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Possono ancora cambiare le pensioni di reversibilità, vecchiaia e invalidità quest'anno 2023 per effetto di diverse novità possibili: quali sono e cosa prevedono
Per chi aumenteranno o diminuiranno ancora pensioni di reversibilità, vecchiaia e invalidità quest'anno 2023? I primi mesi del 2023 sono stati decisamente ‘pieni’ per le novità pensioni relative ai calcoli degli importi percepiti per effetto della nuova rivalutazione pensionistica al 7,3% che ha portato ad un ricalcolo degli assegni mensili per tutti nonché per l’aumento delle pensioni minime a 600 euro (per gli over 75 e solo per quest’anno). Ci si chiede allora cosa potrà ancora cambiare per le pensioni quest’anno 2023.
Nei prossimi cedolini che si riceveranno le pensioni di reversibilità, vecchiaia o invalidità potranno aumentare o diminuire a livello di fiscalità e per diversi motivi, dai rimborsi dovuti per il 730, a tasse da pagare, a trattenute da applicare.
Generalmente, per i pensionati i rimborsi 730 vengono effettuati direttamente dall’Inps e in tal caso vale la regola della seconda mensilità, per cui il rimborso viene accreditato la seconda mensilità successiva alla data di consegna della dichiarazione dei redditi. Se, per esempio, il 730 viene presentato entro il 31 maggio, il rimborso viene pagato a luglio.
Per quanto riguarda il pagamento delle tasse, potrebbero contribuire a modificare le pensioni, probabilmente riducendole di qualche decina di euro nei prossimi mesi, considerando che le tasse locali, addizionali Irpef regionali e comunali, sono state aumentate da diverse regioni e Comuni, il che significa dover calcolare una tassazione maggiore sulle pensioni
E ad incidere, negativamente, su pensioni di vecchiaia e reversibilità nei prossimi mesi di quest’anno 2023 potrebbero essere anche le trattenute per le addizionali regionali e comunali relative al 2022, che si pagano generalmente in 11 rate nell’anno successivo a quello a cui riferiscono, da gennaio a novembre. Precisiamo che non sono soggette a tali trattenute fiscali le pensioni di invalidità civile, pensioni o assegni sociali e tutte le prestazioni non soggette a tassazione per particolari motivi.
Le pensioni di reversibilità, vecchiaia e invalidità cambieranno ancora quest’anno 2023 aumentando o diminuendo per effetto della nuova riforma del Fisco che dovrebbe prevedere novità Irpef, con nuove aliquote di tassazione sui redditi, che potrebbero partire già da settembre prossimo o più probabilmente ad inizio 2024, e nuove detrazioni.
Partendo dalla revisione delle aliquote Irpef, sono ancora diverse le ipotesi di modifica ancora al vaglio del governo ma con un unico comune denominatore: qualsiasi sia la revisione delle aliquote Irpef, che il governo vuole ridurre da quattro a tre, saranno agevolate le pensioni di vecchiaia o reversibilità medio-alte più che i bassi importi.
Entrando più nel dettaglio, le attuali quattro aliquote Irpef in vigore sono le seguenti:
Altra ipotesi di revisione Irpef prevede le seguenti aliquote:
Diminuirebbero, invece, le pensioni di chi ha redditi annui sui circa 25mila euro, per cui ci potrebbe essere aumento di tasse di ben 300 euro, mentre non ci sarebbe alcuna novità per la prima fascia di redditi fino a 15mila euro e per l’ultima fascia, cioè per redditi superiori ai 50mila euro, per cui resterebbero confermate le attuali aliquote Irpef, rispettivamente, del 23% e del 43%.
Un’altra ipotesi di revisione Irpef al vaglio del governo che inciderà sulle pensioni di reversibilità e vecchiaia prevede le seguenti nuove aliquote:
Altra novità che inciderebbe con aumenti o diminuzioni delle pensioni di reversibilità, vecchiaia e invalidità riguarda il riordino delle detrazioni che dovrebbe rientrare nella nuova riforma fiscale.
L attuale ipotesi di modifica prevede detrazioni differenti in percentuale in base ai redditi conseguiti e che potrebbero essere le seguenti:
Con particolare riferimento alle pensioni di invalidità, potrebbero ancora cambiare quest’anno 2023 per effetto del nuovo decreto invalidità voluto dal Pnrr e che dovrebbe arrivare certamente entro la fine dell’anno.
Si tratta di una novità che non dovrebbe in realtà prevedere misure per aumentare e men che meno diminuire le pensioni di invalidità, ma potenziamento e miglioramento delle misure attualmente a sostegno di invalidi e disabili nonché novità per garantire a queste categorie di persone e relativi familiari che assistono (cargiver) un migliore qualità della vita e di gestione della disabilità.