Sono stato licenziato, cosa mi aspetta. Aiuti 2022 e indennità disoccupazione
Le norme sul mercato del lavoro cambiano così rapidamente da rendere difficile rimanere al passo con i tempi. Il caso più lampante anche nel 2022 è quello relativo al licenziamento.
Cosa succede nel caso di interruzione del rapporto di lavoro? Quali sono gli aiuti su cui può contare il licenziato? E gli spetta ancora l'indennità di disoccupazione? E qual è il rapporto con il reddito di cittadinanza?
Si tratta delle domande di base perché poi sono anche altre le questioni in cerca di risposta perché quando scatta il licenziamento entrano in gioca la liquidazione, i ratei della tredicesima ed eventualmente quelli della quattordicesima, le ferie e i permessi non goduti, l'indennità sostitutiva del preavviso, la Naspi (Nuova assicurazione sociale per l'impiego) e l'assegno di ricollocazione.
Chi è stato licenziato dal lavoro deve quindi tenere conto di numerosi aspetti perché sono diversi diritti e agevolazioni maturati. Vediamo dunque
Il primo è la maturazione di almeno 13 settimane di contributi negli ultimi 4 anni di lavoro. Il secondo è di aver lavorato per almeno 30 giornate nel corso dell'anno. Il terzo e non meno importante perché è un altro requisito dirimente è la perdita involontaria del lavoro e il rilascio della Dichiarazione d'immediata disponibilità al lavoro (già nota come Did).
L'indennità di disoccupazione 2022 si chiama Naspi e ammonta al 75% dell'imponibile Inps mensile medio degli ultimi 4 anni se è inferiore a 1.208,15 euro. In caso contrario occorre aggiungere il 25% della differenza tra l'imponibile e questa somma, ma con il limite massimo da non oltrepassare di 1.314,30 euro.
In merito alla durata, l'indennità disoccupazione viene corrisposta fino alla metà delle settimane di contributi possedute negli ultimi 4 anni e per non più di 24 mesi, ma con una particolarità: dal quarto mese viene ridotta tutti i mesi del 3%.
L'indennità di disoccupazione è quindi lo strumento principale a cui i lavoratori licenziati possono fare riferimento. Ma poi ci sono quelli strettamente legati all'interruzione del rapporto di lavoro, a iniziare dalla cosiddetta liquidazione ovvero il Tfr (Trattamento di fine rapporto).
Il tutto senza dimenticare il diritto a ricevere i ratei della tredicesima ed eventualmente della quattordicesima mensilità.
A fare la differenza è il Ccnl applicato, ma non bisogna dimenticare che lo stipendio annuale aggiuntivo non viene corrisposto nei casi di assenza per malattia oltre il periodo di comporto, aspettativa non retribuita, assenza per permessi non retribuiti, astensione per malattia del figlio e astensione per maternità facoltativa (congedo parentale).
Il lavoratore licenziato conserva anche il diritto al pagamento delle ferie e dei permessi non goduti.
Infine, tra le novità da ricordare, c'è l'assegno di ricollocazione che non viene erogato dal quarto mese di ricezione dell'assegno di disoccupazione, ma solo ai titolari del reddito di cittadinanza 2022 che spetta a chi trova senza lavoro per un importo massimo di 780 euro al mese, e ai lavoratori in cassa integrazione con ricollocazione anticipata.