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Andare in pensione prima con Ape, Rita, Part Time: come fare con ultime novità per le pensioni e quanto si perde
Da quest’anno è possibile andare in pensione prima con le ultime novità per le pensioni di ape social e ape volontaria, o continuando a richiedere il part time, già in vigore dallo scorso anno, o anticipare la propria pensione con la cosiddetta Rita, cioè richiedendo una rendita integrativa temporanea anticipata. Si tratta di possibilità di prepensionamento che, ad eccezione dell’ape social e della Rita, prevedono penalizzazioni sul calcolo della pensione finale. A fronte,cioè, della pensione anticipata, in base a determinati criteri e parametri, si percepirà meno nell’assegno mensile. Vediamo di cosa si tratta.
Le novità per le pensioni in vigore quest’anno, ma ancora in attesa dei decreti attuativi che ne sanciranno la definitiva ufficialità sia delle regole di funzionamento sia dei tempi di entrata in vigore, sono rappresentate da ape volontaria e ape social. L’ape volontaria permetterà di andare pensione fino a tre anni prima rispetto ai 66 anni e tre mesi oggi richiesti, quindi a 63 anni, con 20 anni di contributi, e un piano di rimborso 20ennale della mini pensione percepita in anticipo che dovrà essere restituita agli istituti di credito, che la erogheranno attraverso l’Istituto di Previdenza. Sulla rata di rimborso dovranno essere calcolati i tassi di interesse. Si attendono, poi, le condizioni della polizza assicurativa che dovrà essere stipulata in caso di premorienza. I costi dell’Ape volontaria si azzerano per l’ape social, che prevede per l’uscita anticipata, lo stesso requisito anagrafico di quella volontaria, cioè 63 anni di età ma requisiti contributivi differenti a seconda della categorie di persone coinvolte. L’ape social, infatti, si rivolge a:
Le attività faticose che, infatti, permettono di richiedere l’ape sociale sono:
Il funzionamento della Rita, rendita integrativa temporanea anticipata, è molto simile all’Ape: il lavoratore che ha aderito alla previdenza integrativa, arrivato a 63 anni, può richiedere un trattamento temporaneo, che si può percepire fino alla maturazione dei normali requisiti pensionistici fissati 66 anni e 7 mesi, in base ai versamenti effettuati dallo stesso lavoratore alla previdenza complementare. L’adesione alla Rita non prevede alcuna penalità sull’assegno di pensione perché la sua erogazioni non avviene mediante prestiti bancari, ma semplicemente richiedendo parte dei versamenti di contribuzione integrativa effettuati dallo stesso lavoratore o dall’azienda. Possono richiedere la Rita i dipendenti pubblici e quelli del settore privato, se il richiedente cessa l’attività lavorativa. La Rita è soggetta ad una ritenuta a titolo d’imposta con un’aliquota pari al 15%, che a sua volta si riduce dello 0,30% per ogni anno di iscrizione al fondo di previdenza complementare che supera il 15esimo. La riduzione può arrivare al massimo 6%.
Si può anticipare il momento della pensione quest’anno ancora con il part time, che prevede per i lavoratori del settore privato:
la possibilità di scegliere il passaggio dall’impiego full part a quello part time;
I requisiti per richiedere il part time sono: