I controlli fiscali sono circa un milione all'anno in tutta Italia, anche se non in maniera omogenea in tutto il territorio nazionale. Quante sono le possibilità di una visita?
Lo spauracchio della visita fiscale è comune a tutti i lavoratori che si assentano per malattia. Non si tratta di riuscire a farla franca nel caso in cui sia stato un banale e momentaneo mal di testa a trattenerci a casa. Perché anche nelle vere e conclamate malattie, si tratta pur sempre di una verifica e la cautela non è mai abbastanza.
Ma quali sono le probabilità reali di una visita fiscale quando si è in malattia? La domanda è più che mai attuale perché i dati più aggiornati rivelano che l'Inps spende circa 5 miliardi di euro l'anno per il controllo dei certificati di malattia inviati dal lavoratore per via telematica attraverso il proprio medico. Cerchiamo di capire in questo articolo
Un po' a sorpresa, 5 miliardi di euro l'anno per il controllo dei certificati di malattia equivalgono alla verifica di circa il 5% di dipendenti in malattia. Facile quindi fare l'equivalenza e scoprire che nel corso di un anno, i controlli sono circa un milione in tutta Italia, anche se non in maniera omogenea in tutto il territorio nazionale.
Il punto è che rispetto al milione di visite nell'arco dei 12 mesi dell'anno, le richieste sono molto di più: 18 milioni. Ecco la ragione per cui spesso e volentieri nessun medico arriva a casa per certificare il reale stato di malattia ovvero l'impossibilità per un lavoratore di assolvere ai suoi doveri.
La soluzione? Escludendo la possibilità di aumentare il budget per il controllo dei certificati di malattia, la strada da percorrere è quella della selezione automatizzata
Il quadro è insomma chiaro: la malattia del lavoratore ha un costo sia per l'azienda e sia per l'Inps che fa fatica a stare dietro a tutte le richieste nonostante abbia circa 5 miliardi di euro da spendere: 2 miliardi di euro per il controllo dei certificati medici dei dipendenti privati in malattia e 2,8 miliardi di euro per gli statali.
Ma circa 17 milioni di richieste sono inevase perché l’istituto può contare su circa 400 medici di ruolo, un numero evidentemente inadeguato per soddisfare la totalità delle istanze.
Le visite mediche di controllo possono essere disposte d'ufficio dallo stesso Istituto o su richiesta del datore di lavoro per i propri dipendenti. La disciplina delle visite mediche di controllo è differenziata per i lavoratori del settore privato e quelli del settore pubblico. Per quanto riguarda i primi, le fasce di reperibilità vanno dalle ore 10 alle 12 e dalle 17 alle 19.
Il lavoratore privato assicurato per la malattia non può assentarsi dall'indirizzo di abituale dimora durante le fasce orarie di reperibilità in cui viene effettuato il controllo se non per necessità di sottoporsi a visite mediche generiche urgenti e ad accertamenti specialistici che non possono essere effettuati in orari diversi, gravi motivi personali o familiari, cause di forza maggiore.
Per i dipendenti pubblici, le fasce di reperibilità vanno dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 18. In caso di assenza in occasione della visita medica di controllo domiciliare, il lavoratore viene invitato a presentarsi in una data specifica presso gli ambulatori della Struttura territoriale Inps di competenza. Se nel giorno della prevista visita ambulatoriale ha ripreso l'attività lavorativa, non è tenuto a sottoporsi a quella visita, ma deve comunque comunicarlo all'Inps.
In ogni caso deve presentare idoneo giustificativo per l'assenza alla visita di controllo domiciliare per non incorrere nelle sanzioni amministrative previste dalla legge e in eventuali azioni disciplinari da parte del datore di lavoro.