Riforma pensioni, cosa ci sarā subito in manovra finanziaria ripreso da delega fiscale approvata (e non solo)

di Marianna Quatraro pubblicato il
Riforma pensioni, cosa ci sarā subito in

Quali sono le misure per le pensioni che potrebbero rientrare nella prossima Manovra Finanziaria tra novitā e provvedimenti ripresi dalla delega fiscale

Cosa ci sarà subito in Manovra Finanziaria per la riforma fiscale tra le misure riprese dalla delega fiscale approvata? Il governo Meloni, ancor prima del suo insediamento, aveva l’intenzione di modificare le attuali pensioni procedendo ad una totale revisione strutturale dell’attuale legge pensionistica Fornero, progetto che nel tempo è venuto meno a causa di altre priorità emerse soprattutto a seguito della pandemia e del conflitto ucraino-russo, per cui ci si chiede se e quali novità pensioni ci potranno effettivamente essere nella nuova Manovra.

Le ultime ipotesi parlano anche della ripresa di alcune misure già inserite nella delega fiscale che avrebbero deciso impatto sulle pensioni.

  • Riforma pensioni tra novità Irpef e detassazioni in Manovra Finanziaria riprese da delega fiscale
  • Riforma pensioni e detrazioni in Manovra Finanziaria riprese da delega fiscale 

Riforma pensioni tra novità Irpef e detassazioni in Manovra Finanziaria riprese da delega fiscale

Secondo quanto riportano le ultime notizie, tra le misure che potrebbero rientrare nella prossima Manovra Finanziaria riprese dalla delega fiscale potrebbero esserci le modifiche Irpef.

Come ben sappiamo, il governo con la nuova delega fiscale punta a ridurre le aliquote Irpef di tassazione sui redditi, portandole dalle attuali quattro a tre, e a rivedere la soglia della no tax area, cioè per coloro che hanno una soglia di reddito al di sotto della quale non si deve pagare alcuna tassa.

Se, da una parte, la vera e propria revisione dell’Irpef sarebbe difficile da attuare nella prossima Manovra, perché richiederebbe troppe risorse e dovrebbe essere fatta con apposita legge, probabilmente si lavorerà solo sulla nuova no tax area, intervenendo cioè per chi ha redditi più bassi. 

Più facile che vengano riprese in Manovra Finanziaria misure della delega fiscale come detassazione della tredicesima e bonus una tantum di 150-200 euro per garantire nuove aumenti delle pensioni e dare ai pensionati maggiore potere di acquisto contro una inflazione che continua ad essere molto alta e il caro prezzi costante. 

Riforma pensioni e detrazioni in Manovra Finanziaria riprese da delega fiscale 

Ulteriori modifiche per le pensioni che potrebbero rientrare nella nuova Manovra Finanziaria riprese dalla delega fiscale potrebbero riguardare detrazioni ma anche deduzioni da applicare alle pensioni. 

La delega fiscale comprende, infatti, non solo revisione delle aliquote Irpef ma anche riordino delle detrazioni e novità per le deduzioni. Partendo dalle detrazioni, l’ipotesi di cui si discute è di introdurre nuove detrazioni in base ai redditi e che potrebbero essere le seguenti:

  • del 4% del reddito per lo scaglione fino a 15mila euro;
  • del 3% del reddito per lo scaglione tra 15mila e 50mila euro;
  • del 2% del reddito per lo scaglione tra 50mila e 100mila euro;
  • nessuna detrazione per redditi oltre i 100mila euro.
Passando alle deduzioni, che permettono di avere una base imponibile ridotta rispetto al reddito complessivo e pagare dunque meno tasse Irpef, si pensa a definire nuovi costi da portare direttamente in deduzioni sugli importi di pensione, come, per esempio, deduzioni di spese mediche, o per trasporto, o spese per ausili, come girelli per camminare o sedie a rotelle, ecc. e anche in tal caso la novità potrebbe interessare solo determinati trattamenti pensionistici o tipologie di pensioni percepite da chi ha problemi particolari, come le pensioni di invalidità. 

Possibili novità per pensioni anticipate e aumenti importi in nuova Manovra Finanziaria

Al di là delle misure della Manovra che potrebbero derivare dalla delega fiscale per le pensioni, il governo discute di specifiche novità pensioni sia anticipate e sia per aumentarne gli importi da inserirvi, a partire dalla proroga di alcuni sistemi di uscita anticipata, come l’ape social, che però potrebbe essere ampliata a comprendere anche altre categorie di lavoratori usuranti e gravosi, o ulteriore proroga per tutto il 2024 della quota 103, per permettere ai lavoratori di andare in pensione prima a 62 anni di età e con 41 anni di contributi.

In ballo c’è anche un nuovo scivolo pensionistico per le donne over 60, che dovrebbe avere lo stesso funzionamento dell’Ape social, prevedendo cioè il pagamento di una indennità fino al compimento del 67esimo anno di età, per poi iniziare a percepire la normale pensione

Si parla, però, anche di quota 41 per tutti, per permettere a tutti di andare in pensione con 41 anni di contributi e senza alcun requisito anagrafico ma accettando di calcolare la propria pensione finale solo con sistema contributivo, e della nuova quota 96. Si tratterebbe di un nuovo sistema per andare in pensione prima a 61 anni d'età e con 35 anni di contributi ma solo per alcune categorie di persone, a partire da lavoratori impegnati in attività gravose e usuranti.

In discussione ci sono anche novità per aumentare le pensioni, a partire dalle pensioni minime. Dopo l’aumento già deciso per quest’anno, l’intenzione del governo è di aumentare ancora le pensioni minime il prossimo anno, portandole da 600 a 700 euro.

E la prossima Manovra Finanziaria sarà il provvedimento in cui si deciderà anche per la rivalutazione pensionistica 2024, relativamente al nuovo indice perequativo da stabilire con aspettative di cambiamenti positivi per evitare che gli aumenti delle pensioni il prossimo anno non siano più bassi rispetto al previsto come già accaduto quest’anno.

La rivalutazione delle pensioni avviene ogni in base all’andamento di inflazione e dei prezzi al consumo Istat ma, secondo le previsioni, se entro ottobre non si decide un indice rivalutativo adeguato effettivamente all’inflazione vigente, gli aumenti delle pensioni 2024 saranno inferiori a quanto dovrebbero.

Se, infatti, l’inflazione ora è al 6,4% circa e probabilmente a fine anno resterà sullo stesso livello, tra 6% e 7%, l’indice di rivalutazione delle pensioni per il 2024 dovrebbe essere almeno al 6% ma, molto probabilmente più basso, forse al 4%, e si tratta di ripetere quanto già accaduto quest’anno, visto che l’inflazione a fine anno 2022 si attestava sull’11% ma l’indice di rivalutazione per il 2023 è stato fissato al 7,3%, alto certamente rispetto al solito ma che avrebbe dovuto essere almeno al 10% per garantire un effettivo maggiore potere di acquisto ai pensionati.