Pensioni ultime notizie quota 100, mini pensioni, quota 41 l'Ue condanna Portogallo e Spagna

di Chiara Compagnucci pubblicato il
Pensioni ultime notizie quota 100, mini

Da Bruxelles molta attenzione ai conti pubblici e poca all'importanza di misure sul sociale e sulle novità per le pensioni.

Se c'è un motivo per cui le istituzioni europee non riescono a fare presa nei singoli Paesi è lo scollamento rispetto ai bisogni del territorio, alle esigenze sociali e alla rigidità rispetto ad alcune questioni chiavi come le novità per le pensioni. Se possibile, il tema è ancora più avvertito in Italia, dove la difficoltà a mettere mano sulla previdenza è aggravata dal controllo di Bruxelles sull'equilibrio dei conti pubblici. Succede quindi che le misure prospettate da Palazzo Chigi sono solo di tipo correttivo e quindi con uno scarso impatto sui conti pubblici, sono in autofinanziamento ovvero basati su tagli e riduzioni di spesa previdenziale o centrati intorno a penalizzazioni per chi decide di uscire un po' prima rispetto a quanto previsto, come nel caso delle mini pensioni.

Nel mirino di Bruxelles ci sono però Spagna e Portogallo, per cui è stata è stata aperta una procedura per il varo di misure insufficienti sul deficit. Si va verso sanzioni pari a zero, ma la decisione finale spetta al Consiglio e difficilmente i governi alimenteranno il sentimento antieuropeo. Allo stesso tempo è improbabile l'incoraggiamento all'adozione di misure più attenti al sociale e alle pensioni. Spagna e Portogallo, che pure fanno i conti con un pesante fardello di debito pubblico, hanno ridotto il loro deficit dopo l'impennata seguita alla crisi, senza tuttavia riuscire a portarli otto la soglia del 3% prevista dal Patto di stabilità: per Madrid il disavanzo è stato nel 2015 pari al 5,1%, per Lisbona al 4,4 per cento.

Le posizione dei due Paesi è in realtà diversa. La Spagna ha ottenuto nel 2015 un anno in più per scendere sotto il 3%, ma le ultime stime della Commissione mostrano chiaramente che questo nel 2016 non avverrà. Il Portogallo, invece, avrebbe dovuto portare il disavanzo sotto il 3% del Pil già l'anno scorso, mentre secondo le ultime stime della Commissione dovrebbe farcela solo quest'anno. A suggerire a Bruxelles di non usare il pugno duro, oltre al quadro politico europeo, è la situazione politica interna dei due Paesi, soprattutto quella della Spagna, alle prese con uno stallo nella formazione del governo dopo due elezioni.

A ogni modo, dal punto di vista procedura, in base all'articolo 126 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea, "il Consiglio, su proposta della Commissione, decide, dopo una valutazione globale, se esiste un disavanzo eccessivo". E ancora, stando a quanto si legge, "se decide che esiste un disavanzo eccessivo, il Consiglio adotta senza indebito ritardo, le raccomandazioni allo Stato membro in questione".