Straordinari obbligatori, in quali casi
Quando si parla di straordinari si entra in un terreno spinoso perché poi non è mai chiaro a tutti quando sono obbligatori e quando il lavoratore può fare scelte differenti.
Anche nei momenti di maggiore difficoltà (o forse proprio per questo), le aziende ricorrono al lavoro straordinario. Ma senza scomodare i periodo di crisi, in alcuni periodo dell'anno possono esserci dei picchi produttivi per cui si richiede una presenza extra al lavoratore.
Per quest'ultimi offrire la propria disponibilità per qualche ora in più significa migliorare la busta paga alla fine del mese menrte per il datore di lavoro vuol dire riuscire a rispondere nel migliore dei modi ai momenti più critici in cui c'è bisogno di maggiore impegno da parte di tutta la forza lavorativa.
Ma quando si parla di straordinari si entra in un terreno spinoso perché poi non è mai chiaro a tutti quando sono obbligatori e quando il lavoratore può fare scelte differenti rispetto a quelle proposte dal datore di lavoro. Vediamo allora in questo articolo
Prima di entrare nei dettagli e scoprire quando sono obbligatori gli straordinari, è importante far presente quale sia l'orario massimo di lavoro. La normativa in vigore prevede infatti che l'orario massimo su base settimanale non possa essere maggiore di 48 ore e in questa cifra sono compresi anche gli straordinari.
Queste ore aggiuntive sono facoltative, tuttavia in alcuni casi il dipendente non può sottrarsi alla richiesta del datore di lavoro. Sono tre in particolare le circostanze per cui sono obbligatori gli straordinari. La prima è in occasione di eventi come mostre, fiere e manifestazioni collegate all'attività produttiva.
Spesso e volentieri sono proprio questi i momenti principali per un'azienda per fare affari. La seconda circostanza per cui gli straordinari sono obbligatori è in caso di esigenze tecnico-produttive eccezionali.
Pensiamo ad esempio ai giorni concitati del lancio di un nuovo prodotto. Infine, ma non di minore importanza, se a stabilirlo è il Contratto collettivo nazionale di lavoro di appartenenza.
Accanto ai casi in cui il lavoratore non può affatto dire di no, ci sono quelli in cui può invece fare un passo indietro senza temere di subire alcuna conseguenza disciplinare o economico.
Ricordando ancora una volta che il punto di riferimento per ogni assunto è il Contratto collettivo nazionale di lavoro applicato, il primo caso per cui si possono non fare gli straordinari è la sussistenza di un motivo di rilevante gravità che impedisce la prestazione. Deve cioè essere comprovato e giustificato.
C'è poi un secondo caso, ancora più semplice da dirimere, ed è quello del lavoratore studente. Infine, ma di certo non di minore importanza, il dipendente può di certo no fare gli straordinari se il datore non si è comportato secondo i principi di buona fede e correttezza.
Ad esempio se la richiesta avanzata di lavorare di più non trova sostegno in ragioni aziendali prevalenti. In questa circostanza può dire no e non temere conseguenze.