riforma pensioni importanti modifiche eta importi
Come potrebbero cambiare le pensioni nel 2023-2023 con nuove età e importi se si seguisse l’esempio di altre riforme previdenziali al vaglio: ecco le possibili novità
Ci si chiede ormai da troppo tempo come potrebbe cambiare l’attuale riforma pensioni, tra nuove età di uscite e possibilità ancor diverse per specifiche categorie di lavoratori: si discute da molti anni di una riforma strutturale delle attuali pensioni ma il 2022 si è chiuso con nessuna novità sostanziale e strutturale per le pensioni.
Gli avvenimenti imprevisti che si sono verificati nel corso dell’anno e le priorità, inaspettate, che si è trovato a risolvere il governo, Draghi prima e Meloni dopo, hanno portato a mettere ancora da parte una vera e propria riforma delle pensioni 2023 che, però, dovrebbe essere nuovamente discussa nel corso di quest’anno, sempre alla luce delle disponibilità economiche che il nostro Paese ha per la revisione della previdenza. Tuttavia, stando a quanto riportano le ultime notizie, per la riforma delle pensioni 2023-2023 si apre una strada importante per sostanziali modifiche di età e importi. Vediamo di cosa si tratta.
Tuttavia, in mancanza delle risorse economiche necessarie per una totale revisione dell’attuale riforma delle pensioni, il governo italiano non può muoversi come vorrebbe per le pensioni ma una strada potrebbe aprirsi sulla scia del modello francese, che sarebbe accettato dall'Unione Europea (cosa non di poco conto, anzi fondamentale)
La prima ministra francese, Elisabeth Borne, ha, infatti, annunciato una riforma delle pensioni per uscire dal lavoro a 64 anni. L’età pensionabile a 64 anni sarà progressivo e le nuove regole saranno ufficialmente in vigore nel 2030.
In Francia, la proposta di una riforma pensioni che preveda una uscita a 64 anni sta suscitando diverse proteste, considerando che l’età per uscire verrebbe aumentata di due anni rispetto all’attuale di uscita che è di 62 anni, ma se l’Italia dovesse seguire tale modello, allora sarebbe certamente positivo per il nostro Paese, dove l’età pensionabile oggi è fissata a 67 anni.
Andare in pensione a 64 anni, per tutti, uomini e donne, significherebbe un allentamento dei requisiti attuali previsti dalla Legge Fornero, pur se sarebbe un’età più alta di pensionamento rispetto a quella chiesta da tempo di 62 anni, e non mancherebbero possibili eccezioni per una ulteriore riduzione dei requisiti di uscita per specifiche categorie di lavoratori come usuranti o precoci
Se l’Italia nel suo impianto di riforma delle pensioni dovesse seguire il modello francese, cambierebbe non solo l’età di uscita, abbassandosi da 67 a 64 anni di età, ma anche l’importo di pensione da riconoscere. Con le novità decise dal governo Meloni per il 2023, l’importo delle pensioni minime da riconoscere, solo per il 2023, e solo per gli over 75, è di 600 euro.
Se la riforma delle pensioni italiana dovesse seguire quella francese, l’importo delle pensioni dovrebbe essere aumentato fino a 1.200 euro, ben più anche dei mille euro che da sempre rilancia Forza Italia come aumento delle pensioni minime.
Secondo quanto si sta discutendo in Francia, i lavoratori che hanno sempre avuto redditi intorno allo Smic, che sarebbe il loro salario minimo, partiranno con una pensione pari all’85% dell’importo percepito, con un aumento di circa 100 euro, per importi medi di circa 1.200 euro al mese, secondo alcune simulazioni effettuate. Ci si chiede, però, se davvero l’Italia potrebbe essere in grado, da un punto economico, di riuscire a garantire per tutti pensioni minime di 1.200 euro.