Il lavoro straordinario comporta una maggiorazione sulla busta paga in base al numero di ore aggiuntive. Ma perché il netto è così inferiore al lordo?
Nulla è lasciato al caso perché anche nel caso del lavoro straordinario occorre fare riferimento alle norme aggiornate per la sua disciplina. E in effetti sono tanti gli aspetti che possono essere oggetto di discussione: quante ore è possibile fare al mese e quante ne conviene davvero fare.
E poi se è necessario timbrare il cartellino e, molto semplicemente come si calcolano ovvero come si passa dal lordo al netto. Proprio questo è un aspetto chiave perché spesso e volentieri dopo aver effettuato una o più ore di lavoro, il dipendente si trova in busta paga una cifra inferiore a quanto immaginato.
Succede perché dal passaggio dal lordo al netto, la somma viene sfrondata tra ritenute, tasse e contributi e di conseguenza è importante sapere come si calcola il guadagno netto degli straordinari sul lavoro.
Il concetto di fondo è che il lavoro straordinario comporta una maggiorazione in busta paga in base al numero di ore aggiuntive. Il calcolo del guadagno netto per gli straordinari sul lavoro non è un'operazione complicata ma occorre eseguirlo con molta attenzione avendo la busta paga in una mano e una calcolatrice nell'altro.
In questo modo è possibile conoscere con precisione l'importo, ma una precisazione è indispensabile perché non tutte le ore di straordinario sul lavoro sono pagate allo stesso modo.
Occorre fare sempre riferimento al proprio Contratto collettivo nazionale del lavoro, da dove si scopre che, nella maggior parte dei casi e ove previsto, a fare la differenza non è solo la quantità di ore aggiuntive prestate. Ma anche il momento della giornata in cui sono effettuati gli straordinari. In linea di massima, il surplus in busta paga è pari al
Nella riga corrispondente dovrebbe essere segnalata anche la retribuzione lorda. Dovrebbe appunto, perché in caso contrario occorre procedere con il calcolo manuale.
Il calcolo della remunerazione delle ore di straordinario è semplice: basta calcolare l'importo dello stipendio lordo annuo e dividerlo per 12 ovvero il numero di mensilità, senza tenere conto di quelle aggiuntive (una o due in base al tipo di contratto).
A quel punto occorre dividere questa cifra per il numero di ore di lavoro al mese. A tal proposito è utile sapere che la legge non fissa un orario giornaliero di lavoro, ma si limita a stabilire il limite massimo settimanale di 40 ore. Non fissa neanche l'obbligo di timbrare il cartellino poiché si tratta di una facoltà dell'azienda sulla base dell'organizzazione interna del lavoro.
Non è finita perché la cifra ottenuta non è quella definitiva in quanto occorre sottrarre le ritenute previste per legge. Nel caso in cui la cassa di previdenza è quella dell'Inps bisogna allora eliminare il 9,19% dell'importo lordo per contributi sociali.
L'importo va sommato all'imponibile Irpef e tassato con l'aliquota marginale Irpef, differente in base alo scaglione di reddito. E come sarà facile desumere dal risultato finale, la cifra inferiore è considerevolmente inferiore rispetto a quella di partenza.
La procedura per il calcolo degli straordinari in busta paga ovvero il passaggio dal lordo al netto è quella generale. Vuol dire che prima di procedere con sottrazioni e divisioni è necessario informarsi con attenzione alle aliquote applicate e allo scaglione di reddito di appartenenza.
Provando a fare un esempio concreto, nel caso di un stipendio da 30.000 euro all'anno con un contratto di 38 ore a settimana, l'imposta Irpef lorda è pari al 38%. Calcolo dopo calcolo, l'ora di straordinario è di 8,80 euro ovvero una cifra molto più bassa dell'importo lordo.