Pensioni invalidità 2021 e disabili ultime sentenze su indennità di accompagnamento quando si può avere
Sono diverse le ultime sentenze di Cassazione e Tribunali che chiariscono le regole delle indennità di accompagnamento in base a diversi casi. Le più recenti sentenze su quando si può avere l’indennità di accompagnamento, stando alle ultime notizie, riguardano casi di riconoscimento dell’indennità di accompagnamento; portatore di handicap invalido al 100%; difficoltà di deambulazione; determinazione del reddito per il gratuito patrocinio.
L’indennità di accompagnamento, in particolare, viene riconosciuta ai soggetti affetti da forme di invalidità grave che possono fare domanda all’Inps per ricevere un sostegno economico mensile. I requisiti previsti per l’accesso all’indennità di accompagnamento sono stabiliti dall’Inps che ha chiarito che chi hanno diritto al contributo economico gli invalidi al 100%, residenti in forma stabile in Italia, indipendentemente dal reddito personale annuo e dall’età. Vi sono, tuttavia, casi particolari su cui, appunto, si sono espressi i Tribunali.
Riconoscimento dell’indennità di accompagnamento: a chi spetta
Secondo recenti sentenze dei Tribunali di Trani, Bari, Cassazione Civile, l’indennità di accompagnamento spetta:
nei casi di cecità assoluta anche dopo il sessantacinquesimo anno di età e, al contrario degli invalidi civili, hanno diritto alla erogazione della pensione anche i ciechi civili che presentano domanda dopo il compimento del 65esimo anno di età e a prescindere dalle condizioni economiche e dell’età dell’interessato e, inoltre, l’erogazione dell’indennità di accompagnamento è compatibile con lo svolgimento di attività lavorativa e spetta, in misura ridotta, anche se l’invalido è ricoverato in istituto pubblico che provvede al suo sostentamento e anche ai minori ciechi civili assoluti;
nei casi di cecità parziale;
in caso di sussistenza dell’accompagnamento per handicap in situazione di gravità;
nei casi di patologie irreversibili e di particolare gravità e in tal caso i soggetti sono anche esonerati dall’obbligo di presentarsi alla visita medica finalizzata all’accertamento della permanenza della minorazione;
a mutilati e invalidi civili totalmente inabili impossibilitati alla deambulazione o incapaci di attendere agli atti della vita quotidiana e non autosufficienti per cui hanno bisogno di un accompagnatore;
ai portatore di handicap invalidi al 100%;
ai neonati se hanno subito danni medici e in base alla loro entità.
Indennità di accompagnamento: quando riconoscerla
Secondo quanto stabilito da una recente sentenza del Tribunale di Milano, l’indennità di accompagnamento deve essere riconosciuta non solo a coloro che inabili e non autosufficienti a compiere atti di vita quotidiana ma anche a favore di coloro che, pur essendo materialmente capaci di compiere gli atti elementari della vita quotidiana, come nutrirsi, lavarsi, vestirsi, assumere correttamente le medicine prescritte, hanno bisogno che sia costantemente presente un accompagnatore che sia in grado di occuparsi di loro potendo sussistere disturbi della sfera intellettiva, cognitiva o gravi carenze intellettive, provocando pericoli per sè e per gli altri.