Per chi ancora aumentano o diminuiscono quest'anno pensioni di reversibilità, vecchiaia, invalidità

di Marianna Quatraro pubblicato il
Per chi ancora aumentano o diminuiscono

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Possono ancora cambiare le pensioni di reversibilità, vecchiaia e invalidità quest'anno 2023 per effetto di diverse novità possibili: quali sono e cosa prevedono

Per chi aumenteranno o diminuiranno ancora pensioni di reversibilità, vecchiaia e invalidità quest'anno 2023? I primi mesi del 2023 sono stati decisamente ‘pieni’ per le novità pensioni relative ai calcoli degli importi percepiti per effetto della nuova rivalutazione pensionistica al 7,3% che ha portato ad un ricalcolo degli assegni mensili per tutti nonché per l’aumento delle pensioni minime a 600 euro (per gli over 75 e solo per quest’anno). Ci si chiede allora cosa potrà ancora cambiare per le pensioni quest’anno 2023.

  • Per chi aumenteranno o diminuiranno ancora pensioni di reversibilità, vecchiaia e invalidità quest'anno 
  • Come aumenteranno o diminuiranno pensioni di reversibilità, vecchiaia e invalidità con riforma fisco 2023
  • Pensioni di invalidità e ulteriori novità attese quest’anno 2023

Per chi aumenteranno diminuiranno ancora pensioni di reversibilità, vecchiaia e invalidità quest'anno 

Stando a quanto confermano le ultime notizie, dopo il mese di aprile non ci sarà più alcun modifica particolare per aumento o diminuzioni di ogni tipologia di pensione, da pensione di reversibilità a pensione di vecchiaia o invalidità.

Nei prossimi cedolini che si riceveranno le pensioni di reversibilità, vecchiaia o invalidità potranno aumentare o diminuire a livello di fiscalità e per diversi motivi, dai rimborsi dovuti per il 730, a tasse da pagare, a trattenute da applicare.

Generalmente, per i pensionati i rimborsi 730 vengono effettuati direttamente dall’Inps e in tal caso vale la regola della seconda mensilità, per cui il rimborso viene accreditato la seconda mensilità successiva alla data di consegna della dichiarazione dei redditi. Se, per esempio, il 730 viene presentato entro il 31 maggio, il rimborso viene pagato a luglio. 

Per quanto riguarda il pagamento delle tasse, potrebbero contribuire a modificare le pensioni, probabilmente riducendole di qualche decina di euro nei prossimi mesi, considerando che le tasse locali, addizionali Irpef regionali e comunali, sono state aumentate da diverse regioni e Comuni, il che significa dover calcolare una tassazione maggiore sulle pensioni

E ad incidere, negativamente, su pensioni di vecchiaia e reversibilità nei prossimi mesi di quest’anno 2023 potrebbero essere anche le trattenute per le addizionali regionali e comunali relative al 2022, che si pagano generalmente in 11 rate nell’anno successivo a quello a cui riferiscono, da gennaio a novembre. Precisiamo che non sono soggette a tali trattenute fiscali le pensioni di invalidità civile, pensioni o assegni sociali e tutte le prestazioni non soggette a tassazione per particolari motivi.

Come aumenteranno o diminuiranno pensioni di reversibilità, vecchiaia e invalidità con riforma fisco 2023

Le pensioni di reversibilità, vecchiaia e invalidità cambieranno ancora quest’anno 2023 aumentando o diminuendo per effetto della nuova riforma del Fisco che dovrebbe prevedere novità Irpef, con nuove aliquote di tassazione sui redditi, che potrebbero partire già da settembre prossimo o più probabilmente ad inizio 2024, e nuove detrazioni. 

Partendo dalla revisione delle aliquote Irpef, sono ancora diverse le ipotesi di modifica ancora al vaglio del governo ma con un unico comune denominatore: qualsiasi sia la revisione delle aliquote Irpef, che il governo vuole ridurre da quattro a tre, saranno agevolate le pensioni di vecchiaia o reversibilità medio-alte più che i bassi importi. 

Entrando più nel dettaglio, le attuali quattro aliquote Irpef in vigore sono le seguenti:

  • del 23% per redditi fino a 15.000 euro; 
  • del 25% per redditi tra 15.000 e 28.000 euro; 
  • del 35% per redditi tra 28.000 e 50.000 euro; 
  • del 43% per redditi oltre i 50.000 euro.
Una delle ipotesi di revisione Irpef prevede le seguenti aliquote:
  • del 23% per redditi da 8.500 euro e fino a 28mila euro;
  • del 35% per redditi da 28.001 euro a 50mila euro;
  • del 43% per redditi oltre i 50mila euro.
In questo caso, i maggiori vantaggi sarebbero per chi ha redditi annui tra 15mila-28mila euro, per cui si ridurrebbe nettamente l’aliquota Irpef di tassazione garantendo contestuali aumenti di redditi.

Altra ipotesi di revisione Irpef prevede le seguenti aliquote:

  • aliquota del 23% per chi ha redditi fino a 15mila euro;
  • aliquota del 27% per chi ha redditi tra 15mila-50mila euro;
  • aliquota del 43% per chi ha redditi superiori ai 50mila euro.
Con queste nuove aliquote Irpef, ci sarebbero aumenti delle pensioni per coloro che hanno redditi annui tra 28mila euro e 50mila euro annui, cioè chi ha pensioni di reversibilità o vecchiaia tra 2.150 euro circa e 3.700 euro al mese circa, considerando che l’aliquota Irpef si ridurrebbe passando dal 35% al 27%. 

Diminuirebbero, invece, le pensioni di chi ha redditi annui sui circa 25mila euro, per cui ci potrebbe essere aumento di tasse di ben 300 euro, mentre non ci sarebbe alcuna novità per la prima fascia di redditi fino a 15mila euro e per l’ultima fascia, cioè per redditi superiori ai 50mila euro, per cui resterebbero confermate le attuali aliquote Irpef, rispettivamente, del 23% e del 43%.

Un’altra ipotesi di revisione Irpef al vaglio del governo che inciderà sulle pensioni di reversibilità e vecchiaia prevede le seguenti nuove aliquote:

  • aliquota al 23% per redditi fino a 28.000 euro; 
  • aliquota al 33% per redditi tra 28mila e 50mila euro;
  • aliquota al 43% per redditi oltre i 50mila euro.
Infine, ultima ipotesi di modifica delle aliquote Irpef potrebbe, infine, prevedere:
  • del 23% per i redditi sotto i 15 mila euro
  • del 27% per i redditi tra 15 mila e 75 mila euro;
  • del 43% per i redditi oltre i 75 mila euro.
Anche in quest’ultimo caso, per la prima fascia di reddito fino a 15mila euro resterebbe ancora l’aliquota al 23%, ma sarebbero garantiti aumenti a chi ha redditi più alti, tra 50mila e 60-75mila euro e i vantaggi maggiori sarebbero per la fascia di reddito medio-alta tra i 15 e i 30mila euro circa.

Altra novità che inciderebbe con aumenti o diminuzioni delle pensioni di reversibilità, vecchiaia e invalidità riguarda il riordino delle detrazioni che dovrebbe rientrare nella nuova riforma fiscale.

L attuale ipotesi di modifica prevede detrazioni differenti in percentuale in base ai redditi conseguiti e che potrebbero essere le seguenti:

  • detrazioni del 4% del reddito per lo scaglione fino a 15mila euro;
  • detrazioni del 3% del reddito per lo scaglione tra 15mila e 50mila euro;
  • detrazioni del 2% del reddito per lo scaglione tra 50mila e 100mila euro;
  • nessuna detrazione per redditi oltre i 100mila euro.
Le nuove detrazioni potrebbero agevolare soprattutto chi ha pensioni di invalidità, reversibilità e vecchiaia più basse, per redditi annui entro i 15mila euro.

Pensioni di invalidità e ulteriori novità attese quest’anno 2023

Con particolare riferimento alle pensioni di invalidità, potrebbero ancora cambiare quest’anno 2023 per effetto del nuovo decreto invalidità voluto dal Pnrr e che dovrebbe arrivare certamente entro la fine dell’anno. 

Si tratta di una novità che non dovrebbe in realtà prevedere misure per aumentare e men che meno diminuire le pensioni di invalidità, ma potenziamento e miglioramento delle misure attualmente a sostegno di invalidi e disabili nonché novità per garantire a queste categorie di persone e relativi familiari che assistono (cargiver) un migliore qualità della vita e di gestione della disabilità.