Turni di lavoro 2023 leggi in vigore, normative e contratti nazionali
Qualunque sia il Ccnl ovvero il Contratto collettivo nazionale di lavoro applicato, la regola di base prevede nessun dipendente può essere impiegato senza mai fermarsi sia nell'arco di una giornata e sia di una intera settimana.
Ne conseguenza che all'interno dello stesso ambiente di lavoro, ad esempio un'azienda, non devono essere applicati diversità di trattamento rispetto alla normativa nazionale sui turni di lavoro.
Il problema può però nascere da basi diverse ovvero non è da ricercare nella corretta applicazione delle leggi in vigore, quanto piuttosto nella difficoltà da parte dei lavoratori di riuscire a far conciliare tutte le esigenze.
Può infatti capitare - e in effetti, a giudicare dai numerosi ricorsi al giudice per fare valere le rispettive ragioni, accade spesso - che non ci sia accordo tra gli stessi lavoratori in merito alla distribuzione dei turni di lavoro nel periodo di tempo preso in considerazione. Vediamo allora nel dettaglio
Come tale viene infatti definito quelli in cui più dipendenti sono occupati nelle stesse mansioni e di conseguenza, anche per via dell'incrocio con le regole sul lavoro, si pone la necessità dell'alternanza su base giornaliera o settimanale. Va da sé che questa esigenza diventa avvertita laddove sa necessario mantenere lo stesso livello di produzione per più tempo e senza pause.
Ecco quindi per conoscere tutti i dettagli su modalità e termini occorre prendere in mano il Contratto collettivo nazionale di lavoro di appartenenza tra Edilizia e Legno, Chimica, Terziario e Servizi, Agricoltura e Allevamento, Poligrafici e Spettacolo, Dirigenti Settore Privato, Meccanici, Alimentari, Turismo,Enti e Istituzioni Private, Tessili, Credito ed Assicurazioni, Trasporti, Marittimi, Enti Pubblici.
Ecco dunque che la risoluzione dei problemi dovrebbe arrivare dalla consultazione del Ccnl applicato. Dovrebbe, appunto, perché non sempre si trova la risposta perché non tutti prevedono disposizioni dettagliate.
In quel caso spetta al datore di lavoro decidere i turni di lavoro rispettando il principio della parità di trattamento, ma anche delle leggi in vigore. In particolare è chiamato a comunicare con il corretto preavviso i turni di lavoro per non mettere i dipendenti in difficoltà nella gestione della vita personale.
Non è indicato un numero di giorni ben preciso entro cui rendere noti i tempi del preavviso, ma valgono i principi di buona fede e correttezza tenendo conto dell'attività svolta e dei casi particolari.
E naturalmente deve tenere conto dell'orario massimo settimanale di 40 ore, che diventano 48 nel caso di aggiunta delle ore di straordinario) così come del limite giornaliero alla prestazione lavorativa in relazione ai tempi di riposo del dipendente. A ciascuno di loro spettano infatti almeno 11 ore di riposo consecutive.