Andare in pensione prima con la quota 100 con assegni ridotti anche se non previste penalizzazioni: calcoli e tagli possibili
Il decreto ufficiale sulle pensioni contiene diverse misure, dalla proroga di opzione donna e ape social, a novità pensioni di quota 100, blocco delle aspettative di vita, aumenti delle pensioni minime, insieme al tanto atteso provvedimento di entrata in vigore del reddito di cittadinanza. E sono diversi i chiarimenti e le informazioni riportate su ogni novità pensioni prevista e relativo funzionamento, compreso il calcolo dell’importo dell’assegno che si percepirà andando in pensione prima con la quota 100. Di quanto sarà il valore delle pensioni finali?
Il decreto ufficiale non riporta l’entità del valore dell’assegno finale che si percepirà andando in pensione prima con la quota 100 e per determinare la cifra serviranno certamente le circolati attuative. La certezza che si ha ad oggi, nonostante non siano previste penalizzazioni, è che comunque i trattamenti finali che si percepiranno uscendo con la quota 100 saranno inferiori rispetto a quelli che si percepirebbero andando in pensione maturando i normali requisiti richiesti.
E sui tagli eventuali, stando alle ultime notizie, vi sarebbero idee contrastanti: secondo, infatti, il sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon, il valore dell’assegno che si percepirà andando in pensione con la quota 100 potrebbe subire tagli fino al 16% rispetto a quanto si percepirebbe andando in pensione raggiungendo i normali requisiti pensionistici richiesti; secondo, invece, le stime dell’Ufficio parlamentare di Bilancio, andando in pensione con la quota 100 l’assegno finale verrebbe tagliato di circa il 5% se si anticipa l’uscita solo di un anno e di oltre il 30% se si decide di andare in pensione prima fino a 4 anni. A intervenire sui tagli possibili delle pensioni finali con quota 100 anche il presidente dell’Inps, Tito Boeri, che ha spiegato che il taglio del valore degli assegni per chi esce con quota 100 sarà importante secondo le simulazioni condotte dall’Istituto di Previdenza.
Stando a quanto riporta poi il decreto, per la decorrenza effettiva della pensione con quota 100, che prevede come requisiti il raggiungimento di 62 anni di età e di 38 anni di contributi, è prevista un’attesa di tre mesi dal raggiungimento dei requisiti per i dipendenti del settore privato per effetto della finestra mobile trimestrale e di ulteriori 6 mesi per i dipendenti del settore pubblico, che devono dare un preavviso alla Pubblica Amministrazione per permettere di avere il tempo di organizzare nuovi concorsi per nuove assunzioni. Diversa ancora è la situazione per i lavoratori della scuola per cui resta fissata l’unica finestra di uscita al primo settembre di ogni anno per coloro che raggiungo i requisiti anagrafici e contributivi entro il 31 dicembre dello stesso anno. Da ricordare, comunque, gli requisiti di pensionamento ufficiali sia per la scuola docenti e personale Ata per il 2019, sia per i dipendenti privati con l'INPS
Il decreto stabilisce, inoltre, il divieto di cumulo tra redditi da lavoro dipendente, autonomo e assimilato e reddito da pensione per chi decide di andare in pensione prima con la quota 100 mentre è compatibile il reddito da lavoro occasionale fino ad un limite massimo di 5000 euro l’anno.. I dettagli su come funziona quota 100 lo abbiamo visto un articolo precedente.