Aumenti degli importi mensili, nuove possibilità di uscita anticipata e ulteriori controlli: quali sono le novità pensioni attese per luglio
Quali sono le diverse novità pensioni attese a Luglio (e non si tratta solo degli aumenti importi e quattordicesima)? Luglio si presenta come un mese importante per le pensioni, mentre si continua a lavorare per la definizione di ulteriori novità che potrebbero arrivare o con nuovo decreto ad hoc, o con la prossima riforma fiscale a settembre-ottobre, o, molto più probabilmente, nella nuova Manovra Finanziaria 2023. E si tratta di novità che dovrebbero riguardare soprattutto le pensioni anticipate.
L’aumento delle pensioni minime spetta, in particolare, a tutti i pensionati che percepiscono l'assegno minimo, che aumenta dell’1,5%, mentre per i soggetti over 75 l’aumento arriva al 6,4%.
Gli aumenti stabiliti per chi percepisce pensioni minime passano dagli attuali 563,74 a 572,20 euro e per gli over 75 le pensioni minime aumentano da 563,74 a circa 600 euro, precisamente 599,82 euro. Tali importi aumentano ancora per effetto del pagamento dei relativi arretrati da calcolare.
L’aumento delle pensioni minime viene, infatti, erogato dall’Inps per il periodo compreso tra il primo gennaio 2023 e dicembre 2024.
Passando alla quattordicesima che aumenta ancora gli importi delle pensioni di luglio, l’Inps la riconosce a tutti i pensionati con reddito fino a 14.657,24 euro lordi all'anno. La quattordicesima mensilità viene riconosciuta d’ufficio non a tutti i pensionati ma solo a coloro che hanno almeno 64 anni di età (compiuti entro il 30 giugno 2023) e siano già titolari di una delle seguenti prestazioni:
I nuovi controlli sulle pensioni di reversibilità sono stati avviati dall’Inps dopo la recente sentenza della Corte Costituzionale secondo cui l’importo delle pensioni di reversibilità deve essere decurtato per la quota maggiore di pensione in base alla cumulabilità con gli altri redditi, soprattutto da lavoro.
In particolare, i controlli Inps sulle pensioni di reversibilità interessano i pensionati appartenenti al regime pubblico (Ex-Inpdap) e si stanno effettuando con incrocio dei dati dell’Agenzia delle Entrate e si prospettano per molti rimborsi della somma in più indebitamente percepita.
Il rimborso, se dovuto, dovrà avvenire con la rata di pensione del mese di agosto 2023 e con trattenute di un quinto dell'importo complessivo della pensione, compresa d'indennità integrativa speciale, al netto dell'Irpef e in un massimo di 60 rate.
Se l'importo pensione interessata dal debito non basta per rimborsare la somma richiesta e il pensionato risulta titolare anche di altra pensione diretta di gestione pubblica, allora l’importo residuo può essere automaticamente recuperato anche su tale trattamento.
Continua poi a luglio la possibilità di chiedere l’anticipo della pensione con nuovo sistema riunione dei contributi previdenziali Inps versati in diversi enti per andare in pensione prima senza alcun onere a carico del lavoratore.
Il nuovo sistema al via a giugno di uscita anticipata interessa i lavoratori autonomi e professionisti iscritti alle Casse private previdenziali, dando loro la possibilità di riunire tutti i contributi versati in diversi enti per una più semplice ricostituzione della propria storia pensionistica in una sola gestione previdenziale, riunendo tutti i contributi versati nel corso della propria vita lavorativa in un unico ente, agevolando il momento dell’uscita e azzerando anche costi per i lavoratori.
Il nuovo sistema di uscita anticipata a potrebbe prevedere, però, lievi riduzioni degli importi finali di pensione a causa del tasso di ricalcolo al 4,5%, più alto del normale per effetto dell’andamento dell’inflazione arrivata alle stelle, considerando che gli scorsi anni il rendimento per il calcolo del montante era all’1% circa.
A luglio dovrebbero essere poi in programma nuovi incontri tra governo e sindacati (uno o forse anche due) per lavorare ancora sul nuovo piano pensioni da definire dopo l’ultimo incontro che i sindacati hanno definito piuttosto deludente e poco interlocutorio.
Il governo Meloni apre a novità per le pensioni pur avendo chiaramente dichiarato di non poter procedere ad una vera e propria riforma strutturale delle pensioni 2024 per mancanza di risorse economiche necessarie. E sono diversi i punti su cui si prepara ad andare avanti, da rafforzamento del sistema previdenziale, con particolare attenzione alle pensioni future perché è necessario garantire la tenuta del sistema, a revisione della tassazione sulla previdenza complementare, sconti per il riscatto della laurea e istituzioni di pensioni di garanzia ad hoc.
Sembra che il piano del governo per novità pensioni parta dalle pensioni integrative dei giovani, per favorire l’accumulo di risorse nel corso della vita lavorativa e spingere al risparmio previdenziale fin dai primi anni di lavoro, in modo da riuscire a raggiungere una pensione finale che consenta di vivere una vita dignitosa.
Continua nel frattempo a luglio anche il lavoro del nuovo Osservatorio per il monitoraggio, la valutazione dell'impatto della spesa previdenziale e l'analisi delle politiche di revisione del sistema pensionistico creato proprio sulle pensioni con apposito decreto, per capire come e quando agire sulle pensioni in base alle risorse economiche a disposizione.
L’istituzione del nuovo organismo tecnico ha, infatti, il compito di monitorare l'andamento della spesa pensionistica e la composizione della spesa previdenziale per formulare, successivamente, proposte idonee per la revisione del sistema pensionistico, sia nel senso delle pensioni anticipate, considerando che il prossimo 31 dicembre si esaurisce la quota 103, e sia per arrivare finalmente alla netta separazione tra spesa prettamente previdenziale e spesa assistenziale.
L’obiettivo principale è però quello di definire novità per le pensioni anticipate, con la revisione reale e concreta degli attuali requisiti pensionistici considerati da sempre troppo rigidi, che prevedono il raggiungimento di 67 anni di età e almeno 20 anni di contributi per la pensione di vecchiaia e di 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi di contributi per le donne, indipendentemente dal requisito anagrafico, per la pensione anticipata ordinaria.
E sempre a luglio si potrebbero attendere ulteriori indiscrezioni su ciò che il governo intenderà fare per la rivalutazione pensionistica 2024 che, forse anche il prossimo anno come già accaduto quest’anno, potrebbe non essere completamente piena, e non solo per via delle nuove sei percentuali rivalutative delle pensioni decise dal governo lo scorso anno già in sostituzione delle precedenti tre e che hanno ridotto gli aumenti attesi, ma anche per via della definizione di un possibile tasso di rivalutazione più basso di quello che dovrebbe in base all’andamento dell’inflazione.
Si avranno però conferme in merito solo in autunno, presumibilmente nei mesi di ottobre-novembre quando, come di consueto, sarà stabilito l’indice di rivalutazione provvisorio per la perequazione delle pensioni 2024 che scatterà a gennaio.