Periodo di comporto 2023 leggi, normative in vigore e contratti nazionali

di Chiara Compagnucci pubblicato il
Periodo di comporto 2023 leggi, normativ

Periodo di comporto 2023 e casi particolare

Periodo di comporto 2023 leggi, normative in vigore e contratti nazionali

Si chiama periodo ed è quel lasso di tempo durante il quale il lavoratore in malattia non può essere licenziato.

Si tratta quindi del bilanciamento di due esigenze parallele: quella del lavoratore e della conservazione del proprio posto del lavoro e quel del datore di lavoro che punta a un rapido rientro.

Il concetto sembra apparentemente molto semplice, ma in realtà presenta numerose particolarità e sfumature, a tal punto che occorre consultare il Contratto collettivo nazionale di lavoro di appartenenza (Dirigenti Settore Privato, Agricoltura e Allevamento, Edilizia e Legno, Marittimi, Alimentari, Chimica, Trasporti, Enti Pubblici, Enti e Istituzioni Private, Poligrafici e Spettacolo, Tessili, Terziario e Servizi, Credito ed Assicurazioni, Turismo, Meccanici) per verificare la propria situazione.

La modalità e la gestione di questo strumento possono quindi variare anche in modo piuttosto considerevole. In comune c'è che al termine del periodo di comporto viene ripristinata la situazione iniziale e dunque il datore di lavoro può licenziare il dipendente.

Naturalmente se sussistono le condizioni legali. Vediamo in questo articolo

  • Leggi 2023 su periodo di comporto
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Leggi 2023 su periodo di comporto

Al netto delle particolarità dei Contratti collettivi nazionali di lavoro di appartenenza, il periodo di comporto può essere secco o per sommatoria.

Nel primo caso si determina con riferimento alla durata di un singolo evento di malattia. In buona sostanza, appena il lavoratore guarisce e rientra nei ranghi, il periodo di comporto si azzera e ne riparte uno nuovo.

Evidentemente differente è quello per sommatoria perché comprende nel conteggio tutte gli eventi di malattia e di conseguenza le giornate devono essere singolarmente sommate.

Provando a fare il caso concreto degli impiegati, le norme in vigore riconoscono tre mesi di periodo di comporto se l'anzianità di servizio del dipendente è inferiore a 10 anni ovvero sei mesi se è maggiore di dieci anni.

Nel periodo di comporto rientrano i giorni festivi, i giorni non lavorativi e i giorni di sciopero, ma non le assenze per malattia da ricondurre al datore di lavoro, quelle per infortunio o malattia professionale, per malattia per gravidanza o puerperio, quelle per invalidità dovute a malattia insorta durante lo svolgimento di mansioni incompatibili con lo stato di invalidità, le ferie.

Periodo di comporto 2023 e casi particolare

Il lavoratore può essere durante licenziato durante il periodo di comporto solo per giusta causa, per cessazione dell'attività aziendale, per impossibilità della prestazione lavorativa, per conclusione del periodo del rapporto di lavoro a tempo determinato.

Al termine del periodo di comporto il datore è chiamato a inviare comunicazione scritta al lavoratore specificando la motivazione e rispettando i termini di preavviso.

C'è una importante sentenza della Corte di Cassazione secondo cui per evitare il licenziamento al termine del periodo di comporto, il lavoratore può chiedere la trasformazione delle giornate di assenza per malattia in giornate di ferie.

Ma solo se avanza la richiesta prima dello scadere del comporto e se ha maturato e non goduto giornate di malattia. Di più: il dipendente può chiedere, un periodo di aspettativa non retribuita di durata non superiore a quella prevista dal contratto collettivo nazionale di lavoro. In ogni caso, prima dello scadere del periodo di comporto.

Altra particolarità di cui tenere conto: il periodo di comporto può fare riferimento all'anno solare o all'anno civile.