Per quali pensioni reversibilità, invalidità, anzianità si possono avere aumenti e in quali casi

di Marianna Quatraro pubblicato il
Per quali pensioni reversibilità, invali

Quali sono i casi in cui è possibile chiedere aumenti delle pensioni e per quali pensioni e come: cosa prevedono norme in vigore

Per quali tipologie di pensioni (reversibilità, invalidità, anzianità, minime) si possono richiedere aumenti e in quali casi? Le tipologie di pensioni e trattamenti previdenziali e assistenziali che vengono riconosciute dall’Inps sono diverse, tutte calcolate ed erogate secondo leggi e regole ben precise. Vediamo quali sono e per quali pensioni si possono richiedere aumenti.

  • Pensioni minime e aumenti con pensione di cittadinanza
  • In quali casi chiedere aumento pensioni di reversibilità
  • Richiedere aumenti per pensioni di invalidità quando è possibile
  • E’ possibile chiedere aumenti per le pensioni di vecchiaia e anticipata? 


Pensioni minime e aumenti con pensione di cittadinanza

Una delle tipologie di pensioni per cui è possibile richiedere aumenti è la pensione minima: si tratta di una integrazione al trattamento minimo che viene riconosciuta dallo Stato a tutti coloro che hanno una pensione di importo basso e che viene aumentato a 515 euro mensili.

Per avere diritto alla pensione minima bisogna comunque raggiungere i requisiti richiesti per la pensione di vecchiaia, vale a dire 67 anni di età e almeno 20 anni di contributi.

L’integrazione fino a 515 euro viene riconosciuta sulla pensione bassa se si rispettano i seguenti limiti reddituali:

  • in misura piena al pensionato solo che ha redditi fino a 6702,54 euro e a quello coniugato con redditi propri entro i 6702,54 euro e con redditi coniugali complessivi entro i 20107,62 euro;
  • in misura parziale con reddito personale fino a 13405,08 euro per il pensionato solo, per quello coniugato con reddito personale entro i 13405,08 euro e reddito coniugale entro i 26810,16 euro.
I titolari di pensioni minime possono richiedere aumenti con la pensione di cittadinanza per integrazioni fino a 780 euro.


In quali casi chiedere aumento pensioni di reversibilità

Chi percepisce una pensione di reversibilità (ai superstiti) bassa può chiedere anche in tal caso aumenti con la pensione di cittadinanza, se l’importo di reversibilità riconosciuto è inferiore ai 780 euro al mese. 

La pensione di reversibilità, trattamento economico che l’Inps eroga ai superstiti dell’assicurato deceduto, spetta per legge ai seguenti familiari del deceduto:

  • coniuge, sia il coniuge separato, sia il coniuge è separato con addebito ma in tal caso solo se titolare di assegno alimentare a carico del coniuge deceduto, sia il coniuge divorziato, se titolare di assegno di divorzio prima del decesso del coniuge e a condizione di non aver contratto nuove nozze, ma, precisiamo, che se il coniuge deceduto si è di nuovo sposato, la pensione di reversibilità viene divisa tra coniuge superstite e coniuge divorziato in quote stabilite dall’autorità giudiziaria;
  • figli, sia legittimi, sia legittimati, sia naturali, sia adottivi, sia legalmente riconosciuti, con età inferiore ai 18 anni, o che siano studenti di scuola media superiore di età compresa tra i 18 e i 21 anni, a carico del genitore deceduto e che non svolgono attività lavorativa, o che siano studenti universitari (e fino a 26 anni) a carico del genitore deceduti, o figli disabili e inabili di qualunque età a carico del genitore deceduto;
  • nipoti, purchè di età inferiore ai 18 anni e a carico del deceduto;
  • genitori, in mancanza del coniuge, dei figli e dei nipoti, con almeno 65 anni di età, che non siano titolari di pensione diretta o indiretta e risultino a carico del deceduto al momento della scomparsa;
  • fratelli celibi e sorelle nubili, in mancanza del coniuge, dei figli, dei nipoti e dei genitori, impossibilitati a lavorare e a carico del defunto.
Per l’importo spettante di pensione di reversibilità, ai superstiti spettano percentuali specifiche rispetto all’importo che il deceduto avrebbe percepito di pensione e anche in questo caso è possibile richiedere aumenti con l’integrazione al trattamento minimo. 

Chi percepisce, infatti, una pensione di reversibilità bassa può integrarla al trattamento minimo, fino a raggiungere 515,58 euro mensili. Hanno diritto all’integrazione al minimo per aumentare la pensione di reversibilità in misura piena coloro che hanno un reddito annuo entro i 6.702,54 euro, cioè al trattamento minimo moltiplicato per 13 mensilità, e in misura parziale coloro che hanno un reddito annuo superiore a 6.702,54 euro, fino a 13.405,08 euro. Se il reddito supera l’importo di 13.405,08 euro, chi percepisce la pensione di reversibilità non ha diritto all’integrazione al minimo.

Richiedere aumenti per pensioni di invalidità quando è possibile

Possono richiedere aumenti per le pensioni anche i titolari di pensioni di invalidità che possono aumentarne i relativi importi con integrazione al minimo e pensione di cittadinanza, ma anche con maggiorazioni spettanti e nei casi in cui vari il grado di invalidità riconosciuto.

Più è alta, infatti, la percentuale di invalidità riconosciuta, più aumenta l’importo della pensione di invalidità che si percepisce.

Con specifico riferimento alle maggiorazioni, i titolari di pensione di invalidità hanno diritto a maggiorazioni fino a 651 euro al mese, da più o meno il 20 luglio 2020, e chi non ha ricevuto il pagamento degli aumenti da tale data può richiedere gli arretrati spettanti direttamente all’Inps. 

E’ possibile chiedere aumenti per le pensioni di vecchiaia e anticipata? 

E poi ci sono le pensioni di vecchiaia e le pensioni anticipate ordinarie (42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi di contributi per le donne a prescindere dall’età): si possono richiedere aumenti di tali tipologie di pensioni con la pensione di cittadinanza se gli importi di pensioni risultano inferiore a determinati importi. 

Stando alle leggi in vigore, infatti, la pensione di cittadinanza è compatibile con la pensione di vecchiaia e con la pensione anticipata nei limiti e secondo i requisiti stabiliti dalle leggi attuali.