Quando e come saranno pagati aumenti pensioni e stipendi realmente, non di sicuro a Gennaio

di Marianna Quatraro pubblicato il
Quando e come saranno pagati aumenti pen

Come aumentano stipendi e pensioni nel 2023 e da quanto si percepiranno effettivi aumenti: i tempi slittano rispetto a gennaio

Quando e come saranno pagati aumenti pensioni e stipendi realmente? Tempo di aumenti per stipendi e pensioni per cui sono state previste misure nella nuova Manovra Finanziaria per garantire a pensionati e lavoratori maggiore potere di acquisto con il caro vita e una inflazione crescente. Ma, stando a quanto riportano le ultime notizie, contrariamente a quanto preannunciato, probabilmente aumenti di stipendi e pensioni non saranno riconosciuti subito a inizio del nuovo anno. Vediamo perché e quando allora si potranno effettivamente avere aumenti di pensioni e stipendi.

  • Quando saranno pagati aumenti di pensioni e stipendi realmente
  • Come aumenteranno stipendi e pensioni nel 2023 

Quando saranno pagati aumenti di pensioni e stipendi realmente

Le ultime notizie confermano che aumenti di pensioni e stipendi annunciati saranno pagati non a gennaio ma probabilmente a febbraio o anche marzo 2023. Il motivo per cui slittano i nuovi pagamenti da gennaio è presto spiegato: i provvedimenti di aumento delle pensioni e degli stipendi, tra nuova rivalutazione e nuovo taglio del cuneo fiscale, sono misure della nuova Manovra Finanziaria che non è ancora stata ufficialmente approvata.

Per le pensioni, l’Inps ha già provveduto a rendere disponibile il cedolino delle pensioni di gennaio 2023 per cui non ha chiaramente avuto tempo di effettuare i dovuti ricalcoli, per cui gli importi di pensione a gennaio saranno minori rispetto al previsto ma in alcuni casi ancor più bassi per effetto delle tasse da pagare, che soprattutto a livello locali sono aumentate. 

Stesso discorso vale per gli aumenti degli stipendi per effetto del nuovo taglio del cuneo fiscale, che contribuirà ancora a ridurre le tasse e aumentare gli importi netti in busta paga il prossimo anno.

Come aumenteranno stipendi e pensioni nel 2023 

Gli aumenti delle pensioni nel 2023 saranno, in generale, nell’ordine di decine di euro al mese per effetto della nuova rivalutazione al 7,3% anche se si tratta di una rivalutazione che non sarà piena per tutti, primo perché bisognerà considerare gli acconti già ricevuti per la rivalutazione anticipata al 2% per pensionati con redditi entro i 35mila euro da ottobre e a dicembre 2022, e secondo perché la rivalutazione avviene in percentuali differenti in base ai redditi percepiti e più si ha una pensione alta meno sarà l’importo della rivalutazione.

Il governo Meloni ha anche rivisto le fasce di rivalutazione pensionistica in base ai redditi, portandole da tre attuali a sei che saranno dal 2023 le seguenti:

  • del 100% per gli assegni fino a 4 volte il minimo, pari a 2.100 euro lordi mensili.
  • dell'85% per pensioni fino a 5 volte al minimo, fino 2.626 euro lordi al mese;
  • del 53% per pensioni fino 6 volte il minimo, fino a 3.150 euro;
  • del 47% per pensioni fino a 8 volte il minimo, pari a 4.200 euro;
  • del 37% per pensioni fino a 10 volte il minimo, fino a 5.250 euro mensili;
  • del 32% per pensioni oltre le 10 volte il minimo.
A contribuire ad aumentare le pensioni 2023, anche se si tratta di un provvedimento che interessa tutti a prescindere dai redditi percepiti e non deciso nella Manovra ma dipende dalle leggi in vigore, c’è anche l’aumento dei coefficienti di trasformazione delle pensioni, che sono stati aumentati rispetto agli attuali, per cui chi andrà in pensione nel 2023 avrà importi più alti. Precisiamo che la novità, come detto, interessa solo coloro che andranno in pensione il prossimo anno e non chi è già in pensione.

Per gli aumenti degli stipendi, saranno invece garantiti dal nuovo taglio del cuneo fiscale che è anch’esso differente in base ai redditi percepiti: stando, infatti, a quanto stabilito dal governo Meloni, il taglio del cuneo fiscale 2023 per aumentare gli stipendi sarà del 3% per chi ha redditi fino a 25mila euro e del 2% per chi ha redditi tra 25mila e 35mila euro. Nessun aumento, invece, sarà previsto per effetto del taglio del cuneo fiscale per coloro che percepiscono stipendi annui superiori ai 35mila euro.