Le posizioni di forze sociali e politiche ad oggi su cambiamenti pensionistici e novità sostenute particolarmente: ma cosa cambierà davvero?
Passa il tempo, non viene ancora approvata alcuna novità concreta di cambiamento per le pensioni, eppure sembra siano sempre tutti d’accordo sulla necessità di riveder le attuali norme pensionistiche. Si continua a rilanciare su quei meccanismi che permetterebbero a tutti di andare in pensione prima rispetto ai requisiti attualmente fissati, e quindi su quota 100 o mini pensione, ma anche sull'assegno universale, unica misura su cui continuano ad essere tutti d'accordo, dai diversi partiti politici, all'Europa stessa, al presidente dell’Istituto di Previdenza.
L’assegno universale, insieme alla necessità di cambiamenti pensionistici, è sostenuto anche dal partito Nuova Sinistra di Fassina che lo considera uno strumento importante di contrasto alla povertà, e mentre Lega e M5S, tra le altre novità possibili, continuano a puntare sul piano di uscita con quota 100, Forza Italia, che sosteneva il primo progetto della Lega, vale a dire quello di totale revisione dell’attuale legge, spinge invece sulla necessità di aumentare le pensioni minime, considerando le situazioni di gravi difficoltà in cui vertono la maggior parte dei pensionati italiani, costretti a vivere con meno di mille euro e in alcuni casi anche di 500.
Forze sociali e opposizione interna del Pd puntano anche sulla quota 41, possibilità cioè per tutti di andare in pensione con 41 anni di contributi indipendentemente dall’età anagrafica, misura che sarebbe vantaggiosa soprattutto per i lavoratoti che hanno iniziato a lavorare sin da giovanissimi. D’accordo, come tutti, sulla necessità di cambiare le pensioni, novità richiesta da tempo, anche il presidente del Comitato ristretto di Montecitorio che opta per quota 100, per alcuni con penalizzazioni, per altri senza.
Punto di partenza per cambiare realmente le pensioni sembra essere ancora il piano pensioni dell'Istituto di Previdenza: si tratta di cinque misure che prevedono l'istituzione dell’assegno universale per gli over 55 che perdono il lavoro ma non possono ancora andare in pensione, stop ai vitalizi d’oro dei politici e l'armonizzazione dei regimi, cancellazione delle ricongiunzioni onerose, possibilità per tutti di andare in pensione prima e ricalcolo contributivo, e possibilità di continuare a versare i contributi anche una volta raggiunta la pensione.
Considerando che tutti convergono sull’urgenza di intervenire sulle pensioni, non è chiaro a questo punto perchè non si faccia una mozione parlamentare che costringa l’esecutivo a fare cambiamenti concreti, considerando anche l'esistenza di una maggioranza trasversale sia a Montecitorio che Palazzo Madama. Sono diverse le proposte di legge che insieme all’uscita prima per tutti prevedono la possibilità di andare in pensione senza penalizzazioni con 40 o 41 anni di contribuzione presentate da Pd, Lega e Forza Italia, cui si aggiunge il vice presidente della Commissione Lavoro, ma anche il M5S, favorevole alla quota 40. Anche la nuova Sinistra Italiana si è detta favorevole ai piani di quota 40 o 41 e questo dimostra che, teoricamente, la maggioranza parlamentare vorrebbe rivedere i requisiti di uscita dal lavoro, ripristinando quelli richiesti in passato per chi, soprattutto, ha iniziato a lavorare prestissimo.