Riforma pensioni 2023, tutto quello che di importante è successo a maggio

di Marianna Quatraro pubblicato il
Riforma pensioni 2023, tutto quello che

Rifora pensioni 2023, cosa è successo a maggio? Tra nuove proposte, conferme e smentite su quota 104, quota 41, opzione donna e tanto altro.

Il mese di maggio è stato molto ricco di novità per quanto riguarda il dibattitto sulla riforma pensioni 2023 anche se si è chiuso con tante incertezze, dubbi, ma anche aspettative tra posizioni espresse dall’Ue, nuove proposte di riforma pensioni da partiti politici e sindacati, posizioni espresse da tecnici e presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, non solo sulle pensioni anticipate ma anche su eventuali aumenti degli importi ancora il prossimo anno. Vediamo allora tutto quello che è successo sulla riforma pensioni 2023 a maggio.

  • Ministro Orlando assicura ripresa discussioni su riforma pensioni
  • Ue sembra bloccare riforma pensioni 2023 in Italia
  • Riforma pensioni 2023 tra proposte, conferme e smentite da presidente Inps Tridico
  • Posizioni e proposte partiti politici e sindacati per riforma pensioni 2023

Ministro Orlando assicura ripresa discussioni su riforma pensioni

Il mese di maggio si è aperto con spiragli di speranza per una nuova riforma delle pensioni 2023 per le affermazioni del ministro del Lavoro, Andrea Orlando, che ha assicurato che il progetto di una riforma strutturale delle pensioni non è stata cancellato e che anzi sarebbe stato ripreso non appena possibile. 

Nessun cenno dal governo ai tempi certi di ripresa delle effettive discussioni per novità da definire entro la fine dell’anno e sono al momento tanti i dubbi su ciò che di concreto si riuscirà effettivamente a fare, perché se la questione sarà affrontata troppo tardi, si rischia di non riuscire a definire novità pensioni strutturali nel 2023 e il pieno ritorno alla Legge Fornero.

Ue sembra bloccare riforma pensioni 2023 in Italia

E’ forse proprio il pieno ritorno alla Legge Fornero sulle pensioni dal 2023 quello che l’Ue auspica nel nostro Paese. Secondo Bruxelles, infatti, considerato l’ormai sempre più alto debito pubblico italiano nonché gli interventi più urgenti e necessari in cui investire risorse considerando le conseguenze della guerra in Ucraina nonché il generalizzato aumento dei prezzi, da carburanti a energia, gas, generi alimentari, non ci sarebbero margini di margini di intervento sulle pensioni.

Per l'Ue, solo il pieno ritorno alla legge Fornero sulle pensioni sarebbe l’unica strada effettivamente in grado di assicurare sostenibilità finanziarie e ciò significherebbe dal prossimo anno andare in pensione solo di vecchiaia a 67 anni di età e con 20 anni di contributi o in pensione anticipata ordinaria con 42 anni e dieci mesi di contributi per gli uomini e un anno in meno per le donne indipendentemente dall’età e senza più possibilità di uscite prima con quota 102, opzione donna, ape social.

Riforma pensioni 2023 tra proposte, conferme e smentite da presidente Inps Tridico

Prima pessimista e poi possibilista si è dimostrato in questo mese di maggio, in maniera altalenante, il presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, ha in un primo momento ha espresso pessimismo su effettivi interventi sulle pensioni, sia su pensioni anticipate che su possibilità di aumentarne gli importi a causa di altre priorità da affrontare, ma che poi, solo qualche giorno fa, ha aperto a nuove possibilità di interventi per una riforma delle pensioni 2023, spiegando che al Ministero si lavora per trovare soluzioni di novità per le pensioni che possano combinare flessibilità in uscita per tutti e sistema contributivo, per non intaccare la sostenibilità finanziaria.

Qualche settimana fa, lo stesso presidente Inps aveva lanciato la sua proposta di uscita prima con la cosiddetta pensione in due tempi, meccanismo per consentire a chi lo desiderasse di andare in pensione prima ricevendo una parte della pensione, quella contributiva, prima dei 67 anni, e una parte della pensione, quella retributiva, una volta raggiunti i normali requisiti per la pensione di vecchiaia di 67 anni di età e almeno 20 anni di contributi.

Per la pensione a due tempi bisognerebbe raggiungere almeno 63 o 64 anni di età, aver maturato almeno 20 anni di contributi versati allo Stato e una quota contributiva di pensione di importo pari o superiore a 1,2 volte l'assegno sociale.

Posizioni e proposte partiti politici e sindacati per riforma pensioni 2023

Durante il mese di maggio si sono susseguite posizioni e proposte da parte di partiti politici e sindacati su una possibile riforma delle pensioni 2023 che possa garantire non solo maggiore flessibilità in uscita per tutti ma anche misure specifiche per giovani e donne nonché definire aumenti degli importi per tutte le pensioni, soprattutto per sostenere un potere di acquisto dei pensionati che rischia di crollare, alla luce della attuale situazione economica, senza equo adeguamento. 

Interessante la proposta arrivata da Forza Italia di una quota 104, al posto di quota 102 che alla fine di quest’anno di esaurirà, e da affiancare alla quota 41 proposta e rilanciata a più ripresa dalla Lega, ma sostenuta anche dai sindacati. 

Concordi, inoltre, tutti i partiti sulla possibilità di rendere strutturale l’opzione donna per permettere alle lavoratrici sia dipendenti che autonome di andare in pensione prima, rispettivamente, a 58 e 59 anni di età e con 35 anni di contributi e sempre con ricalcolo contributivo della pensione finale.  

Tra le diverse proposte per novità pensioni 2023 c’è anche quella avanzata dal presidente della Corte dei Conti Carlino che ha parlato della necessità di garantire una maggiore flessibilità in uscita mantenendo, però, un sistema contributivo per assicurare sempre sostenibilità economica e ha proposta l’idea di una uscita ad un’età fissa per tutti.