Calcolo tasse premi produttività dipendenti
Premi produttività dipendenti 2022 lordi e netti in busta paga. Calcolo tasse, esempi
L'erogazione di premi di produttività rappresenta un formidabile incentivo per i dipendenti per spingere sul pedale dell'acceleratore e raggiungere gli obiettivi prefissati. Devono naturalmente essere dosati con attenzione alle aziende anche dal punto di vista economico.
Perché a fronte della cifra netta in busta paga che il lavoratore riceve a fine mese, il datore di lavoro deve tenere conto della somma lorda spesa. A incidere è proprio il calcolo delle tasse, da sempre il tasso dolente nel mercato del lavoro, che spesso e volentieri limita i piani di investimento e di crescita delle aziende.
Cerchiamo allora di saperne di più alla luce delle nuove facilitazioni fiscali nel calcolo delle tasse ovvero la riduzione delle imposte da versare sulle somme ricevute come premio produttività. Ci interessa quindi sapere in questo articolo
La normativa in vigore sulla tassazione dei premi produttività dipendenti è piuttosto conveniente perché per il biennio 2022 prevede l'applicazione di una imposta del 10% per premi di risultato per aumenti di produttività, redditività, qualità, efficienza e innovazione o per la partecipazione agli utili d'impresa.
Sono coinvolti dipendenti del settore privato, dipendenti il cui datore di lavoro è un autonomo e lavoratori in somministrazione presso pubbliche amministrazioni. Qualunque sia il lavoratore coinvolto, si tratta di una imposta unica perché prende il posto di Irpef, addizionale comunale e addizionale regionale.
Per i lavoratori c'è anche un altro vantaggio perché ai premi sono applicati i contributi previdenziali e di conseguenza contribuiranno a formare il tesoretto per la pensione futura.
Se queste sono le buone notizie, occorre far presente che l'aliquota del 10% si applica solo nel caso di rispetto di due condizioni: l'importo massimo dei premi produttivi deve essere al di sotto di 3.000 euro all'anno e il reddito di lavoro dipendente inferiore a 80.000 euro lordi.
La sola eccezione è prevista per il coinvolgimento paritetico dei lavoratori nell'organizzazione aziendale: il limite di 3.000 euro di premi produttività per l'applicazione dell'aliquota al 10% viene infatti innalzato al 4.000 euro.
Ci sono quindi tre altri aspetti di cui tenere conto: i premi produttività con tasse al 10% non contribuiscono alla formazione del reddito ovvero al calcolo delle detrazioni. In seconda battuta, allo stesso tempo non sono da cumulare ai fine dell'individuazione del reddito per ottenere il bonus di 80 euro al mese. Infine, i premi produttività al 10% concorre invece alla formazione dell'Isee.
C'è poi un caso il cui il passaggio dal lordo al netto in busta paga non prevede alcuna differenza per la semplice ragione che il premio di produttività assegnato non è tassato.
Succede quando il lavoratore decide di utilizzare questa somma (anche in parte) per aumentare i contributi alla propria previdenza complementare o a enti o casse con fini assistenziali. Ma anche se la sfrutta per fare propri beni o servizi dall'azienda.
E infine se la converte in azioni della società o del datore di lavoro. Numerose aziende, soprattutto quelle più strutturate e di maggiori dimensioni, fissano parametri ben precisi per l'assegnazione dei premi di produttività.
Le variabili che incidono e che fanno quindi aumentare la somma di ricevere in busta paga sono nella maggior parte dei casi l'efficienza, la produttività, la qualità e il tasso di assenteismo.