati continuano a ribadire la richiesta di un abbassamento dell’età pensionabile per tutti da 67 a 62 anni di età fermo restando il requisito contributivo dei 20 anni, il governo, stando a quanto riportano le ultime notizie, punta su un nuovo sistema di quote.

Il ministro della Pubblica Amministrazione, Fabiana Dadone, solo qualche giorno fa spiegava la nuova proposta di quota 101 come riforma organica del sistema e non come soluzione temporanea, sulla scia della quota 100 ma con requisiti differenti.

L’idea sarebbe di permettere di andare in pensione a 63 anni di età, e non più a 62, e sempre con 38 anni di contributi, finanziando la misura con i risparmi derivanti da quota 100. Ma alla proposta del sistema delle quote del governo è arrivato un netto alt da parte dei sindacati.

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Stando a quanto riportano le ultime notizie, il segretario confederale della Cgil Ghiselli avrebbe chiaramente spiegato come la quota 101 non sia particolarmente adeguata come novità pensione anticipata per una riforma previdenziale organica, come detto dal ministro della P.A.

Ghiselli ha fortemente criticato la proposta di quota 101, spiegando che, basandosi il sistema delle quote su età e anni di contributi in un sistema contributivo dove valgono soprattutto montante contributivo e coefficiente di trasformazione ai fini del calcolo della pensione finale, e prevedendo un’età alta, soprattutto per giovani e donne, la quota 101 non appare poi così adeguata per una revisione pensionistica che risulti positiva per tutti.

Dello stesso parere anche gli altri sindacati: per le forze sociali la soluzione migliore per una revisione delle attuali pensioni sarebbe quella di una flessibilità in uscita che:

  • permetta di andare in pensione ad almeno 62 anni di età a tutti e con 41 anni di contributi indipendentemente dall’età anagrafica;
  • riconosca il lavoro delle donne e di cura con contributi figurativi o una pensione ad hoc con minor età e contributi
  • preveda misure ad hoc per lavori più pesanti e gravosi e per il lavoro discontinuo anche in questo caso con contributi figurativi o una forma di pensione anticipata dedicata