Riforma pensioni 2023, scenari positivi o negativi probabili se cade Governo Draghi

di Marianna Quatraro pubblicato il
Riforma pensioni 2023, scenari positivi

Riforma pensioni 2023 cosa succede cade Governo

Quali sono gli scenari che potrebbero aprirsi se cade governo Draghi e quali conseguenze potrebbero avere su nuova riforma pensioni 2023

Quali sono gli scenari possibili per la riforma pensioni 2023 se cade il governo Draghi? Il governo italiano ancora, di nuovo, in crisi: ad aprire la nuova crisi di governo lo strappo dell’ex premier, ora leader del M5S, Giuseppe Conte, una nuova posizione, per tanti inaspettata, che potrebbe portare verso una ennesima caduta di governo con tutte le conseguenze che ne deriverebbero, non solo a livello politico ma anche e soprattutto economico, tecnico e sociale. Vediamo quali potrebbero essere conseguenze e scenari possibili per novità pensioni con la caduta del governo Draghi.

  • Riforma pensioni 2023 ipotesi tenuta governo Draghi
  • Ipotesi governo tecnico se cade governo Draghi e conseguenze per pensioni 2023
  • Elezioni subito se cade governo Draghi e cosa potrebbe cambiare per riforma pensioni 2023

Riforma pensioni 2023 ipotesi tenuta governo Draghi

Nonostante strappi, distanze, incontri, discussioni, tra le ipotesi al momento in circolazione sulla crisi di governo c’è quella di mantenere il governo ancora in piedi.

L’impegno sembra, infatti, essere quello di cercare di mantenere il governo e non farlo cadere, considerando anche che il prossimo anno si andrà comunque ad elezioni, tenendo una maggioranza diversa o con un sostegno esterno.

Se così dovesse concludersi questo momento di crisi, ci sarebbe l’impegno da parte di tutti a lavorare su diversi punti che accomunano tutte le parti politiche e al momento necessari, vale a dire misure per aumentare stipendi e pensioni, considerando la necessità primaria di dare maggiore potere di acquisto a lavoratori e pensionati visto l’andamento di inflazione e rialzo dei prezzi. 

Il forte impegno ad aumentare gli importi di pensione sarebbe in questo scenario di tenuta del governo accompagnato dallo studio di nuove soluzioni ponte per pensioni anticipate, misure che sarebbero un contentino in confronto alla riforma pensioni 2023 strutturale che si attendeva per il prossimo anno.

Per evitare, però, il pieno ritorno alla Legge Fornero dal primo gennaio 2023 le ipotesi sarebbero, al momento, solo quelle di proroga ed estensione dell’ape social e di rendere strutturale opzione donna, ma non c’è nessuna conferma in merito ancora e la certezza è che comunque anche quest’anno si chiuderebbe con un nulla di fatto concreto per una vera riforma pensioni.  

Ipotesi governo tecnico se cade governo Draghi e conseguenze per pensioni 2023

Altro scenario che potrebbe aprirsi nel caso di una caduta del Governo Draghi sarebbe quello di instaurazione di un governo tecnico fino alla fine della legislatura, che potrebbe portare avanti l’impegno sugli aumenti delle pensioni necessari comunque per contrastare le chiare difficoltà economiche che si stanno affrontando.

Elezioni subito se cade governo Draghi e cosa potrebbe cambiare per riforma pensioni 2023

Ultimo scenario che potrebbe profilarsi nel caso di caduta del governo Draghi è quello di andare ad elezioni subito dopo l’estate, per settembre-ottobre, elezioni spinte da tutti e in tal caso si dovrebbe chiudere in tempi brevi una manovra economica con interventi immediati sulle pensioni e anche più strutturali, perché la partita delle elezioni si giocherebbe certamente sulle pensioni.

E tra le proposte dei partiti già più volte ribadite per una nuova riforma delle pensioni vi sono quota 41 per tutti per andare in pensione solo con 41 anni di contributi e senza alcun requisito anagrafico da parte della Lega, maggiore flessibilità in uscita a 62 o a 64 anni con ricalcolo contributivo e penalizzazioni per ogni anno di uscita anticipata, insieme a prorogata ed estensione di Ape social e opzione donna da rendere strutturale per il Pd. 

Senza dimenticare la nuova proposta avanzata di quota 103, per andare in pensione dal primo gennaio 2023 a 65 anni con 38 anni di contributi o a 64 anni con 39 anni di contributi, al posto della quota 102 che, come previsto da legge, si esaurirà il 31 dicembre 2022.