Pensioni calcolo sistema misto contributivo e retributivo 2022. Esempi, regole, simulazione

di Marianna Quatraro pubblicato il
Pensioni calcolo sistema misto contribut

Pensioni calcolo sistema misto contributivo e retributivo 2022. Esempi, regole, simulazione

La riforma delle pensioni Fornero, oltre ad aver previsto per tutti aumenti dell'età pensionabile ogni due anni e indipendentemente dalla categoria di lavoratori cui si appartiene, penalizzando fortemente alcune persone, come lavoratori usuranti e precoci e lavoratori della scuola, ha anche esteso il sistema di calcolo contributivo della pensione a tutti. Ciò significa che tutti coloro che andranno in pensione dovranno calcolare il loro trattamento pensionistico finale esclusivamente sulla base di contributi previdenziali effettivamente versati.

Un sistema decisamente meno vantaggioso e conveniente rispetto al vecchio retributivo, che invece prevedeva il calcolo della pensione finale basato sugli ultimi stipendi percepiti negli ultimi cinque anni di carriera, quando gli assegni, all'apice della vita professionale, sono chiaramente più alti. Come si calcola la pensione con i diversi sistemi, misto, contributivo o retributivo 2022? Vediamo insieme come calcolare la pensione finale e i diversi sistemi.

Pensione 2022, calcolo con sistema misto

Il calcolo della pensione finale con sistema misto prevede di considerare il calcolo con metodo retributivo fino al 31 dicembre 1995 e dal primo gennaio 1996 il calcolo con metodo contributivo e vale anche per chi al 31 dicembre 1995 lavorava ma non aveva maturato 18 anni di contributi. I lavoratori che, dunque, al 31 dicembre hanno maturato meno di 18 anni di contribuzione calcolano la pensione con retributivo fino al 31 dicembre 1995 e poi contributivo.

Pensione 2022 sistema contributivo, come fare calcolo

Dal 1995 la pensione finale si basa sui contributi previdenziali effettivamente versati, il che significa che al momento della pensione la dote accumulata da ogni lavoratore si trasforma in rendita mensile tramite un coefficiente che considera età e aspettative di vita. L’importo della pensione con il sistema contributivo si basa dunque sul montante contributivo individuale costituito dai contributi annuali versati ai quali sarà applicato il coefficiente di trasformazione. A fine anno la contribuzione ottenuta si rivaluta al tasso di capitalizzazione, dato dalla variazione media del Pil del quinquennio precedente, calcolato dall’Istat. La rivalutazione avviene al 31 dicembre di ogni anno con effetto sulle pensioni con decorrenza primo gennaio dell’anno successivo. Per il calcolo della pensione con sistema contributivo bisogna individuare la retribuzione annua dei lavoratori dipendenti o i redditi conseguiti dai lavoratori autonomi e parasubordinati; calcolare i contributi di ogni anno sulla base dell’aliquota vigente; applicare al montante contributivo il coefficiente di trasformazione.

Per il calcolo contributivo della pensione, il lavoratore provvede, con il concorso dell’azienda, ad accantonare annualmente: nel caso dei lavoratori subordinati, il 33% del proprio stipendio, di cui, più precisamente, il 23,81% è a carico dell’azienda, mentre il restante 9,19% a carico del lavoratore; nel 2022, la quota a carico del dipendente sale al 10,19% per la sola fascia di retribuzione mensile che supera i 3.929 euro; mentre nel caso dei lavoratori autonomi, l’aliquota per artigiani, commercianti e coltivatori diretti, a partire dal 2022 è stata fissata in misura pari al 24% del reddito. Al momento della liquidazione della pensione, il montante contributivo individuale viene moltiplicato per il coefficiente di trasformazione, che aumenta proporzionalmente all’aumentare dell’età di pensionamento. I coefficienti, dopo la Riforma Fornero, vengono aggiornati ogni triennio, in corrispondenza dello scatto degli adeguamenti alla speranza di vita.

E così, un ragazzo che ha iniziato a lavorare a 27 anni d’età, con uno stipendio di 15 mila euro, il primo anno accantona 4.950 euro (il 33% di 15 mila), il secondo anno ne accantonerà 5.115 (il 33% dello stipendio di 15.500 euro) e così via. Dopo 40 anni di lavoro, fermo restando il requisito anagrafico per l’uscita a 67 anni di età, supponendo che abbia accumulato 300 mila euro, il montante accumulato gli permetterà di avere una pensione annua di 17.100 euro, per un assegno mensile di 1.316 euro al lordo dell’Irpef.

Pensione 2019 sistema retributivo come si fa calcolo e simulazione

Il calcolo della pensione finale 2022 con sistema retributivo vale fino al 31 dicembre 2011 e poi si calcola la pensione con sistema contributivo e vale anche per chi aveva maturato almeno 18 anni di contributi al 31 dicembre 1995. Il sistema retributivo si basa sulle retribuzioni percepite dal lavoratore durante la carriera e si basa su due quote: quota A per l’anzianità contributiva precedente al 31 dicembre 1992 e quota B per l’anzianità contributiva successiva al pimo gennaio 1993. Per la quota A si calcola la retribuzione giornaliera pensionabile facendo una media delle migliori 540 retribuzioni giornaliere, mentre per la quota B, la retribuzione giornaliera si calcola considerando un determinato numero di retribuzioni variabile a seconda della tipologia di raggruppamento alla quale appartiene il lavoratore. Per il calcolo della pensione si sommano queste due quote. Delle migliori retribuzioni, sia della quota A che della B, viene riconosciuto un 2% per ogni anno di lavoro svolto dal soggetto che va in pensione e il limite massimo è di 40 anni di contributi, il che significa che al lavoratore viene riconosciuto l’80% della media delle migliori retribuzioni percepite durante la propria carriera.

Per l’aliquota di rendimento al 2%, non bisogna superare una fascia di retribuzione annua di importo pari a 46.630mila euro. Per il calcolo della retribuzione media, la retribuzione percepita negli anni antecedenti il pensionamento è soggetta ad una rivalutazione e per le anzianità fino al 31 dicembre 1992 la rivalutazione è pari all'incremento del costo della vita, mentre per le anzianità successive è pari all'incremento del costo della vita più un punto percentuale all'anno.

Le fasce di retribuzione per le relative aliquote di rendimento vengono fissate ogni anno dall’Inps. Stando a quanto stabilito dalla riforma Fornero, il sistema di calcolo retributivo è stato abolito per tutti i lavoratori a partire dal primo gennaio 2012 anche se continua ad essere applicato per determinare una parte dell'importo della pensione per i lavoratori che hanno maturato un’anzianità contributiva prima del 1996.

Valore pensione finale, simulazione INPS

Per conoscere quanto si prenderà di pensione finale e simulare l’assegno, dal maggio 2015 l’Inps ha messo a disposizione dei contribuenti ‘La mia pensione’, servizio di simulazione per il calcolo della pensione che permette di verificare l’importo dei contributi versati e di stimare l’importo presunto dell’assegno pensionistico spettante, in modo da sapere quanto si percepirà ed eventualmente cercare di rendere più cospicuo il proprio assegno finale. Al servizio si accede dalla pagina ‘La mia pensione futura’, dove si possono controllare i contributi versati all’Inps, conoscere la data in cui si matura il diritto alla pensione di vecchiaia o anticipata, calcolare l’importo stimato a prescindere dall’inflazione. E poi ci sono le cosiddette buste arancioni che l’Inps invia ai lavoratori con l’estratto contributivo e la simulazione dell’importo della pensione futura. Oltre a questo è utile conoscere le regole e procedere con il calcolo delle pensione dal lordo al netto e fare un calcolo e conteggio anche sulle tasse da considerare con relativi esempi e casi concreti