modifiche pensioni non tutte fattibili come annunciato
Quali sono le possibili modifiche per le pensioni su cui il governo deciderà di lavorare: cosa aspettarsi, ipotesi e fattibilità
Ci si aspettava con il nuovo Decreto Lavoro l’approvazione di novità per pensioni anticipate che rappresentassero un primo passo verso una più ampia riforma delle pensioni su cui lavorare. Il governo Meloni, sin dai tempi della campagna elettorale, aveva, infatti, annunciato una vera e propria riforma delle pensioni 2024 strutturale, capace di rivedere del tutto gli attuali requisiti pensionistici richiesti, considerati troppo rigidi, e che richiedono 67 anni di età e almeno 20 anni di contributi per la pensione di vecchiaia e 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi di contributi per le donne a prescindere dal requisito anagrafico.
Finora, però, ancora nulla di concreto è stato fatto e si deve andare verso una scelta drastiche delle modifiche alle pensioni di reversibilità, vecchiaia, invalidità da attuare perché non sono tutte fattibili come annunciato.
Tuttavia, le risorse economiche disponibili sono limitate: non ci sono abbastanza soldi per una revisione strutturale dell’attuale riforma pensioni Fornero che, tra l’altro, la stessa Ue non vuole che venga toccata considerando che si tratta dell’unica legge che permette di garantire sostenibilità finanziaria.
La mancanza di risorse necessarie impone, dunque, di scegliere verso quali modifiche orientare le novità per le pensioni da attuare: secondo alcuni esperti politici, o si aumentano gli importi delle pensioni, anche se magari non tutti, o si lavora sulle pensioni anticipate da inserire nella nuova Manovra, lasciando gli importi così come sono e senza toccarli.
Altra ipotesi possibile è quella di investire i soldi disponibili solo per aumentare alcune pensioni, non tutte, per esempio le minime o quelle di invalidità, e lavorare su uscite anticipate relative, come per esempio ulteriori proroghe di sistemi già in vigore di pensione anticipata, come opzione donna.
Tutto comunque è ancora molto incerto e probabilmente ci vorrà ancora un po' per capire quali saranno i reali orientamenti del governo sulle possibili novità pensioni da attuare, soprattutto dopo la delusione del Decreto Lavoro.
Le novità per pensioni di reversibilità, vecchiaia e invalidità su cui il governo deciderà di lavorare seguiranno le poche novità pensioni già approvate con il nuovo Decreto Lavoro ufficiale ma molto deludenti.
Non è stato approvato, come era stato annunciato, il ripristino dei vecchi requisiti di opzione donna, per permettere nuovamente alle lavoratrici dipendenti e autonome di andare in pensione prima, rispettivamente, a 58 e 59 anni di età, con 35 anni di contributi, indipendentemente dalla presenza o meno, e quanti, figli o dalla categoria di appartenenza.
Non sono stati approvati neppure gli sconti contributivi da riconoscere alle donne con figli, per ogni figlio avuto, ai fini del raggiungimento della pensione finale.
L’unica misura approvata realmente per le pensioni con il Decreto Lavoro è stata la proroga per altri due anni, fino al 2025, del contratto di espansione, oltre alla possibilità di uscita prima fino a 7 anni con Isopensione già ufficiale con decreto Milleproroghe 2023.
Il contratto di espansione permette di anticipare l’età pensionabile fino a 5 anni rispetto ai normali requisiti pensionistici richiesti e vale solo per lavoratori di aziende che abbiano almeno 50 dipendenti e con progetti di riorganizzazioni o ristrutturazioni aziendali e che vogliono agevolare l’esodo anticipato dei dipendenti più vicini alla pensione, per favorire, allo stesso tempo, assunzioni di nuovi giovani per far fronte alla disoccupazione giovanile.