I tempi di preavviso di dimissioni dal lavoro non sono gli stessi per tutti i dipendenti. Scopriamo come sono calcolati e cosa succede in caso di mancato rispetto delle regole.
Possono essere tante le ragioni per cui un lavoratore decide di presentare le dimissioni volontarie. Pensiamo ad esempio alla volontà di cambiare impiego, magari perché ha ricevuto una proposta più interessante. Oppure per via del trasferimento in un'altra città o in un'altra regione per motivi di carattere familiare con la necessità di cambiare lavoro.
Ebbene, le dimissioni dal lavoro sono sempre possibili, sono regolate dalle norme contenute innanzitutto nel Codice civile e quindi nel contratto collettivo nazionale di lavoro di categoria e, in tutti i casi, occorre rispettare regole ben precise e i tempi previsti. In caso contrario si va incontro a sanzioni economiche oltre al ritardo con cui si riavviano i progetti di vita.
Precisiamo subito che i tempi di preavviso di dimissioni dal lavoro non sono gli stessi per tutti i dipendenti. Occorre tenere conto di quanto messo nero su bianco nel contratto collettivo nazionale di lavoro di categoria e qui si scopre come siano diverse le variabili che determinano con quanto anticipo va comunicata la scelta dell'abbandono.
Sono almeno quattro ovvero il tipo di contratto di lavoro, il livello di inquadramento all'interno dell'azienda, l'anzianità di servizio e la qualifica. Si ricorda che durante il periodo di svolgimento del preavviso, il lavoratore - a meno di accordi specifici che possono ad esempio tenere conto di eventuali ferie non godute - è comunque tenuto allo svolgimento dell'attività per cui è stato assunto.
Punto in comune dei contratti di lavoro e delle regole su come fare per presentare e revocare le dimissioni volontarie è l'avvio di decorrenza del periodo dal primo o dal 16esimo giorno di ogni mese. In linea di massima, i tempi sono di
Ricordando che nel contratto a tempo determinato non è previsto il preavviso, se il lavoratore non rispetta tempi e regole per comunicare il proprio abbandono del posto di lavoro, l'azienda può pretende l'indennità. Si tratta della cosiddetta indennità di mancato preavviso che corrisponde all'importo degli stipendi che sarebbero stati percepiti per il periodo di preavviso non lavorato.