Smart working o orario ridotto per il gran caldo, piano urgente del Governo per Luglio, Agosto e Settembre

di Marianna Quatraro pubblicato il
Smart working o orario ridotto per il gr

Un decreto d'urgenza con una serie di interventi per il grande caldo e il lavoro è stato proposto dal Ministro Calderone e potrebbe diventare già realtà da lunedì

Quando si può chiedere smart working o pause, riposi, permessi per il gran caldo di luglio? Lavorare e concentrarsi a lavoro quando fa molto caldo può diventare pesante e faticoso e ci sono anche diverse attività che diventano decisamente difficili da praticare con il gran caldo. Tuttavia, per lavorare meglio quando fa un gran caldo ci sono regole e accorgimenti che si possono seguire. 

  • Le regole attuali sul lavoro per contrastare il gran caldo tra smart working e pause, riposi e blocco del lavoro
  • Nuove leggi al via approvate di urgenza dal Governo contro questo caldo torrido di Luglio (e agosto-settembre) 2023

Le regole attuali su quando si può richiedere smart working o blocco lavoro, pause e riposi per grande caldo

Secondo quanto previsto dalle leggi aggiornate 2023, non ci sono regole specifiche per lavorare in smart working quando fa un gran caldo, ma è possibile chiedere al proprio datore di lavoro di lavorare in smart working, modalità possibile tramite accordi aziendali, per lavorare sopportando il gran caldo di questo mese di luglio.

Le leggi aggiornate 2023 per lavorare in smart working prevedono, infatti, la possibilità di lavorare in smart working quando fa un gran caldo solo se il lavoratore presenta apposita richiesta al datore di lavoro e quest’ultimo accetta la richiesta e solo previa sottoscrizione di un accordo tra le parti in cui devono essere inseriti diritti e doveri dei lavoratori, termini dello smart working, tempi di riposo e di diritto alla disconnessione.

Quando fa molto caldo e si chiede di lavorare in smartworking è possibile che ci si sposti verso località di mare o montagna o laghi e in questi casi ci sono sempre determinate regole da rispettare.

Chi lavora in smart working lontano dalla sede di lavoro e da casa, magari in un posto di mare, deve lavorare in un luogo sicuro per il dipendente, per cui non va bene lavorare in spiaggia o vicino il mare, o comunque in una situazione che possa mettere a rischio l'integrità fisica; bisogna poi assicurarsi che dove si lavora in smartworking, che sia al mare o in montagna, sia garantita una copertura Internet adeguata, perché in assenza di wifi non si può lavorare regolarmente, e, infine, per lavorare in smart working quando fa molto caldo bisogna comunque sempre decidere gli orari di disconnessione perché il lavoratore deve comunque sempre garantire la prestazione di lavoro ma, d’altro canto, non può essere sempre reperibile.

Facendo, invece, riferimento alle pause, riposi o permessi a lavoro per il gran caldo non ci sono normative specifiche applicabili al momento.  

Se il caldo diventa esagerato, il lavoratore può usufruire di pause, riposi e permessi che può richiedere direttamente al datore di lavoro. Le pause a lavoro sono in generale già previste dai diversi contratti nazionali di lavoro Ccnl durante lo svolgimento delle normali attività lavorative e per legge sono di solito previste pause della durata di almeno dieci minuti di cui fruire in base all'organizzazione aziendale e per quando fa un gran caldo a lavoro non esiste una per legge che preveda pause più lunghe a lavoro.

Ogni datore di lavoro e azienda, comunque, a discrezione può decidere di allungare la pausa. Anche per riposi e permessi, le leggi aggiornate 2023 non prevedono specifici riposi e permessi per i lavoratori nei casi di gran caldo estivo a lavoro.

I singoli contratti prevedono comunque riposi e permessi che i lavoratori si possono prendere a prescindere dal caldo ma solo se il caldo eccessivo è dovuto a malfunzionamenti degli impianti di climatizzazione o ad eventi atmosferici eccezionali.

Precisiamo che per legge, durante la stagione estiva, la temperatura di qualsiasi locale di lavoro deve essere sempre entro i 26-28 gradi centigradi, temperatura massima degli ambienti lavoro in estate. Se le temperature superano i 26 gradi, i datori di lavoro devono garantire ai lavoratori la possibilità di svolgere la loro attività in sicurezza, anche fornendo loro acqua quando il termometro raggiunge i 30 gradi e consentendo più pause.

L’Inps ha, inoltre, precisato che le temperature elevate (superiori a 30 gradi), che impediscono lo svolgimento di alcune tipologie di lavoro in luoghi non proteggibili dal sole o che implicano l’uso di materiali o lo svolgimento di lavorazioni che non sopportano il forte calore, danno diritto al blocco totale del lavoro con la Cig, Cassa Integrazione Ordinaria.

Intervento del Governo con leggi urgenti su "lavoro e caldo", le misure al vaglio

Come detto dalla stessa Ministra Calderone, lunedì il Governo ha deciso di convocare i sindacati, e probabilmente, anche le associazioni imprenditoriali di categorie per fissare un piano emergenziale sul "lavoro e caldo" per i mesi di Luglio, Agosto e Settembre.

Secondo quanto riferito, il Governo sarebbe pronto ad un decreto di urgenza dove vi sarebbe lo smart working obbligatorio in caso di caldo eccessivo che scatterebbe a determinate temperature e, dove non possibile il lavoro a distanza, una modifica degli orari di lavoro con pause e blocchi nelle ore più calde con pause e riposi obbligati, come quelli che si stanno decidendo proprie in queste ore anche in Germania con la cosidetta "Siesta per legge)