Pensioni, due errori sempre più diffusi nel calcolo età e su importo

di Marianna Quatraro pubblicato il
Pensioni, due errori sempre più diffusi

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Quali sono i due errori più comuni di errore di calcolo della pensione finale: età e importi spesso errati. Motivi e cosa fare

Sono ormai particolarmente frequenti due errori nel calcolo dell’età per la pensione dei lavoratori. Ma non solo: diversi errori sono emersi anche nel calcolo delle età per l’uscita e, stando alle ultime notizie, i problemi deriverebbero dall’Inps stesso. Sono diversi i pensionandi che si chiedono, però, come si potrebbe ovviare ad eventuali problemi di calcolo. Quali sono i due errori più diffusi nel calcolo della pensione?

Errori diffusi in calcolo pensione, sbagli per età e importo erogato

Per il calcolo della pensione finale, stando alle regole, bisognerebbe considerare giorni e anni lavorativi ma, come fatto notare da numerosi pensionandi nei vari Gruppi Facebook, il sistema di calcolo dell’Inps per l’erogazione della pensione finale considera le settimane e questo sistema di calcolo si traduce per alcuni lavoratori in tempi di uscita più tardi rispetto a quanto stimato. 

IL sistema dell’Inps  per la pensione, dunque, considera le settimane di contributi e non i giorni o gli anni e in questo modo l’Inps corregge gli errori in eccesso sul numero delle settimane ma non quelli in difetto e ciò significa, per esempio, che per non aver lavorato una data settimana e versato quindi contributi, secondo i calcoli bisogna lavorare ancora un mese per raggiungere effettivamente la pensione, come accaduto ad un lavoratore che avrebbe dovuto raggiungere la pensione il 31 luglio e, per effetto della finestra dei tre mesi, uscire definitivamente il primo novembre ma ha scoperto che, in realtà, gli mancava una settimana di contributi e per quella mancata settimana deve aspettare un mese ancora prima di avere finalmente la pensione.

Al pari di errori di calcolo di età per l’uscita, sempre secondo le ultime notizie, sarebbero errati anche diversi calcoli di importi di pensione finale da erogare. Per alcuni lavoratori, infatti, potrebbero risultare calcoli inferiori di importi di trattamenti finali per possibili buchi contributivi registrati dall’Inps anche se magari il lavoratore ha versato i dovuti contributi.

Non solo, secondo recenti dati emersi da un’analisi condotta dai sindcati di Spi-Cgil di Roma Magliana il 30% dei pensionati iscritti alla sezione percepirebbe un assegno mensile di importo inferiore a quello che, in realtà, dovrebbe percepire a causa di errori riconducibili ad errori di calcolo della pensione e ad aumenti maturati nel tempo.

Per evitare di incorrere in questo errore, il consiglio per chi si appresta a chiedere la pensione è quello consultare il proprio estratto conto contributo dell’Inps, Ecocert, che riporta nel dettaglio tutti i contributi previdenziali del lavoratore, da contributi obbligatori, a contributi volontari, figurativi, da ricongiunzione, cumulo o totalizzazione o derivanti dal riscatto di un determinato periodo, come gli anni di laurea.

Cosa fare in caso di errori calcoli età e importi pensione

Nel caso in cui ci si appresti alla pensione e ci si renda conto dalle simulazioni che l’età pensionabile viene spostata in avanti rispetto all’età stimata o che il calcolo della propria pensione dia come risultato un importo diverso da quello preventivato, il consiglio da parte dei sindacati è quello di fare richiesta ad un patronato per effettuare eventuali ricalcoli della pensione, nel caso in cui ci si renda conto di percepire meno di quanto dovuto, per avere poi sia arretrati sia aumenti futuri.

E’ bene sapere che nei casi di controllo dell’estratto conto contributivo, se questo dovesse risultare errato dopo che il lavoratore ha già deciso di andare in pensione convinto di avere i requisiti adeguamenti per il pensionamento, l’Inps è tenuto al risarcimento dei danni.

Errori di calcolo pensione, ricorso contro INPS

Se ci si accorge che effettivamente l’Inps ha commesso errori di calcolo di età e importo della pensione finale, è possibile presentare subito ricorso all'Inps. Il termine entro cui per fare causa all’Inps è di 3 anni.

Il ricorso si può presentare:

  • tramite il sito web dell’Inps, sezione Ricorsi online;
  • inviare il ricorso contro il provvedimento di liquidazione della pensione entro 90 giorni dalla data di ricevimento del provvedimento;
  • inviare il ricorso amministrativo tramite patronato.

In ogni caso, è bene sapere che alla domanda di ricorso bisogna allegare tutta la documentazione disponibile che verifichi e accerti gli errori di calcolo, specificando, di conseguenza, il motivo del ricorso stesso, cioè la liquidazione di una pensione più bassa rispetto a quella spettante.

Nel caso in cui non si avesse risposta al ricorso o l’istanza per il ricorso venisse rifiutata, si può fare un ricorso alla Corte dei Conti.