Riforma fisco e delega modificano pensioni vecchiaia, reversibilità e invalidità molto più che riforma pensioni

di Marianna Quatraro pubblicato il
Riforma fisco e delega modificano pensio

Come e perché la delega fiscale e relativa riforma si prepara a cambiare effettivamente le pensioni in attesa sempre più una riforma pensioni strutturale concreta

Come la riforma fiscale cambierà di più pensioni reversibilità, vecchiaia, invalidità rispetto alla riforma delle pensioni stesse? La riforma delle pensioni 2024 tanto annunciata dal governo Meloni in campagna elettorale sembra bloccata: diverse novità pensioni annunciate con il Decreto Lavoro approvato lo scorso primo maggio sono saltate, gli incontri tra governo e sindacati avviati a inizio anno sono poi stati bloccati, le risorse economiche necessarie per la reale approvazione di novità pensioni strutturali mancano.

Ora a fine mese, stando a quanto riportano le ultime notizie, dovrebbero ripartire gli incontri tra governo e sindacati ma più che appuntamenti pronti a tracciare linee da seguire si preannunciano come appuntamenti per impostare il lavoro da portare avanti per le pensioni e si tratta di un percorso che potrebbe essere molto lungo, considerando la mancanza di soldi.

Nell’attesa di una vera e propria definizione di una riforma delle pensioni strutturale che riveda gli attuali requisiti pensionistici consideranti troppo rigidi tanto per la pensione di vecchiaia (67 anni di età e almeno 20 anni di contributi) quanto per la pensione anticipata ordinaria (42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e un anno in meno per le donne senza alcun requisito anagrafico specifico), si va verso una nuova riforma fiscale che potrebbe effettivamente cambiare le pensioni. Vediamo come.

  • Riforma fiscale pronta a cambiare le pensioni con nuove aliquote Irpef
  • Nuove detrazioni e deduzioni riforma fisco 2023 modificano le pensioni

Delga fiscale pronta a cambiare le pensioni con nuove aliquote Irpef

Il primo motivo per cui la riforma fiscale si prepara a cambiare le pensioni, di vecchiaia e reversibilità ma non le pensioni di invalidità, rispetto ad una vera e propria riforma pensioni ancora in alto mare, è la revisione delle aliquote Irpef di tassazione sui redditi.

In particolare, il governo vuole ridurre le attuali quattro aliquote Irpef portandole a tre ma diverse sono ancora le ipotesi in discussione sulle tre nuove aliquote da approvare in base ai diversi scaglioni di reddito. 

Le quattro aliquote Irpef ora in vigore in base agli scaglioni di reddito sono le seguenti:

  • del 23% per redditi fino a 15.000 euro; 
  • del 25% per redditi tra 15.000 e 28.000 euro; 
  • del 35% per redditi tra 28.000 e 50.000 euro; 
  • del 43% per redditi oltre i 50.000 euro.
Tra le prime ipotesi di revisione Irpef c’è quella che prevederebbe le seguenti nuove aliquote:
  • del 23% per chi ha redditi fino a 15mila euro;
  • del 27% per chi ha redditi tra 15mila-50mila euro;
  • del 43% per chi ha redditi superiori ai 50mila euro.
Con queste tre nuove aliquote Irpef, chi ha redditi annui tra 28mila euro e 50mila euro annui, cioè chi percepisce pensioni tra 2.150 euro circa e 3.700 euro al mese circa, avrebbe aumenti degli importi mensili, considerando che l’aliquota Irpef si ridurrebbe passando dal 35% al 27%. 

Per chi ha invece redditi annui sui circa 25mila euro, si verificherebbe un aumento di tasse di ben 300 euro, mentre non ci sarebbe alcuna novità per la prima fascia di redditi fino a 15mila euro e per l’ultima fascia, cioè per redditi superiori ai 50mila euro, per cui resterebbero confermate le attuali aliquote Irpef, rispettivamente, del 23% e del 43%.

Altra ipotesi di revisione Irpef prevederebbe le seguenti aliquote:

  • del 23% per redditi fino a 28.000 euro; 
  • del 33% per redditi tra 28mila e 50mila euro;
  • del 43% per redditi oltre i 50mila euro.
Con questa nuova ipotesi, cambierebbero decisamente gli importi delle pensioni di chi ha redditi da 25mila euro all’anno, che pagherebbe circa 200 euro di tasse in meno, per arrivare fino a circa 700 euro per chi ha redditi più alti. Con pensioni, dunque, più sostanziose.

Altra ipotesi di revisione Irpef prevederebbe le seguenti tre nuove aliquote:

  • aliquota del 23% per i redditi sotto i 15 mila euro;
  • aliquota del 27% per i redditi tra 15 mila e 75 mila euro;
  • aliquota del 43% per i redditi oltre i 75 mila euro.
In questo caso, le modifiche interesserebbero chi ha redditi più alti tra 50mila e 75mila euro con risparmi sulle tasse da pagare e contestuali aumenti delle pensioni, mentre per chi redditi tra i 15mila e 28mila euro l’aliquota di tassazione salirebbe dall’attuale 25% al 27%, implicando un aumento delle tasse da pagare.

Ultima ipotesi di revisione Irpef proposta nella nuova riforma fisco prevede le seguenti nuove aliquote:

  • aliquota del 23% per redditi da 8.500 euro e fino a 28mila euro;
  • aliquota del 35% per redditi da 28.001 euro a 50mila euro;
  • aliquota del 43% per redditi oltre i 50mila euro.
In quest’ultimo caso, le modifiche interesserebbero chi ha redditi tra i 15mila e i circa 30mila euro, con riduzione delle tasse da pagare tra i circa 50-60 euro per i redditi più bassi, per arrivare fino a 700-1.200 euro per chi ha redditi più alti.

Nuove detrazioni e deduzioni in riforma fisco e delega modificano le pensioni

La nuova riforma del Fisco si prepara a cambiare pensioni di reversibilità, vecchiaia a invalidità anche con nuove detrazioni e nuove deduzioni annunciate. Si tratta di un piano di revisione che potrebbe portare ancora una volta a modificare gli importi delle pensioni percepiti. 

Per quanto riguarda le detrazioni, l’ipotesi al momento al vaglio prevede uno schema di diverse percentuali di detrazioni in base ai redditi conseguiti e che potrebbero essere le seguenti:

  • detrazioni del 4% del reddito per lo scaglione fino a 15mila euro;
  • detrazioni del 3% del reddito per lo scaglione tra 15mila e 50mila euro;
  • detrazioni del 2% del reddito per lo scaglione tra 50mila e 100mila euro;
  • nessuna detrazione per redditi oltre i 100mila euro.
Il calcolo delle nuove detrazioni certamente inciderà aumentando gli importi delle pensioni, anche se è difficile dire con certezza quanto. Stesso discorso vale per le nuove deduzioni, che permettono di avere una base imponibile ridotta rispetto al reddito complessivo e pagare dunque meno tasse Irpef.

Quando, infatti, si riduce l’imponibile ai fini fiscali, si abbassa il reddito e quindi anche le tasse da pagare sono minori. Per le pensioni, le eventuali nuove deduzioni potrebbero agire direttamente sull’importo di determinati trattamenti pensionistici o di pensioni percepite da chi ha problemi particolari e riguardare spese mediche, o per trasporto, o spese per ausili, come girelli per camminare o stampelle, sedie a rotelle, ecc.