Quando scadono le ferie non godute nel 2022 e casi particolari per leggi e CCNL aggiornati

di Chiara Compagnucci pubblicato il
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Ferie non godute nel 2022, quando scadono

Leggi e Ccnl aggiornati prevedono che le ferie vadano godute per due settimane consecutive nel corso dell'anno di maturazione. Ma cosa accade per le ferie non godute?

Il principio di base quando si parla di ferie non godute nel 2022 è l'irrinunciabilità. Il lavoratore non può rinunciare o trasformarle in denaro. Se il datore di lavoro deve tenere conto degli interessi del dipendente, deve comunicare il periodo stabilito per il godimento delle ferie con sufficiente preavviso e deve rispettare il principio per cui il periodo di riposo deve essere fruito entro l'anno, il lavoratore deve tenere conto delle esigenze organizzative aziendali.

In fin dei conti è la stessa Costituzione che stabilisce il diritto irrinunciabile dei lavoratori alle ferie. Secondo il comma 3 dell'articolo 36 "il lavoratore ha diritto al riposo settimanale e a ferie annuali retribuite, e non può rinunziarvi". Approfondiamo in questo articolo:

  • Ferie non godute nel 2022, quando scadono
  • Casi particolari ferie non godute nel 2022

Ferie non godute nel 2022, quando scadono

Leggi e Ccnl aggiornati prevedono che le ferie vadano godute per due settimane consecutive nel corso dell'anno di maturazione. In linea di massima il periodo di riposo concesso è di quattro settimane nel corso dell'anno e di conseguenza le ferie residue, da sfruttare anche in singole giornate previa comunicazione al datore di lavoro, possono essere utilizzate nei 18 mesi successivi.

Quando si parla di 15 giorni consecutivi di ferie si intendono 15 giorni più due domeniche nel caso si fosse dipendenti con sabato lavorativo o 15 giorni di ferie più 2 sabati e 2 domeniche, nel caso di sabato non lavorativo. Bisogna sempre verificare il contratto di categoria che può stabilire un differente periodo per la fruizione delle ferie. La richiesta deve essere formulata dallo stesso lavoratori affinché il datore di lavoro possa accoglierle con maggiore facilità in relazione alle esigenze dell'azienda. Tutto è scritto nelle buste paga, incluse le ferie residue maturate ogni mese.

Ebbene, se il lavoratore non va in ferie entro il 30 giugno dell'anno successivo, il datore deve farle obbligatoriamente fruire. La normativa prevede sanzioni salate per i datori di lavoro che non rispettano le disposizioni sulle ferie. Già, il mancato rispetto delle norme sulle ferie comporta una sanzione a carico del datore di lavoro da 100 a 600 euro ovvero da da 400 a 1.500 euro nel caso di coinvolgimento di 5 lavoratori in almeno due anni o da 800 a 4.500 euro se di mezzo ci sono 10 lavoratori nell'arco di 4 anni.

Casi particolari ferie non godute nel 2022

Da segnalare che in alcuni casi limitati casi, i lavoratori possono monetizzare le ferie. Lo possono fare i dipendenti assunti a tempo determinato nel caso in cui il periodo di ferie sia molto vicino al suo termine oppure gli stagionali per un periodo di tempo ben preciso e per cui non riescono a smaltire le ferie entro la fine dell'esperienza di lavoro. Spetta al datore di lavoro stabilire la collocazione delle ferie retribuite nel rispetto del contratto collettivo e norme in vigore.

Il sabato e la domenica sono considerati nel conteggio finale delle ferie. E la stessa cosa vale per i giorni festivi se compresi nel periodo di assenza. Tuttavia questi non sono scalati dal monte complessivo delle ferie maturate. In ogni caso, la legge lascia la libertà ai singoli contratti collettivi di prevedere norme più favorevoli per il dipendente.

Il datore di lavoro non può imporre le ferie al lavoratore, ma non è tenuta nemmeno a pagare il periodo di riposo che il lavoratore non ha fruito nonostante gli inviti dell'azienda. Allo stesso tempo, il datore può negare le ferie al lavoratore purché il rifiuto sian giustificata da esigenze aziendali ben specifiche.