La principale novità sullo smart working da introdurre nel breve periodo è stata prospettata da Marina Elvira Calderone, ministro del Lavoro e delle Politiche sociali.
Laddove applicabile, le aziende sono oggi più disposte ad adottare lo smart working per i dipendenti che svolgono attività compatibili con questa modalità di lavoro. A meno che non sia possibile garantire le medesime condizioni e opportunità rispetto a un dipendente in presenza. In buona sostanza, i lavoratori possono svolgere le proprie attività e mansioni da remoto, utilizzando strumenti tecnologici come computer, cellulare e Internet senza subire uno svantaggio, anche di carriera dalla distanza fisica.
Rispetto a questa situazione di base, non c'è dubbio che gli ultimi complessi anni hanno favorito l'adozione dello smart working e la sua adozione da parte di datori e lavoratori. Ma proprio per via della peculiarità di questa forma di lavoro, sono continui gli interventi del legislatore di revisione delle norme. Anche per il 2023 sono attese novità:
Si tratta in qualche modo di creare una struttura che contempli le esigenze di lavoro a distanza con quelle tradizionali di lavoro in presenza. Anche tenendo conto delle singole specificità per settore e per azienda.
Per quanto riguarda le modalità di svolgimento dello smart working, le aziende devono stipulare un accordo scritto con i lavoratori, che deve contenere le modalità di svolgimento dello smart working, le regole per la gestione dei tempi di lavoro e le modalità di verifica dell'effettivo svolgimento dell'attività lavorativa.
Le aziende sono tenute a garantire che i lavoratori in smart working abbiano accesso alle stesse opportunità di formazione e di carriera dei lavoratori in ufficio e a fornire loro gli strumenti necessari per svolgere la loro attività in modo efficiente e sicuro. Il principio di fondo delle regole sullo smart working in Italia da applicare nel 2023 è lo stesso di sempre: garantire che i lavoratori a distanza possano svolgere la loro attività allo stesso modo e con gli stessi diritti dei lavoratori in presenza. E non solo a livello di retribuzione
Tra le novità più importanti in relazione allo smart working c'è la proroga fino al 31 marzo 2023 per i lavoratori fragili. Si tratta di coloro che, a causa di condizioni di salute o di altre circostanze, sono maggiormente esposti ai rischi e che quindi possono necessitare di particolari misure di protezione.
Secondo le disposizioni attuali, che vanno al di là dell'emergenza sanitaria che ci stiano progressivamente lasciando alle spalle, i lavoratori fragili comprendono persone con patologie croniche o invalidanti, persone con età superiore ai 60 anni, donne in stato di gravidanza, persone con disabilità, persone con fragilità socio-economiche. Queste categorie di lavoratori sono soggette a misure di protezione maggiori e lo smart working continua a rimanere tra le più rilevanti anche nel 2023.