Cosa si prepara a cambiare per pensioni di reversibilità, vecchiaia, invalidità con nuovi decreti in arrivo da governo Meloni
Quali sono i tre decreti in arrivo e un altro appena approvato modificano pensioni reversibilità, vecchia, invalidità? Si preparano a cambiare le pensioni, sia per il calcolo degli importi e sia per le modalità di uscita dal lavoro, e sono soprattutto tre i passaggi che potrebbero decretare novità per le pensioni prima della vera e propria riforma delle pensioni. Vediamo quali sono e cosa dovrebbero prevedere.
Cosa cambia per le pensioni di invalidità con nuovo decreto in arrivo
Decreto Fisco quasi ufficiale e modifiche attese per pensioni di reversibilità, vecchiaia, invalidità
Qual è il nuovo decreto già approvato su pensioni di reversibilità, vecchiaia e reversibilità
Cosa cambia per le pensioni di invalidità con nuovo decreto in arrivo
Per quanto riguarda le pensioni di invalidità, misure in merito si attendono proprio con il nuovo decreto invalidità che, come previsto dal Pnrr, dopo la prima approvazione del ddl Anziani, dovrebbe contenere misure per la definizione di ulteriori miglioramenti delle condizioni di vita delle persone invalide e disabili e relativi familiari che si occupano della loro assistenza.
Decreto Fisco quasi ufficiale e modifiche attese per pensioni di reversibilità, vecchiaia, invalidità
Cambiano poi le pensioni di reversibilità, vecchiaia e invalidità certamente con il prossimo decreto fiscale, di cui si attende l’entrata in vigore almeno parziale nel 2024. Le misure che modificherebbero le pensioni sono revisione delle aliquote Irpef per la tassazione sui redditi e nuove detrazioni.
Entrando più nel dettaglio, il governo Meloni con la nuova riforma fiscale vuole modificare le attuali quattro aliquote Irpef che sono le seguenti:
del 23% per redditi fino a 15.000 euro;
del 25% per redditi tra 15.000 e 28.000 euro;
del 35% per redditi tra 28.000 e 50.000 euro;
del 43% per redditi oltre i 50.000 euro.
L’obiettivo è ridurre le aliquote Irpef portandole a tre e sono al momento ben quattro le ipotesi al vaglio. La prima ipotesi di revisione Irpef prevede le seguenti aliquote:
aliquota del 23% per chi ha redditi fino a 15mila euro;
aliquota del 27% per chi ha redditi tra 15mila-50mila euro;
aliquota del 43% per chi ha redditi superiori ai 50mila euro.
Con queste nuove aliquote Irpef, coloro che con redditi annui tra 28mila euro e 50mila euro annui, cioè chi ha pensioni tra 2.150 euro circa e 3.700 euro al mese circa, avrebbero decisi aumenti dei loro importi mensili, considerando che l’aliquota Irpef si ridurrebbe di ben 8 punti percentuali scendendo dal 35% al 27%.
Sono, invece, previste riduzioni degli importi di pensioni e aumenti di tasse per chi ha redditi annui sui 25mila euro, mentre non si attende nessuna novità per la prima fascia di redditi fino a 15mila euro e per l’ultima fascia, cioè per redditi superiori ai 50mila euro, per cui resterebbero confermate le attuali aliquote Irpef, rispettivamente, del 23% e del 43%.
Altra ipotesi di revisione Irpef prevede le seguenti aliquote:
aliquota al 23% per redditi fino a 28.000 euro;
aliquota al 33% per redditi tra 28mila e 50mila euro;
aliquota al 43% per redditi oltre i 50mila euro.
Con questo schema di revisione Irpef, tutte le fasce di reddito sarebbero avvantaggiate, considerando che chi ha redditi da 25 mila euro all’anno pagherebbe circa 200 euro di tasse in meno, per arrivare fino a circa 700-1000 euro per chi ha redditi più alti.
Ulteriore ipotesi di revisione Irpef potrebbe prevedere le seguenti tre nuove aliquote:
aliquota del 23% per i redditi sotto i 15 mila euro;
aliquota del 27% per i redditi tra 15 mila e 75 mila euro;
aliquota del 43% per i redditi oltre i 75 mila euro.
Anche in questo caso, i maggiori vantaggi sarebbero per chi ha redditi più alti tra 50mila e 75mila euro, mentre calerebbero le pensioni di chi redditi tra i 15mila e 28mila euro, per cui l’aliquota di tassazione salirebbe dall’attuale 25% al 27% e nulla cambierebbe ancora per la fascia di redditi più bassa.
Infine, ultima ipotesi di revisione Irpef, e al momento anche la più probabile, prevede le seguenti aliquote:
aliquota del 23% per redditi da 8.500 euro e fino a 28mila euro;
aliquota del 35% per redditi da 28.001 euro a 50mila euro;
aliquota del 43% per redditi oltre i 50mila euro.
In questo caso, chi ha redditi tra i 15mila e i circa 30mila euro ne trarrebbe maggiori benefici, perchè si calcolerebbe una riduzione delle tasse da pagare con conseguenti aumenti dei guadagni, che potrebbero, in generale, oscillare tra i circa 50-60 euro per i redditi più bassi, per arrivare fino a 800-1.200 euro per chi ha redditi più alti.
Cambiano anche le detrazioni, che incidono sul calcolo degli importi delle pensioni. Il governo Meloni dovrebbe definire percentuali di detrazioni differenti in base alle diverse fasce di reddito di appartenenza che, al momento, potrebbero essere le seguenti:
detrazioni del 4% del reddito per lo scaglione fino a 15mila euro;
detrazioni del 3% del reddito per lo scaglione tra 15mila e 50mila euro;
detrazioni del 2% del reddito per lo scaglione tra 50mila e 100mila euro;
nessuna detrazione per redditi oltre i 100mila euro.
Nuovo decreto appena approvato su pensioni di reversibilità, vecchiaia e reversibilità
Nell’attesa dell’ufficialità dei tre decreti Lavoro, Invalidità e Fisco, ne è stato approvato già un primo solo qualche tempo fa. Come confermano le ultime notizie, il nuovo decreto pensioni già approvato e firmato dal ministro del Lavoro Calderone prevede l’avvio di un nuovo organismo tecnico (Osservatorio per il monitoraggio, la valutazione dell'impatto della spesa previdenziale e l'analisi delle politiche di revisione del sistema pensionistico) con il compito di monitorare l'andamento della spesa pensionistica e la composizione della spesa previdenziale e formulare adeguate proposte per la revisione del sistema pensionistico, considerando anche che il 31 dicembre di esaurisce la quota 103.
Tra le questioni del nuovo decreto pensioni approvato anche quella della separazione delle voci previdenziali da quelle assistenziali. Il nuovo Osservatorio per il monitoraggio, la valutazione dell'impatto della spesa previdenziale e l'analisi delle politiche di revisione del sistema pensionistico, sarà composto da 14 membri più un presidente, avrà il compito di monitorare i fattori che influenzano l'andamento del settore, per arrivare ad un possibile piano di revisione sostenibile del sistema previdenziale, sia sulla strada dei prepensionamenti, perché bisognerà verificare l'efficacia e la sostenibilità di ulteriori forme di staffetta generazionale, sia per la definizione di possibili interventi per rilanciare la previdenza complementare.