L'intenzione dell'esecutivo è di evitare aumenti a pioggia ma di concedere un surplus in busta paga sulla base di produttività e merito.
Il primo passo è stato compiuto ovvero lo stanziamento di 1,9 miliari di euro per la pubblica amministrazione. Parte di questa somma andrà a finanziare lo sblocco degli stipendi degli statali. Ma la vera partita si gioca adesso, quando sindacati e Ministero per la Funzione Pubblica dovranno cercare un accordo su come dare seguito alla sentenza della Suprema Corte. L'intenzione dell'esecutivo è di evitare aumenti a pioggia ma di concedere un surplus in busta paga sulla base di produttività e merito. Non solo, ma un'altra variabile tenuta in considerazione è anche il reddito. Ma occorre seguire con attenzione anche il confronto tra Roma e Bruxelles sui conti pubblici italiani per il 2017 per evitare sorprese indesiderate.
La manovra economica varata dal governo sarà in questa settimana al vaglio della Commissione europea, la quale dovrà valutarne la compatibilità con il patto di Stabilità e crescita e le altre norme varate a livello europeo dopo lo scoppio della crisi del debito per garantire la sostenibilità dei conti pubblici nazionali attraverso un percorso che porti al pareggio di bilancio. Per domani è infatti previsto l'arrivo a Bruxelles del Documento programmatico di Bilancio (Draft Budgetary Plan) dove il rapporto tra deficit e Prodotto interno lordo per il prossimo anno è indicato al 2,3%, contro il 2% riportato nella nota al Def e l'1,8% che era stato indicato per il 2017 nella precedente nota di aggiornamento del Def.
Numeri, quelli indicati sabato, sui quali incidono eventi straordinari, come li ha definiti il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan, ovvero la gestione dell'emergenza migranti e il terremoto. Proprio in virtù di queste circostanze eccezionali, ma anche alla luce dell'esigenza di ridare slancio a una ripresa della crescita ancora troppo debole, l'Italia conta di poter usufruire di una sufficiente dose di comprensione nelle valutazioni di Bruxelles che il ministro non vuole però chiamare più flessibilità. "I rapporti con l'Unione europea sono sempre molto fruttuosi, se ci sono problemi cerchiamo di vederli prima piuttosto che dopo", ha osservato Padoan al termine del Consiglio dei ministri.
La manovra, che contiene il provvedimento del rinnovo del contratto dei dipendenti pubblici, non è tutta in deficit, ma è finanziata anche dal taglio della spesa pubblica e dalle entrate da meccanismi degli scorsi anni in tema di lotta all'evasione. Ma il piatto forte è l'abolizione di Equitalia, l'agenzia diventata sinonimo delle sofferenza fiscale. La sua abolizione non comporterà la fine della riscossione di multe e tasse non pagate, ma si promette che metodi e criteri più comprensibili.