Pensioni invalidita importo incostituzionale tribunale Cosa succede
Pensioni di invalidità troppo basse: atteso pronunciamento della Corte Costituzionale. Quali conseguenze potrebbero esserci
Si attende il pronunciamento della Corte Costituzionale su una questione delicata quanto mai importante relativa all’importo delle pensioni di invalidità giudicato troppo basso attualmente per sostenere e soddisfare le esigenze di chi ha disabilità. Vediamo cosa è stato detto relativamente all’importo incostituzionale delle pensioni di invalidità e cosa potrebbe succedere dopo la sentenza della Corte Costituzionale.
L’importo di 286 euro mensili delle pensioni di invalidità per chi ha un reddito inferiore ai 16.982,49 euro è stato definito troppo basso, insufficiente per soddisfare le esigenze più elementari di vita delle persone invalide e con disabilità. E’ questa la storica sentenza pronunciata dal giudice della sezione lavoro della Corte d’Appello di Torino che ha parlato di assegni incostituzionali e che porta ora il caso sul tavolo dei giudici della Corte Costituzionale.
Tocca, infatti, alla Consulta pronunciarsi sulla questione con una sentenza che comunque resterà storica perché definirà una volta per tutte le linee definite di una questione in discussione da ormai troppo tempo.
Stando a quanto stabilito dalla Corte d’Appello, l’importo delle pensioni di invalidità violerebbe il principio di uguaglianza, ponendo a confronto l’importo della pensione di inabilità, corrisposta agli inabili a lavoro di età compresa tra i 18 e i 65 anni, e l’importo dell’assegno sociale corrisposto agli over 66 anni in possesso di specifici requisiti reddituali, meno favorevoli di quelli di riferimento per il riconoscimento della pensione di inabilità.
E’ stato, dunque, considerato ingiusto che un invalido civile percepisca meno rispetto ai beneficiari i dell’assegno sociale, 286,81 euro per le pensioni di invalidità contro i 459,83 euro dell’assegno sociale, considerando che invalidi e disabili hanno necessità di soddisfare spese e altre esigenze che comportano un costo irrinunciabile. Ma non sono i 286 erogati che possono concorrere a soddisfare tali esigenze.
La sentenza della Corte Costituzionale sull’importo delle pensioni di invalidità erogate a chi è invalido fino al 100% potrebbe rivelarsi cruciale e portare modifiche su tutte le pensioni con conseguenze sulle casse dell’Inps.
Se, infatti, l’importo sarà confermato troppo basso e, dunque, da aumentare, i conti potrebbero non quadrare, soprattutto a seguito dell’emergenza coronavirus che ha portato all’erogazione, da parte dell’Inps, di cassa integrazione e ulteriori misure di sostegno a lavoratori e famiglie.
Inoltre, se la Corte Costituzionale dovesse decidere per un aumento delle pensioni di invalidità, dovrebbero di conseguenza essere aumentati gli importi dei normali assegni pensionistici e il tutto si tradurrebbe anche in un forte incremento della spesa pubblica, che non si sa se al momento sarebbe o meno sostenibile.
La vicenda degli importi delle pensioni di invalidità troppo basse in attesa di pronunciamento da parte della Corte Costituzionale e su cui si è espressa la Corte d’Appello di Torino è nata da un ricorso presentato da una donna invalida al 100% di 47 anni, titolare sia dell'assegno di invalidità civile e sia dell'indennità di accompagnamento. La donna percepiva tutti i mesi 286,66 euro mensili con l'integrazione di 10,33 euro per assegno di invalidità e 515,43 euro mensili per indennità di accompagnamento.
I giudici piemontesi hanno chiarito e asserito che ogni cittadino inabile al lavoro e che non abbia i mezzi necessari per vivere ha diritto al mantenimento e all’assistenza sociale.
Tuttavia, l’importo da 286 euro al mese ad un invalido al cento per cento non permette, secondo i giudici, di soddisfare le esigenze di mantenimento e assistenza sociale e hanno rimandato la questione alla Consulta. Ora bisogna attendere il verdetto della Consulta e capire quali eventuali conseguenze importanti potrebbe avere.