Smart working, importanti modifiche in arrivo nel 2023 rispetto alle leggi in vigore

di Chiara Compagnucci pubblicato il
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La principale novità sullo smart working da introdurre nel breve periodo è stata prospettata da Marina Elvira Calderone, ministro del Lavoro e delle Politiche sociali.

Laddove applicabile, le aziende sono oggi più disposte ad adottare lo smart working per i dipendenti che svolgono attività compatibili con questa modalità di lavoro. A meno che non sia possibile garantire le medesime condizioni e opportunità rispetto a un dipendente in presenza. In buona sostanza, i lavoratori possono svolgere le proprie attività e mansioni da remoto, utilizzando strumenti tecnologici come computer, cellulare e Internet senza subire uno svantaggio, anche di carriera dalla distanza fisica.

Rispetto a questa situazione di base, non c'è dubbio che gli ultimi complessi anni hanno favorito l'adozione dello smart working e la sua adozione da parte di datori e lavoratori. Ma proprio per via della peculiarità di questa forma di lavoro, sono continui gli interventi del legislatore di revisione delle norme. Anche per il 2023 sono attese novità:

  • Quali novità sono in arrivo sullo smart working in Italia
  • Smart working in Italia, cosa è già stato approvato per il 2023

Quali novità sono in arrivo sullo smart working in Italia

La principale novità sullo smart working da introdurre nel breve periodo è stata prospettata da Marina Elvira Calderone, ministro del Lavoro e delle Politiche sociali. A detta del responsabile del dicastero occorre una piattaforma di diritti e tutele comune a tutti i lavoratori, a prescindere dall'inquadramento, intervenendo su ogni singola tipologia con provvedimenti ad hoc attraverso un investimento sulla contrattazione di secondo livello, in modo da cucire le regole sulle esigenze della singola realtà produttiva.

Si tratta in qualche modo di creare una struttura che contempli le esigenze di lavoro a distanza con quelle tradizionali di lavoro in presenza. Anche tenendo conto delle singole specificità per settore e per azienda.

Per quanto riguarda le modalità di svolgimento dello smart working, le aziende devono stipulare un accordo scritto con i lavoratori, che deve contenere le modalità di svolgimento dello smart working, le regole per la gestione dei tempi di lavoro e le modalità di verifica dell'effettivo svolgimento dell'attività lavorativa.

Le aziende sono tenute a garantire che i lavoratori in smart working abbiano accesso alle stesse opportunità di formazione e di carriera dei lavoratori in ufficio e a fornire loro gli strumenti necessari per svolgere la loro attività in modo efficiente e sicuro. Il principio di fondo delle regole sullo smart working in Italia da applicare nel 2023 è lo stesso di sempre: garantire che i lavoratori a distanza possano svolgere la loro attività allo stesso modo e con gli stessi diritti dei lavoratori in presenza. E non solo a livello di retribuzione

Smart working in Italia, cosa è già stato approvato per il 2023

Tra le novità più importanti in relazione allo smart working c'è la proroga fino al 31 marzo 2023 per i lavoratori fragili. Si tratta di coloro che, a causa di condizioni di salute o di altre circostanze, sono maggiormente esposti ai rischi e che quindi possono necessitare di particolari misure di protezione.

Secondo le disposizioni attuali, che vanno al di là dell'emergenza sanitaria che ci stiano progressivamente lasciando alle spalle, i lavoratori fragili comprendono persone con patologie croniche o invalidanti, persone con età superiore ai 60 anni, donne in stato di gravidanza, persone con disabilità, persone con fragilità socio-economiche. Queste categorie di lavoratori sono soggette a misure di protezione maggiori e lo smart working continua a rimanere tra le più rilevanti anche nel 2023.