Pensioni novità, cosa vorrebbero fare tecnici Tesoro su quota 100, opzione donna, quota 41

di Chiara Compagnucci pubblicato il
Pensioni novità, cosa vorrebbero fare te

Novità per le pensioni, quota 100

Nonostante le polemiche sull'opportunità di confermare quota 100, le ultime notizie sui tecnici del Ministero dell'Economia e la posizione sulle novità per le pensioni è sorprendente.

Siamo ufficialmente nel periodo dei giorni preparatori delle legge di bilancio e anche oggi venerdì 20 settembre 2019 tecnici e politici sono chiamati a trovare il giusto equilibrio tra numeri ed esigenze sulle novità per le pensioni. Perché sono le ultime notizie a riferire che la volontà della maggioranza non sia né di elaborare un documento che badi solo al rigido rispetto delle regole comunitarie degli equilibri di bilancio e né di preparare una manovra difficilmente sostenibile dalle casse pubbliche.

E in questo contesto un ruolo centrale è ricoperto dalle novità per le pensioni, dal costo che avrebbero le misure già approvate (quota 100), quelle in fase di approvazione di sicura approvazione (proroga opzione donna, ape social) ed eventuali altre ipotesi (quota 41, facilitazioni per usuranti, precoci, disoccupati).

Novità per le pensioni, quota 100 non è il problema, nè opzione donna come Ape Social

La partita delle novità per le pensioni è insomma apertissima e lo step che anticipa la legge di Bilancio e la nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza da presentare la prossima settimana.

In questa sede si scopriranno quali sono gli spazi di manovra e quali le intenzioni di spesa. Ma qualche inaspettata ipotesi sta ora venendo a galla, come l'insoddisfazione dei tecnici del Ministero dell'Economia per il costo giudicato eccessivo del reddito di cittadinanza.

La sua non è naturalmente una presa di posizione formale che metterebbe in crisi i fragili equilibri della maggioranza, ma è interessante notare che l'indice non è questa volta puntato contro quota 100, la principale novità per le pensioni introdotta lo scorso anno.

Ed è doppiamente interessante perché la difesa indiretta a quota 100 arriva da tecnici ministeriali e non da politici ( e molti politici come sappiamo hanno criticato quota 100). Si tratta di una valutazione che va nella direzione contraria di quanto stiamo leggendo da alcuni giorni in alcuni importanti quotidiani, come il Sole 24 Ore, secondo cui sarebbe auspicabile interrompere la sperimentazione di quota 100 per via dei presunti costi elevati.

Per gli uomini del dicastero di via XX Settembre le cose non sono proprio così e, anche perchè la la spesa complessiva necessaria per coprire le richieste di adesione a quota 100 nel primo anno è stata inferiore alle attese e così lo sarà nei prossimi due anni.

Certo, c'è un problema di conti pubblici e secondo il nuovo ministro Roberto Gualtieri l'ottimismo del predecessore Giovanni Tria non era giustificato. Ma il problema non è quota 100.

Via libera anche dai tecnici del Tesoro per Proroga Opzione Donna che costa poca e permette di risparmiare nel lungo termine per i conti dello Stato. Stesso discorso per la proroga dell'Ape Social. L'argomento quota 41, al momento, non viene nppure, invece, toccato

Perché non conviene cancellare quota 100

Il ragionamento dei tecnici del Ministero dell'Economia sulle novità per le pensioni si basa sui numeri, ma per certi versi ha anche una nota politica. Quota 100 è un provvedimento meno costoso di quanto si credeva, la durata è temporanea e in fin dei conti può essere economicamente gestita, a differenza del reddito di cittadinanza.

Ma soprattutto una eventuale e improvvisa cancellazione di quota 100 spiazzerebbe sia i lavoratori che stanno accarezzando questa possibilità per andare in pensione e sia le aziende che hanno già programmato le uscite ed eventualmente nuovi ingressi.
 

Il vero problema è il reddito di cittadinanza

Sono gli stessi tecnici del Mef, dunque, a suggerire di intervenire sul reddito di cittadinanza, dividendo le politiche attive di assunzioni, da quelle di aiuto e sostentamento, facendo dventare il reddido di cittadinanza quello che per il momento è realmente per molte persone e famiglie, ovvero un aiuto alle persone in difficoltà e non un sostenamente per cercare lavoro.

L'idea sarebbe una divisione tra una forma di aiuta vera e propria in cui rientrebbe il reddito di cittadinanza e una forma di politica attiva per il lavoro. Così facendo il risparmio sarebbe almeno di 2 miliardi all'anno in aumento e la possibilità di creare delle forme per trovare lavoro migliori.

Il problema rimane la politica

Ma gli stessi tecnici del Mef devono fare i conti con la politica, e non è un caso che lo stesso Minsitro dell'Economia Gualtieri ha detto che quota 100 e il reddito di cittadinanza non si toccano, proprio perchè misure fondamentali e bandiera del Movimento 5 Stelle.

E anche per il Pd toccarle sarebbe assolutamente impopolare. Certamente, comunque, un paradosso, che ve ancora una volta a scapito dei cittadini italiani che, magari, lavorano da tanti, tanti anni, come i quota 41, o gli usuranti che non si vedono riconoscere nulla.