Come potrebbero cambiare le pensioni nel 2024 con nuova riforma in discussione: modifiche possibili e ipotesi per nuove uscite
Quali sono le modifiche più probabili attese per una riforma delle pensioni di reversibilità, vecchia e invalidità nel 2023-2024? Sono ripartiti i nuovi incontri tra governo e sindacati per la definizione di una nuova riforma delle pensioni che, presumibilmente, dovrebbe essere definita nel corso di quest’anno per poi prendere il via dal 2024 e prevedere finalmente veri e propri cambiamenti strutturali dell’attuale Legge Fornero. Vediamo allora cosa potrebbe cambiare e quali sono le ipotesi di modifiche pensioni attualmente sul tavolo del governo.
Le ipotesi al momento sul tavolo, e che potrebbero tornare in discussione a febbraio quando è un programma il nuovo incontro tra governo e forze sociali, sono modificare l’età di uscita dal lavoro, abbassandola.
I sindacati puntano sui 62 anni di età e almeno 20 anni di contributi ma l’orientamento del governo potrebbe essere quello suggerito dal modello di riforma pensioni in Francia, cioè andare in pensione a 64 anni di età.
Si tratterebbe di due anni in più necessari per uscire rispetto a quanto richiesto dai sindacati ma comunque tre anni in meno per andare in pensione rispetto a quanto attualmente previsto dalle norme in vigore. Per il superamento della Legge Fornero, si parlerebbe anche (finalmente per tanti) di una quota 41 per tutti, consentendo a tutti di andare in pensione con soli 41 anni di contributi a prescindere dal requisito anagrafico.
Stando a quanto dichiarato nei giorni scorsi dal ministro del Lavoro, Marina Calderone, le ulteriori priorità su cui si dovrà lavorare sono giovani e donne, definendo nuove misure ad hoc per garantire una pensione dignitosa, un domani, ai giovani di oggi, per evitare che diventino pensionati poveri, e rivedendo l’opzione donna per agevolare l’uscita dal lavoro delle lavoratrici, sia dipendenti che autonome.
Con particolare riferimento ai giovani, la ministra Calderone ha chiaramente spiegato che saranno verificate forme di garanzia pensionistica per carriere contributive discontinue, saranno definite forme di potenziamento della posizione pensionistica per formare in modo consapevole una futura rendita adeguata al tenore di vita con oneri calcolati secondo i principi generali dell’ordinamento pensionistico italiano.
La riforma pensioni 2023-2024 dovrebbe anche prevedere una razionalizzazione degli attuali strumenti di prepensionamento, con agevolazioni e forme sostenibili di compartecipazione fra oneri a carico del datore di lavoro e dello Stato per l’uscita dei lavoratori più vicini alla pensione.
Ogni novità pensione che sarà decisa relativa a modifiche delle pensioni di vecchiaia dovrebbe cancellare tutte le misure ponte finora in vigore, dalla quota 102, all’ape social, ecc. E tra le altre modifiche più probabili in arrivo nel 2023-2024 per le pensioni potrebbero esserci le seguenti:
Per le pensioni di reversibilità, le modifiche più probabili in arrivo riguardano soprattutto la conversione in legge di sentenza già arrivate dalla Corte di Cassazione sul riconoscimento della pensione di reversibilità a separati e sul calcolo degli importi del trattamento ai superstiti.
Entrando più nel dettaglio, la Corte di Cassazione si è recentemente espressa sul diritto a percepire la pensione di reversibilità dai superstiti e ha stabilito che la prestazione deve spettare al coniuge separato, anche con addebito, e non solo se il coniuge percepisce l’assegno alimentare a carico del coniuge deceduto. Dunque, la pensione di reversibilità spetta anche all’ex coniuge anche se non percepisce alcun assegno.
Sempre la Corte Costituzionale, con un’altra recente sentenza, sul calcolo degli importi delle pensioni di reversibilità da riconoscere ai superstiti, ha stabilito che se il superstite che ha diritto a percepire la prestazione percepisce altri redditi ma le riduzioni non possono e non devono mai superare le stesse entrate del beneficiario. Secondo la Corte, infatti, nel caso di cumulo di pensione di reversibilità con redditi aggiuntivi non si può calcolare una decurtazione superiore all’importo di tali redditi, stabilendo nuovi limiti per le riduzioni.
Passando alle pensioni di invalidità, le modifiche più attese riguardano gli aumenti degli importi delle prestazioni, Anche se quest’anno, infatti, le pensioni di invalidità sono aumentate per effetto della rivalutazione pensionistica al 7,3% che si calcola anche su tali prestazioni, non basta per adeguare effettivamente gli importi che si ricevono alle necessità dei titolati delle pensioni di invalidità che percepiscono troppo poco ormai da troppo tempo.
Strettamente collegato alle novità attese per gli aumenti delle pensioni di invalidità c’è il nuovo piano di revisione generale delle misure a sostegno delle persone invalide che inizia già a cambiare con il nuovo Dll anziani approvato dal governo Meloni, per andare sempre più incontro a persone anziane non autosufficienti, e il debutto del nuovo assegno unico per anziani, che si prepara ad inglobare l’attuale indennità di accompagnamento insieme ad altre misure economiche destinate agli invalidi.