Smentita l’ipotesi di lavoro sulle pensioni ai superstiti, vi sarebbero già due progetti di lavoro alternativo sulle pensioni: quali sono e cosa prevedono
Dopo le smentite arrivate dal ministro del Lavoro prima, e dal ministro per le Politiche agricole dopo sulle ultime notizie che in questi giorni hanno allarmato non pochi cittadini italiani e scatenato diverse polemiche a causa di una revisione delle’erogazione delle pensioni alle vedove, legandole al valore Isee piuttosto che ai contributi previdenziali individuali versati, le novità arrivano dall'esperto di Previdenza Brambilla che ha precisato che il disegno di legge di contrasto alla povertà riporta sì una revisione delle prestazioni assistenziali agganciandole ai redditi ma esclude da tale riorganizzazione le pensioni a vedove e figli in caso di morte del coniuge.
Il problema, ha spiegato Brambilla, è derivato dal fatto che le pensioni ai superstiti sono inserite tra le prestazioni assistenziali legate ai redditi, considerando che vengono calcolate comunque in base reddito familiare, e quindi alla condizione familiare degli eredi, e, tra l’altro, il loro importo è risultato del sistema contributivo, quindi già effettuato unicamente in base il lavoratore ha effettivamente versato. Si tratta, però, di precisazione non verranno toccate. Stessa rassicurazione è arrivata anche dal presidente dell’Istituto di Previdenza.
E’ stata dunque smentita l’ipotesi di lavoro sulle pensioni ai superstiti ma in realtà sarebbero già pronti due progetti alternativi sempre però collegati a tale prestazione: le ipotesi sarebbero infatti quelle di circoscrivere la platea dei beneficiari di queste prestazioni solo al coniuge superstite e ai figli, considerando che secondo quanto previsto dalla legge possono percepire tale pensione diversi familiari; e abbassare il valore degli assegni destinati a chi percepisce già anche di un’altra pensione. Si tratta di un’ipotesi in quest’ultimo caso che potrebbe essere accettabile perché interesserebbe una platea di persone che hanno comunque un reddito di cui vivere e non penalizzerebbe particolarmente.
Questi progetti di lavoro, però, al momento sono ancora molto teorici perché non si sa ancora se si procederà su questa strada di cambiamento o meno. Già critici i sindacati. Tutto è ancora piuttosto vago e confuso, di certo c’è che l’esecutivo è alla ricerca di un piano di razionalizzazione e riorganizzazione delle spese per la necessità di risparmiare risorse economiche che potrebbero rivelarsi fondamentali per l’attuazione di successivi cambiamenti positivi, si spera, sempre per le pensioni.