Come aumenta lo stipendio nel corso dell’anno: ecco come potrebbero cambiare i calcoli delle retribuzioni non solo a gennaio
La Legge di Bilancio 2023 ha ufficialmente approvato il nuovo taglio del cuneo fiscale del 3% per lavoratori dipendenti con redditi fino a 25mila euro annui e del 2% per lavoratori con redditi tra i 25mila e i 35mila euro, mentre nessun aumento di stipendio per il taglio del cuneo fiscale è previsto per chi percepisce redditi superiori ai 35mila euro, ma non si tratta dell’unica novità che porterò aumenti degli stipendi quest’anno. Vediamo come potrebbero aumentare nel corso del 2023 oltre che ora a gennaio gli stipendi tra 800-4mila euro.
Precisiamo, però, che il taglio del cuneo fiscale interessa redditi fino a 35mila euro annui, per cui chi percepisce stipendi superiori ai 2.692 euro e fino ai 4mila euro e oltre non avrà alcun aumento per effetto del nuovo taglio del cuneo fiscale.
Per chi percepisce, invece, stipendi fino a 2.692 euro massimo al mese, gli aumenti saranno differenti, attestandosi comunque su qualche decina di euro al mese, tra taglio del cuneo fiscale al 3% per chi ha redditi fino a 25mila euro e taglio al 2% per chi ha redditi tra 25mila e 35mila euro.
Aumentano, invece, da gennaio 2023 gli stipendi tra 800-4mila euro da gennaio 2023 dei lavoratori dipendenti del settore terziario, del commercio e della grande distribuzione e si pone come sostegno economico nell’attesa del rinnovo ufficiale del contratto collettivo nazionale scaduto il 31 dicembre 2019.
Per queste categorie di lavoratori è stato, infatti, previsto un aumento una tantum di 350 euro che sarà pagato in due tranche: la prima di 200 euro in questo mese di gennaio 2023 e la seconda di 150 euro a marzo.
Nel corso dell’anno poi, precisamente dal prossimo mese di aprile 2023, scatterà l’aumento strutturale di 30 euro al mese in busta paga ma solo per i lavoratori dipendenti inquadrati nel quarto livello e ulteriori aumenti calcolati in base ai livelli di inquadramento saranno riconosciuti anche agli altri lavoratori dipendenti del settore.
Dunque, nel corso di tutto il 2023, gli stipendi tra 800-4mila euro dei lavoratori del commercio, terziario e grande distribuzione in particolare aumenteranno di qualche centinaia di euro.
Anche gli stipendi tra 800-4mila euro dei dipendenti statali si preparano ad aumentare nel corso del 2023 per effetto del riconoscimento di un nuovo pagamento una tantum pari all’1,5% dello stipendio da calcolare solo ai fini del trattamento di quiescenza.
L’emolumento accessorio non sarà, quindi, calcolato ai fini dell’indennità premio di fine servizio, dell’indennità sostitutiva di preavviso, e del Tfr, Trattamento di fine rapporto, ma comunque rappresenterà un aumento di stipendio per tutti di ulteriori decine di euro. Per esempio, per chi prende uno stipendio di 1.400 euro, l’aumento in questo caso sarà di 21 euro circa, per chi prende uno stipendio di 2mila euro sarà di circa 30 euro e così via.
A gennaio e nel corso di tutto il 2023 si preparano ad aumentare stipendi tra 800-4mila euro per effetto del rinnovo di alcuni contratti Ccnl, già conclusi e ancora in divenire. Per i lavoratori assunti con Ccnl i cui rinnovi contrattuali sono stati conclusi da poco, come contrato Scuola, contratto Sanità, e non solo, si attendono aumenti previsti e calcolo dei dovuti arretrati.
Per altri Ccnl le cui trattative di rinnovo sono ancora in corso, se saranno chiusi nei prossimi mesi del 2023 o comunque entro l’anno, saranno previsti per i relativi dipendenti gli aumenti tabellari stabiliti dal rinnovo, certamente tra qualche decina e centinaia di euro in più.
Ulteriori aumenti di stipendio tra 800-4mila euro nel corso del 2023 potrebbero derivare da una nuova riforma fiscale che punta, innanzitutto, come riportano le ultime notizie, ad una ulteriore revisione delle aliquote Irpef per il pagamento delle tasse sui redditi.
Le aliquote Irpef per il pagamento delle tasse sono già state modificate dall’ex governo Draghi che le ha ridotte da cinque a quattro, per cui le nuove quattro nuove aliquote Irpef in base agli scaglioni di reddito sono le seguenti:
Non si sa ancora nulla di certo e ufficiale in merito e bisognerà attendere ancora un po' per capire se effettivamente le aliquote Irpef saranno riviste, le diverse fasce di reddito associate e da quanto, ma fossero confermate le aliquote appena riportate, per il primo scaglione di reddito fino a 15mila euro (per stipendi fino a circa 1.160 euro al mese) non cambierebbe nulla mentre per redditi superiori ai 15mila euro, cioè a partire da 1.170 euro al mese, le tasse pagare aumenterebbero, con riduzioni di stipendi, mentre pochi cambiamenti ci sarebbero per stipendi di 4mila euro al mese (per 52mila euro annui) considerando che l’aliquota per redditi più alti resterebbe al 43%.