Persone andate in pensione da mesi ma senza assegno mensile da mesi: è caos Inps tra mancati pagamenti, super ritardi e poca chiarezza. Le storie
Il tema delle pensioni suscita sempre dibattiti e discussioni molto vivaci e non solo quando si parla di riforma delle pensioni, di età per andare in pensione troppo alta, di richieste di modifiche. E’ vero, ciò che i lavoratori chiedono è di abbassare l’età per andare in pensione per riuscire finalmente a godersi il meritato riposo nel pieno di forze ed energie piuttosto che dover andare in pensione troppo anziani senza poter fare altro e godersi la vita, ma è anche vero che i problemi per i pensionati o chi cerca di andare in pensione sono anche tanti altri.
Le ultime notizie parlano, infatti, di tantissime lamentele da parte di tanti lavoratori per mancate risposte e ritardi dall’Inps per l’erogazione delle pensioni. E’ letteralmente il caos.
Stando a quanto riportano le ultime notizie, Repubblica ha pubblicato una serie di problemi e numeri Inps in un approfondimento fatto e riprendo storie raccontate dai diretti interessati e da cui risulterebbe che per l’erogazione delle pensioni l’Inps arriverebbe a ritardi anche fino a 14 mesi.
si tratta di ritardi per la liquidazione di pensoni di persone che però smettono di lavorare e restano, pertanto, senza soldi. Secondo e dati relativi al primo trimestre del 2019 del Rendiconto sociale e forniti dalla Direzione centrale Pensioni dell’Inps, i tempi medi di liquidazione della pensione si sarebbero allungati e così decorrenza del diritto alla pensione e risposta di accoglimento o respingimento della domanda di pensione servirebbero:
E’ il caso raccontato dalla signora Gelsia, che si dice ‘furiosa’ perché il marito di 67 anni pur essendo andato in pensione dal primo agosto, non ha ancora ricevuto la sua pensione mensile e nel nulla di mesi bisogna comunque pagare bollette e spese di casa, senza considerare il profondo senso di angoscia che attanaglia lo stesso marito che dopo una vita di impegno di sacrificio, come richiesto dallo Stato per poter finalmente andare in pensione, non viene ripagato dallo stesso Stato con la stessa puntualità, segno, ancora una volta, che il sistema pretende dai lavoratori senza mai dare in cambio.
Simile la storia di un altro pensionato, Francesco, 65 anni e invalido al 100%, che con 43 anni di contributi è andato in pensione ma non ha ancora ricevuto l’assegno mensile che gli spetta. L’ultimo pagamento risale allo scorso mese di settembre e pur non essendo stato pagato deve comunque far fronte a spese quotidiane e ulteriori spese per la sua cura che sono anche ingenti. Il tutto, però, senza soldi che lo stesso Stato dovrebbe dargli.
La storia non è diversa per chi è ‘appena’ andato in pensione con la novità di quota 100: dopo i primi mesi di velocità, dettata dal fatto che l’ex governo, e la Lega soprattutto, dovesse dimostrare la sua efficienza in materia, anche chi è andato in pensione con quota 100 recentemente, come Susanna, uscita con quota 100 il primo settembre, non ha ancora ricevuto la pensione spettante. Senza soldi, dunque, ma anche lei con diverse spese mensili da sostenere.
C'è poi la storia di Rita riportata sempre da Repubblica, ex medico ospedaliero, in pensione dopo aver versato 47 anni e 6 mesi di contributi dal primo giugno e con l'ultimo stipendio pagato a fine maggio. Ancora oggi, a distanza di mesi, non ha ricevuto dall'Inps la sua pensione e non ha ricevuto neppure risposte concrete dallo stesso Inps a richieste di chiarimenti e informazioni.
E le storie così sono purtroppo diverse e tantissime. Ciò che ci si chiede è perchè si stia verificando una tale inefficienza da parte dell'Istituto di Previdenza che dovrebbe provvedere alla liquidazione della pensione nei tempi previsti dalla forma pensionistica con cui si esce per garantire ai pensionati il diritto alla pensione ed avere i propri soldi, essendo percone che devono vivere e affrontare spese e costi diversi.