Permessi studio 2022 lavoratori a chi spettano, quante ore al mese e come sono pagati
Il diritto allo studio rientra tra quelli riconosciuti dalle normative 2022 sul lavoro in Italia. Già, proprio quelle sul lavoro perché può capitare che chi ha già un'occupazione decida di perfezionare la propria preparazione.
Pensiamo ad esempio a chi ha iniziato a lavorare intorno ai 20-21 anni perché ha avuto l'occasione di iniziare a guadagnare e di diventare indipendente dalla famiglia d'origine, ma che ha dovuto rinunciare alla prosecuzione degli studi universitari.
Magari per mancanza di tempo ovvero la difficoltà a imparare un mestiere e in contemporanea a concentrarsi sui libri. Nel tempo può però decidere di rimettersi in carreggiata ovvero di riprendere gli studi sia come sfida personale a se stessi per non lasciare nulla di incompiuto e sia perché solo con la laurea si possono presentare nuove opportunità di carriera.
E qui entrano in gioco i permessi studio 2022 per i lavoratori. Approfondiamo in questo articolo
In seconda battuta, ma non di certo di minore importanza, esistono norme generali sulla materia, ma sono i singoli Contratti collettivi nazionale del lavoro a disciplinarli nei dettagli ovvero a chi spettano, quante ore al mese e come sono pagati. Pensiamo ad esempio
Proprio la motivazione è fondamentale perché l'assenza da lavoro non si giustifica con lo studio per gli esami. Naturalmente ogni cosa deve essere debitamente certificata.
La seconda tipologia di permessi studio 2022 è invece strettamente legata agli esami da sostenere. Ricordando che i Ccnl sono il punto di riferimento da cui non è possibile prescindere, di solito vanno dai 5 ai 10. Senza dimenticare che un'altra formula molto frequente è quella dei 10 permessi nel corso di un anno, ma il limite della consecutività ridotto a 2 giorni.
La quarta tipologia di permessi riguarda i 10 consecutivi per la preparazione della tesi di laurea.
Ci sono però alcune regole di fondo da rispettare poiché i permessi studio sono un diritto per chi ha un contratto a tempo indeterminato sia a tempo pieno e sia a tempo parziale ed è naturalmente iscritto a scuole o università, pubbliche o private e sempre legalmente riconosciuti.
I permessi studio sono quindi pagati anche se poi, in base al contratto, è possibile aggiungere ore e giorni non retribuiti previo accordo con il datore di lavoro che può in ogni caso negarli se entrano in collisione con le esigenze aziendali.