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Atteso giovedì voto alla Camera sul decreto pensioni: la conversione in legge solo dopo passaggio in Senato e novità per pensioni di invalidità
Si prepara a passare nuovamente in Senato il decreto pensioni 2019 con le ultime novità di quota 100, proroga opzione donna, blocco delle aspettative di vita per la pensione anticipata e che contiene anche i provvedimenti di pensione e reddito di cittadinanza. Ad oggi martedì i lavori e le discussioni sul decreto pensioni proseguono alla Camera. Vediamo l’iter del testo nei prossimi giorni.
Stando alle ultime notizie da oggi martedì 19 marzo, il decreto pensioni dovrebbe essere votato alla Camera giovedì 21 marzo e poi passare di nuovo in Senato per il voto finale. In Aula a Palazzo Madama, secondo le ultime notizie, non saranno presentati emendamenti, il testo dovrebbe ricevere la fiducia e il voto dovrebbe essere in programma tra lunedì 25 marzo e mercoledì 27 marzo, anche perché non sarebbero ammessi ritardi considerando che a fine marzo scadono i termini di conversione del decreto in legge. Solo dopo aver ricevuto il voto in Senato, il decreto pensioni 2019 sarà ufficialmente legge e in due o al massimo tre giorni sarà pubblicato in Gazzetta Ufficiale.
Nessun nuovo emendamento, dunque, sarà presentato in Senato secondo le ultime notizie, ma si tratta di una scelta anche giusta considerando che mancano i soldi per ulteriori modifiche per cui proporne di nuove non avrebbe senso anche alla luce del fatto che tutti gli emendamenti proposti per le novità pensioni sono stati bocciati ad eccezione di quello per il riscatto agevolato della laurea anche per gli over 45 che hanno iniziato a lavorare prima del 1996, dell’aumento del Tfs da 30 a 45mila da erogare subito agli statali che decidono di andare in pensione con la quota 100, e delle novità per pensioni di invalidità 2019 e disabili.
Gli emendamenti approvati per le pensioni di invalidità 2019 sono:
Si tratta, però, di un aumento che non soddisfa affatto diretti interessati e relative associazioni, considerando che si tratta di un aumento decisamente irrisorio, 50 euro, a fronte di una somma ben più alta annunciata, 280 euro. Difficilmente però fino all’approvazione finale del decreto potrà cambiare ulteriormente qualcosa per la cifra stabilita.