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Il ruolo e il compenso del Cargiver riconosciuto come lavoro in DDL Locatelli e Manovra Finanziaria 2026

di Marcello Tansini pubblicato il
ruolo compenso Cargiver DDL Locatelli

Proposto un Ddl per il riconoscimento del cargiver per l'assistenza familiare a disabili come lavoro e con compenso: cosa prevede nel dettaglio e tempi annunciati di discussione

Negli ultimi anni il dibattito pubblico e politico in Italia si è concentrato sul tema dell’assistenza domestica alle persone con disabilità e non autosufficienza. La figura del caregiver, spesso familiare stretto, ha assunto un rilievo crescente, portando alla luce l’enorme carico emotivo, fisico e sociale sopportato quotidianamente da milioni di cittadini. Il riconoscimento formale del valore di questo impegno rappresenta una tappa importante verso una maggiore tutela dei diritti e un nuovo inquadramento del lavoro di cura.

Il percorso normativo ha avuto diverse tappe: dopo anni di misure regionali, bonus discontinui e una legislazione frammentaria, nel 2026 si apre una fase nuova con l’istituzione di un fondo dedicato e la presentazione di un disegno di legge (DDL) specifico, promosso dalla Ministra per la Disabilità, Alessandra Locatelli.

L’obiettivo dichiarato delle nuove iniziative legislative è offrire tutele certe e una cornice di diritti, delineando anche un riconoscimento economico per chi dedica la propria esistenza a sostenere familiari in condizioni critiche.

Il nuovo Fondo per i caregiver familiari nella Manovra 2026 e le sue risorse economiche

La Manovra Finanziaria 2026 ha istituito un fondo ad hoc destinato a sostenere iniziative legislative dedicate ai caregiver italiani, inaugurando così per la prima volta una prospettiva strutturale. Per il 2026 sono stanziati 1,15 milioni di euro per la fase iniziale di censimento e preparazione, mentre a partire dal 2027 le risorse saliranno a 207 milioni annui.

Nel dettaglio, il primo anno sarà dedicato principalmente alla costruzione di una piattaforma INPS destinata a identificare e censire la platea degli aventi diritto, rendendo possibili verifiche più trasparenti e veloci sull’idoneità per i beneficiari delle future misure. Dal 2027, le risorse potranno essere indirizzate all’erogazione di veri e propri contributi economici, in particolare per i caregiver conviventi e con carichi di assistenza più elevati.

Il fondo, che rappresenta una novità rispetto ai precedenti interventi straordinari, è inteso come strumento finanziario strutturale, sebbene molte associazioni abbiano già fatto notare che il volume delle risorse resta largamente inferiore rispetto alla dimensione del fenomeno. In Italia si stimano oltre 7 milioni di caregiver, ma la dotazione annuale consentirà di coprire solo una quota limitata (circa 52.000 beneficiari l’anno) tra coloro che rientrano nei criteri più stringenti fissati dalla normativa.

Nel periodo transitorio sarà potenziata la raccolta dati e la costruzione della piattaforma nazionale di riferimento.

Dal 2027, i fondi serviranno all’erogazione di bonus trimestrali fino a 1.200 euro, per chi rientra nella fascia di maggiore carico assistenziale.

Il percorso legislativo in corso mira dunque a stabilire per la prima volta una copertura finanziaria pluriennale, orientata alla protezione di chi svolge attività di cura non professionale, accompagnando al sostegno diretto anche l’obiettivo di una regolamentazione nazionale omogenea.

Il DDL Locatelli: definizione della figura del caregiver e criteri di accesso al contributo

Il disegno di legge Locatelli rappresenta il fulcro della nuova normativa, fissando criteri chiari e progressivi nella definizione del caregiver. La figura riconosciuta è quella di chi si prende cura in modo non professionale di una persona con disabilità accertata ai sensi della Legge 104, di certificazioni di non autosufficienza o attraverso futuri decreti attuativi della riforma dell’assistenza agli anziani.

Possono essere caregiver:

  • Coniuge, partner o convivente di fatto;
  • Parenti e affini entro il secondo grado.
È riconosciuta una pluralità di caregivers per ciascuna persona con disabilità, purché sia salvaguardato il requisito della convivenza (ad eccezione di uno dei genitori).
Il principale criterio di accesso ai benefici economici previsti dal DDL si basa sul carico settimanale di ore di assistenza e sulla convivenza con la persona assistita. Si distingue, infatti, tra:
  • caregiver familiare prevalente con un carico assistenziale uguale o superiore a 91 ore settimanali convivente con una persona in condizione di non autosufficienza;
  • caregiver familiare convivente con la persona assistita con un carico di assistenza uguale o superiore a 30 ore e inferiore a 91 ore settimanali;
  • caregiver familiare non convivente con la persona assistita con un carico di assistenza uguale o superiore a 30 ore settimanali;
  • caregiver familiare convivente o non convivente con la persona assistita con un carico di assistenza uguale o superiore a dieci ore settimanali e inferiore a 30 ore settimanali.
Infine, la norma stabilisce un compenso economico per cargiver che abbiano un valore Isee pari a 15mila euro, che non svolgano un’attività lavorativa o, nel caso in cui lo facciano, abbiano un reddito entro i 3mila euro lordi annui. All’inizio l’importo trimestrale sarà fino a 1.200 euro.

Requisiti fondamentali per il contributo economico:

  • Carico assistenziale superiore a 91 ore settimanali per i bonus massimi;
  • Convivenza con il destinatario dell’assistenza (salvo casi particolari della genitorialità);
  • Reddito da lavoro del caregiver non superiore a 3.000 euro lordi annui per l’accesso al beneficio massimo;
  • ISEE al di sotto delle soglie previste (variabili a seconda delle fasce);
  • Il contributo non incide sul calcolo ISEE e non concorre alla formazione del reddito.

Le fasce di tutela: chi ha diritto al compenso e con quali limiti

Un elemento distintivo del nuovo impianto normativo è la suddivisione in quattro fasce di tutela legate all’intensità dell’impegno assistenziale e alla convivenza. Questo modello intende offrire una misura graduata di protezione e sostegno, concentrando il maggior impatto finanziario sulla categoria dei caregiver prevalenti.
Fascia Ore settimanali di assistenza Convivenza Tutele e contributi
1 Oltre 91 ore Bonus fino a 4.800 euro annui
2 30-91 ore Misure non economiche o di entità inferiore
3 30-91 ore No Tutele non economiche a scalare
4 10-30 ore Sì/No Tutele non economiche residue

È dunque solo la prima categoria, cioè chi supera le 91 ore settimanali e convive con la persona assistita, a poter accedere al contributo massimo previsto. Questa misura è pensata per chi dedica all’assistenza almeno 13 ore al giorno, ogni giorno dell’anno, e che difficilmente può conciliare qualsiasi altra attività lavorativa esterna.

Il benefit economico, nelle sue diverse forme, è invece negato a chi si trova in condizioni di assistenza meno intensa o non convive. Permane tuttavia la compatibilità con misure regionali e la possibilità di integrazioni tutelari in futuro. Per la selezione dei beneficiari, il limite ISEE e il reddito individuale rappresentano altri filtri restrittivi, con particolare attenzione rivolta alle condizioni di maggiore fragilità economica e sociale.

Tempi dell’iter parlamentare e prospettive future per i caregiver in Italia

Il percorso di approvazione della normativa è strettamente collegato alla Manovra Finanziaria 2026. Secondo la Ministra Locatelli, dopo l’approvazione della Manovra, attesa entro la fine del 2025, il disegno di legge approderà in Consiglio dei Ministri (cioè a gennaio 2026) e subito dopo inizierà l’iter parlamentare.

L’applicazione delle misure economiche vere e proprie avverrà, però, solo dal 2027, dopo la piena attivazione della piattaforma INPS e l’individuazione della platea dei beneficiari.