Come e per chi possono ancora cambiare gli stipendi entro la fine dell’anno: atteso nuovo Decreto Lavoro d’autunno
Per chi e quando vi saranno 5 modifiche su stipendi sia positive che negative tra Settembre-Dicembre? Sono già cambiati gli stipendi dei lavoratori italiani dall’inizio dell’anno 2023, in diversi passaggi, e si attendono ancora ulteriori modifiche fino alla fine dell’anno che dovrebbero rivelarsi decisamente migliorative. Vediamo quali sono e cosa prevedono.
I fringe benefit sono somme relative all’uso di beni e servizi sommati alla retribuzione principale del lavoratore dipendente e per cui è cambiato il limite per la non imponibilità dell’agevolazione che può essere concessa ai lavoratori dai datori di lavoro.
Rientrano nei fringe benefit con soglia esentasse entro i 3mila euro, servizi come buoni pasto, buoni carburante, cellulari e computer aziendali, auto aziendali, borse di studio, alloggi dati in uso ai dipendenti, polizze e premi assicurativi extraprofessionali, ecc, ma vi rientrano anche le somme erogate o rimborsate ai lavoratori per il pagamento delle utenze domestiche di luce, gas e acqua.
L’intenzione del governo è quella di rendere strutturale la soglia esentasse a 3mila euro o almeno prorogarla per i primi sei mesi del prossimo anno per i fringe benefit e non solo per i lavoratori dipendenti con figli minori ma per tutti i lavoratori senza particolari condizioni. La misura dovrebbe rientrare nel nuovo Decreto Lavoro d’autunno di settembre-ottobre ma non c’è alcuna certezza in merito ancora.
A settembre sono entrate in vigore anche le nuove regole di detassazione per lavoro notturno e festivo per i dipendenti del settore turistico e il riconoscimento ai lavoratori del comparto del turismo, compresi gli stabilimenti termali, con un reddito fino a 40mila euro, di una somma a titolo di trattamento integrativo speciale pari al 15% delle retribuzioni lorde corrisposte per lavoro notturno e lavoro straordinario.
E si attende fino a dicembre, tra le misure sempre del nuovo Decreto Lavoro, una ulteriore detassazione dei premi produttività, contribuendo ad aumentare ancora gli stipendi dei lavoratori dipendenti dando loro maggiore potere di acquisto.
La seconda modifica attesa per gli stipendi fino a dicembre è l’istituzione di nuovo bonus una tantum annunciato dal governo, per aumentare ancora gli stipendi dei dipendenti italiani contro l’inflazione che resta alta.
Il nuovo bonus probabilmente ricalcherà quanto fatto con i bonus 150-200 euro del governo Draghi, venendo riconosciuto una sola volta ai beneficiati interessati e non dovrebbe interessare non tutti, a causa della scarsa disponibilità di risorse economica, ma solo coloro che percepiscono redditi più bassi e forse la soglia sarà ancora una volta fissata sui 25-35mila euro annui, come già avvenuto per i bonus di 200 e 150 euro e per l’applicazione dei nuovi tagli del cuneo fiscale.
La terza importante modifica annunciata, e particolarmente attesa, per gli stipendi è la nuova detassazione della tredicesima, che permetterebbe di aumentare l'importo della mensilità aggiuntiva di dicembre, contribuendo ad assicurare ai lavoratori maggiori risorse.
La quarta misura attesa che fino a dicembre potrebbe ancora cambiare gli stipendi è la conferma dell’aumento del taglio del cuneo fiscale che si pone come misura principale del nuovo Decreto Lavoro di settembre-ottobre.
Il governo a maggio ha, infatti, aumentato il taglio del cuneo fiscale deciso con la Manovra 2023 portandolo dal 3% al 7% per redditi fino a 25mila e dal 2% al 6% per lavoratori con redditi fino a 35mila euro, ma in via temporanea fino a fine anno.
L’obiettivo ora è quello di prorogare la misura, rendendola strutturale, ma, se non fosse possibile renderla strutturale per mancanza di risorse economiche, si pensa comunque prorogarla almeno per i primi sei mesi del prossimo anno.
Tra le tante annunciate modifiche positive per gli stipendi che, in un modo o nell’altro, si preparano ad aumentarne gli importi, spunta anche una quinta modifica decisamente negativa: si tratta del possibile mancato rinnovo del Ccnl statali.
Secondo le ultime notizie, per il rinnovo del contratto degli statali sarebbero necessari circa 8 miliardi di euro ma si tratta di risorse non disponibili, per cui parte delle risorse dovrebbero essere recuperate, secondo i piani del governo, da tagli alla spesa pubblica, o sottraendole alle cosiddette politiche invariate, come, per esempio, proprio per i rinnovi contrattuali e altre spese per la continuità dei servizi pubblici, ma non si sa se effettivamente saranno recuperati i soldi necessari per cui è piuttosto incerto che il Ccnl statali possa essere realmente rinnovato con aumenti retributivi entro la fine dell’anno.