Permessi sul lavoro 2023. Cosa prevedono le leggi in vigore

di Marianna Quatraro pubblicato il
Permessi sul lavoro 2023. Cosa prevedono

Permessi sul lavoro 2023, quali sono

Permessi sul lavoro 2023. Cosa prevedono le leggi in vigore

La normativa aggiornata 2023 dei permessi di lavoro è molto particolareggiata sia perché sono numerose le possibilità per assentarsi temporaneamente e sia perché occorre rispettare un rigido protocollo per chiederli e ottenerli. Cerchiamo di saperne di più sulla base della legislazione più recente e delle sentenze dei tribunali che si sono espressi in materia.

Permessi legge 104, a chi spettano e quali sono

Tra i permessi retribuiti più sfruttati ci sono quelli relativi alla legge 104. Il lavoratore affetto da grave disabilità o il familiare che lo assiste ha diritto a 3 giorni di permesso mensile retribuito ovvero a 2 ore di permesso giornaliero retribuito se con orario superiore alle 6 ore, altrimenti 1 ora. Condizione fondamentale è il rapporto di dipendenza. A questi si aggiungono

i permessi per figli con meno di 3 anni: il periodo di congedo parentale è prolungato fino a un massimo di 3 anni e in alternativa al prolungamento il lavoratore può scegliere un permesso giornaliero retribuito di 2 ore. Se l'orario di lavoro è inferiore alle 6 ore, il permesso è di 1 ora;

  1. i permessi per figli da 3 a 18 anni: i genitori hanno diritto a 3 giorni di permesso mensile retribuito, spettano a un genitore anche se l'altro non ne ha diritto ed è esteso anche ai lavoratori dipendenti parenti o affini fino al terzo grado;
  2. i permessi per figli maggiorenni: i genitori hanno diritto a 3 giorni di permesso mensili retribuito o a 6 mezze giornate;
  3. congedi retribuiti di due anni per grave disabilità: il diritto spetta anche ai fratelli e alle sorelle della persona con handicap grave e con lui conviventi, lavoratori dipendenti, in caso di scomparsa di entrambi i genitori.
Dipendenti mutilati e invalidi civili maggiori del 50% hanno diritto a un congedo straordinario fino a 30 giorni in un anno

Permessi di lavoro che non tutti sanno di avere

Esistono poi alcuni tipi di permessi di lavoro poco conosciuti e sfruttati. Si tratta ad esempio dei permessi per cariche pubbliche elettive (Comuni, Province, Regioni o Parlamento) e per i giudici popolari. La durata varia in base alla carica ricoperta. A poter fruire di medesime possibilità sono anche i dirigenti sindacali, coloro che svolgono funzioni presso gli uffici elettorali in occasione di votazioni, che è chiamato a testimoniare.

Altri permessi di cui fruire sono quelli per la donazione del sangue o del midollo osseo, a cui si affianca il riposo compensativo di 24 ore. Da segnalare anche i permessi retribuiti per i volontari della Protezione Civile e del Corpo nazionale del soccorso alpino e speleologico fino a un massimo di 180 giorni all'anno.

Permessi di lavoro, quante ore in un anno

Ricordando la possibilità di cumularli, resta da capire quante ore di permessi si possono prendere ogni anno. Il numero finale non è mai definitivo perché dipende da un lunga serie di fattori, a iniziare dal contratto collettivo nazionale di lavoro a cui si fa riferimento. A integrazione dei permessi legge 104 e di quelli che non tutti sanno di avere, sono 32 le ore per i permessi ex festività ovvero quelli previsti per la cancellazione di alcune ricorrenze.

Si tratta ad esempio dell'Ascensione del trentanovesimo giorno successivo alla Pasqua, della festa dei Santi Pietro e Paolo del 29 giugno, della festa di San Giuseppe del 19 marzo, della festa dell'Unità nazionale del 4 novembre, del Corpus Domini del sessantesimo giorno successivo alla Pasqua. Poi ci sono i permessi per Riduzione dell'orario di lavoro (Rol), variabili in base al contratto collettivo di categoria, alle dimensioni dell'azienda e al ruolo del dipendente.

Quanto tempo prima bisogna chiedere i permessi di lavoro

Il rispetto dei tempi per chiedere un permesso di lavoro è fondamentale non solo per rientrare nell'ambito legale, ma anche per consentire un corretto svolgimento dell'attività aziendale. Si tratta di un diritto, è vero, ma il datore di lavoro non deve ricevere un danno nell'organizzazione dell'attività e nel mantenimento dell'equilibrio interno. Di conseguenza è buona norma chiederli con un congruo anticipo ovvero non appena se ne presenti la necessità, ben sapendo che alcuni eventi non possono essere previsti.