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Come cambiano e si calcolano le rivalutazioni 2023 di pensioni di reversibilità, vecchiaia, invalidità e chi e quanto perde
Quanto perdono le pensioni di reversibilità, vecchiaia, invalidità con rivalutazione 2023? Cambiano gli importi delle pensioni dal prossimo anno: una volta esauritasi la misura della rivalutazione anticipata al 2% il 31 dicembre 2022, dal primo gennaio 2023 scatterà la nuova rivalutazione pensionistica su indice al 7,3%, provvisorio e che potrebbe essere rivisto in corso d’anno considerando gli andamenti dei prezzi a novembre e dicembre, e quindi aumentato forse dello 0,4-0,5% o addirittura l’1% con successivo eventuale riconoscimento di conguagli ai pensionati durante l’anno.
Tuttavia, la rivalutazione delle pensioni nel 2023 con indice al 7,3% avverrà su percentuali differenti rispetto a quelle ristabilite dal governo Draghi. Vediamo allora quanto perdono le pensioni con nuova rivalutazione.
Tuttavia, la rivalutazione al 7,3% non significa che tutte le pensioni di reversibilità, vecchiaia, invalidità saranno interamente rivalutate su tale indice. Esistono, infatti, diverse percentuali di rivalutazione delle pensioni in base ai redditi percepiti e che chiaramente privilegiano sempre chi percepisce redditi più bassi.
Inoltre, il governo Meloni ha anche rivisto le percentuali di rivalutazione delle pensioni in base ai redditi che erano state ristabilite dal governo Draghi dopo un periodo di blocco. Le percentuali di rivalutazione reintrodotte dal governo Draghi erano le seguenti:
La rivalutazione al 7,3% nel 2023 è ben vista da tutti coloro che si aspettano grandi aumenti mensili dei propri trattamenti. Ma non per tutti la nuova rivalutazione sarà effettivamente così positiva come si immagina.
A fare la differenza tra conti reali di rivalutazione delle pensioni nel 2023 e aspettativa ci sono diversi elementi, come:
Per fare un esempio di calcolo di quanto perderanno le pensioni di reversibilità, vecchiaia, invalidità, anticipare con la rivalutazione 2023, considerando una pensione di mille euro, da gennaio 2023 aumenterà fino a 1.088 circa considerando la rivalutazione al 120% invece che fermarsi a 1.073 con la precedente percentuale di rivalutazione al 100%, per una pensione da 1.200 euro, la rivalutazione sarà al 100% per un totale di 1.087 euro al mese, che salgono a 116 euro in più al mese per chi prende una pensione di 1.600 euro.
Per una pensione di 2.200 euro, la rivalutazione 2023 porterà aumenti mensili di 129 euro al posto di 144 euro che si sarebbero avuti con la precedente rivalutazione al 90%, che diventano 112 euro in più al mese per chi prende pensioni di 2.800 euro invece che 153 della precedente percentuale di rivalutazione e così via.
E’ chiaro come riducendosi le percentuali rivalutative all’aumentare delle pensioni percepite, i trattamenti man mano più alto si rivalutano meno e quindi ci perdono. Inoltre, c’è da considerare che molto probabilmente sugli importi di pensione da rivalutare nel 2023 bisogna calcolare gli acconti già ricevuti della rivalutazione anticipata al 2% fino a dicembre 2022.
Il 31 dicembre, infatti, la misura cessa i suoi effetti, per cui dal primo gennaio 2023 la rivalutazione ufficiale al 7,3% sarà calcolata sull’importo di pensione percepito da ogni pensionato e aumentato già al 2%.
Chi ha, infatti, pensioni entro i 2.692 euro al mese ha già ricevuto un acconto di aumento della pensione del 2% da ottobre a dicembre, per cui a gennaio 2023 avrà probabilmente un aumento solo del 5,3%. Potranno calcolare la rivalutazione al 7,3% i pensionati con importi mensili dai 2.692 euro in poi ma, come spiegato, comunque non si tratterà di una rivalutazione piena perché avverrà sulle diverse percentuali di rivalutazione per reddito.