Simulazione aumento stipendi con taglio cuneo fiscale, flat tax incrementale o entrambi nel 2023

di Marianna Quatraro pubblicato il
Simulazione aumento stipendi con taglio

Cosa potrebbe cambiare per gli stipendi nel 2023 con ipotesi di nuovo taglio di cuneo fiscale, flat tax incrementale o combinazione di entrambe

Quali sono gli scenari di aumento stipendi nel 2023 se realizzati con taglio cuneo fiscale, flat tax incrementale o entrambi? Dopo le misure decise dall’ex governo Draghi per aumentare gli stipendi fino alla fine di quest’anno tra decontribuzione al 2% e arretrati, detassazione welfare e bonus una tantum, il governo Meloni lavora alla definizione di nuove misure, da far presumibilmente rientrare nella prossima Legge di Bilancio, per continuare a garantire aumenti degli stipendi nel 2023 e assicurare, così, maggiore potere di acquisto per i lavoratori contro una inflazione e un caro vita crescente. Vediamo quali potrebbero essere i provvedimenti per aumentare gli stipendi il prossimo anno. 

  • Aumento stipendi 2023 tra taglio cuneo fiscale, flat tax incrementale o entrambi
  • Quanto aumentano stipendi nel 2023 con taglio cuneo fiscale e flat tax incrementale

Aumento stipendi 2023 tra taglio cuneo fiscale, flat tax incrementale o entrambi

Sono due le ipotesi attualmente allo studio del nuovo governo Meloni per garantire aumenti degli stipendi nel 2023, da taglio del cuneo fiscale a introduzione della flat tax incrementale, o una combinazione di entrambe.

Il nuovo piano di taglio del cuneo fiscale, da definire ancora nelle percentuali di applicazione, contribuirebbe a ridurre ancora le tasse in busta paga per aumentare c gli importi netti in busta paga.

La nuova flat tax incrementale dovrebbe, invece, prevedere l’applicazione di un’aliquota unica al 15% ma non su tutto il reddito percepito dal singolo lavoratore. La flat tax incrementale dovrebbe, infatti, basarsi sull’aumento del reddito percepito rispetto alle annualità precedenti, mantenendo in un primo momento le aliquote Irpef attualmente in vigore per poi calcolare l’aliquota piatta del 15% su tutto il guadagno in più percepito in un anno rispetto all’anno precedente.

Dunque, rispetto alla tassazione Irpef applicata sui redditi basata sui diversi scaglioni di imposizione fiscale, tassa progressiva la cui aliquota sale se aumenta il reddito percepito durante l’anno, la flat tax incrementale prevede, invece, l’applicazione di una sola tassa unica per tutte le fasce di reddito.

Quanto aumentano stipendi nel 2023 con taglio cuneo fiscale e flat tax incrementale

Tra taglio del cuneo fiscale e flat tax incrementale, o con una combinazione di entrambe, gli aumenti degli stipendi nel 2023 sarebbero differenti. Il nuovo taglio del cuneo fiscale dovrebbe assicurare aumenti medi mensili degli stipendi tra 80-100 euro, secondo le ipotesi in ballo, mentre con la flat tax incrementale, a seconda del reddito percepito, potrebbero cambiare gli aumenti ed essere più o meno alti. 

Se, dunque, con il nuovo taglio del cuneo fiscale, aumenterebbero gli importi netti degli stipendi nel 2023 di circa 80-100 euro, per cui chi, per esempio, percepisce uno stipendio di 1.400 euro potrebbe avere un aumento mensile di 80 euro netti, che potrebbero diventare 100 per chi prende uno stipendio di 1.700 euro, con la flat tax incrementale, per fare un esempio di calcolo di quanto potrebbe cambiare uno stipendio da gennaio 2023, prendendo il caso di un lavoratore dipendente con stipendio di mille euro al mese con un reddito annuo di 13mila euro nel 2022 e 15mila euro nel 2023, se oggi i 2mila euro di aumento sarebbero tassati al 23%, aliquota applicata al primo scaglione di reddito Irpef, cioè 460 euro, con la flat tax incrementale al 15% si pagherebbero 300 euro, ottenendo così un aumento netto di 160 euro dello stipendio.

Se, invece, prendiamo il caso di un lavoratore che ha un reddito annuo di 35mila euro che salgono a 45mila euro per l’anno successivo, sui 10mila di differenza di reddito di applica il 15% di flat tax invece che l’aliquota del 35% valida per redditi entro fino a 50mila euro, con un risparmio di diverse centinaia di euro annue.