Tesla Model S per minare criptovalute
Elon Musk riesce di nuovo a fa parlare di sè, con un tweet su una Tesla pronta a partire nello spazio verso Marte.
Sempre al centro dell'attenzione, anche con quete due storie puttosto curiose oltre che con le sue invenzioni. STiamo aplando di Elon Musk.
E ora una ulteriore innovazione dopo quella raccontata sotto che avrebbe avuto dell'eccezionale, raccontata irettamente o meglio annunciata in un tweet dalll'incredibile Elon Musk capace di farparlare sempre di sì.
Nel suo tweet, Elon Musk dichiarava che una Tesla sarebbe andata nello spazio in orbita verso Marte grazie ad una altra delle sue innovazioni su cui sta lavorando ovvero Falcon 9 Heavy, il vettore con cui ha l'obiettivo di portare l'uomo su Marte prima di tutti. E ci poteva anche credere, come spiega il sito The Verge, visto che la capacità e la potenze la ha tutte rispetto ad una Tesla. Ma è chiaramente uno scherzo come rivelato dallo stesso sito , web magazine e confermato, poi, da Elon Musk.
Tra l'altro il progetto del Falcon 9 Heavy ha avuto parecchi fallimenti, ed è uno di quelli più difficili che si possa realizzare anche nel prossimo futuro econdo gli analisti. E ilr esto sotto sarà, vero? Una domanda sorge spontanea
Sono due delle innovazioni che stanno caratterizzando il mondo d'oggi. Da una parte ci sono le auto elettriche realizzate da Tesla. Non vetture comuni, ma stilose e potenti, praticamente irresistibili. Dall'altra ci sono i Bitcoin, la criptovaluta che è uscita dallo scantinato in cui è rimasta fino ad adesso per arrivare a quotazioni record (tra i 10 e gli 11.000 dollari) e a diventare oggetto di discussione tra le grandi istituzioni finanziarie del mondo. Ecco, proviamo a pensare adesso cosa potrebbe succedere se le due cose si unissero ovvero quali sarebbero le esplosive conseguenze per un settore che non riesce a stare fermo e va avanti a colpi di innovazione. A scoprirlo ci ha pensato il proprietario di una Tesla Model S che ha ingegnosamente sfruttare la sua auto elettrica per minare alla ricerca di Bitcoin senza pagare la corrente elettrica.
Qualunque sia la criptovaluta, si essa Bitcon o altro, non c'è alcuna banca centrale a emetterli. Anche perché si tratta di una valuta digitale e non fisica. Per crearla è necessaria l'operazione di mining ovvero di estrazione. In pratica si scava tra i blocchi alla ricerca di nuove monete. Non tutto è così semplice e immediato perché occorre una grande quantità di energia e non a caso esistono le mining farm ovvero capannoni carichi di server per minare, che hanno bisogno di un continuo monitoraggio per evitare pericolosi surriscaldamenti. Ebbene il possessore della Tesla Model S ha pensato di installare un computer per il mining nel bagagliaio dell'auto. L'intuizione si è rivelata vincente perché il sistema di alimentazione della Tesla è statao così sfruttato per minare Bitcoin. Il computer è alimentato dal circuito elettrico così da fare riferimento alle ricariche veloci delle Tesla.
Ma perché questa operazione è gratuita? Semplice: negli Stati Uniti le stazioni Tesla Supercharger sono gratis per la maggior parte dei possessori di veicoli di questo brand. Di conseguenza questo stratagemma annulla i costi legati all'utilizzo della corrente elettrica per alimentare i sistemi di elaborazione dati del mining. Ma fino a quando sarà possibile? E come metterla con il calore generato nel piccolo spazio del bagagliaio?
Il mining è allora il processo che fa eseguire all'hardware del computer calcoli matematici per creare nuovi Bitcoin (o altre criptovalute esistenti sul mercato digitale) e di confermare le transazioni per aumentare la sicurezza della rete. Se esiste il mining allora ci sono i miners. Si tratta di quelle persone che estraggono algoritmi utilizzando hardware dei loro PC ed elettricità (anche sfruttando eventualmente le auto Tesla, come in questo caso). Come ricompensa per il lavoro svolto, incassano commissioni sulle transazioni. Spesso non lavorano soli, ma in coppia o anche in un gruppo ben più numeroso. Ed ecco allora le mining pool ovvero i team di miners che genera Bitcoin in modo collettivo. La maggior potenza di calcolo richiesta è la premessa di base per unire le potenze computazionali.
Innanzitutto i numeri: quasi 5 milioni di auto elettriche sulle strade italiane entro il 2030. Per raggiungerlo la Strategia energetica nazionale prevede diverse strade, ma come precisato dal ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda, gli incentivi alla vecchia maniera non bastano. Insomma, nessuna rottamazione vecchio stile, ma transizione graduale e ragionata, anche attraverso incentivi, verso diversi nuovi modelli di auto alimentati non solo in maniera elettrica, ma anche a gas, oltre i mezzi ibridi. La Sen prevede la promozione, in linea con la normativa europea, del passaggio verso tipologie di carburanti a bassa emissione di gas serra durante il ciclo di vita e a basso consumo di suolo. Sia per gli obiettivi rinnovabili sia per l'efficienza energetica, è atteso un forte ampliamento nel lungo termine del mercato mondiale dell'auto elettrica.
E tra questi si inzia anche con il bollo auto per le auto ibride che snon si paga in alcune regioni per 5 anni o vari sconti per le auto che inquinano meno. Ma decisioni importanti stannoa rrivando anche a livello cenrale con Berlusconi che vorrebbe cancellare il bollo auto, mentre il centro sinita abbassarle per auto meno inquianti, ma alzarlo per quelle costano di più.
Sono partiti i primi controlli su strada in automatico sulle targhe per capire chi non paga le assicurazioni auto anche se non mancano i limiti al momento più normativi che tecnici. E poi proseguono le truffe sempre maggiori.
La norma c'è ed è stata introdotta da una manciata di settimana e qualche iniziale controllo è scattato, ma più per test che altro, perchè vi davvero diversi problemi. La legge prevede che le pattuglie delle forze dell'ordine equipaggiate con lo strumento per la lettura delle auto in transito sulle strade italiane, possano individuare subito gli evasori dell'assicurazione. Il punto è che si verifica una sovrapposizione tra le norme norme e quelle precedenti, con il risultato di provocare confusione e difficoltà di applicazione. La prova che le idee su come procedere non sono chiare? Non è ancora pronta la circolare operativa del Viminale. Il nodo principale riguarda i documenti: occorre notificare un verbale per assenza di assicurazione auto e invitare il proprietario del veicolo a esibire i documenti oppure basta la fotografia che testimonia come il veicolo sia in circolazione senza copertura come da banca dati? Basta insomma la verifica automatica? Se la risposta è affermativa perché il passaggio fisico non è stato cancellato?
Ma quali sono le sanzioni adesso in vigore? E cosa prevedono i controlli attuali? In caso di circolazione senza assicurazione auto, occorre fare riferimento all'articolo 193 del Codice della strada. Dopo aver ribadito l'obbligo di dotarsi di copertura da parte dei veicoli a motore senza guida di rotaie, compresi i filoveicoli e i rimorchi, viene stabilito che chiunque circoli senza assicurazione viene multato con una cifra variabile da 848 a 3.393 euro. Tuttavia l'importo viene ridotta a un quarto se l'assicurazione viene attivata entro 15 giorni dalla sanzione. Allo stesso tempo, viene ridotta sempre a un quarto se entro 30 giorni dalla contestazione, l'automobilista provvede alla demolizione del mezzo. La confisca si evita pagando la sanzione e dimostrando di aver pagato una copertura almeno per i successivi sei mese e le spese di sequestro o rottamando il mezzo.
Siamo dunque davanti a un sistema piuttosto complesso, rispetto a cui non a caso con una certa cadenza arrivano proposte di semplificazione ovvero di rendere le norme più fluide, anche con l'utilizzo delle nuove tecnologie. Già da anni molti corpi di polizia effettuano controlli con strumenti più aggiornati. Il punto è che si tratta di casi isolati perché non c'erano le condizioni di legge per un'applicazione automatica. Succede allora che l'apparecchio legge la targa dei mezzi in transito e trasmette gli allarmi su quelli che risultano scoperti a una pattuglia, che ferma i veicoli segnalati e verifica i documenti. Ciò richiede personale e non consente di fermare tutti i trasgressori. Le buone intenzioni per diventare efficaci devono dunque fare i conti anche con la realtà dei fatti.
Di certo c'è in Italia l'assicurazione auto è obbligatoria. In particolare ogni veicolo a motore per poter circolare deve essere necessariamente coperto da una assicurazione auto rilasciata da una impresa abilitata. Da parte loro, le società di assicurazione sono tenute ad accettare le richieste di copertura da parte dei consumatori. L'eventuale rifiuto di rilasciare la polizza va segnalato all'Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni per gli accertamenti e le conseguenti iniziative di vigilanza. Le società hanno l'obbligo di accettare la richiesta di copertura applicando le condizioni di polizza e le tariffe che hanno stabilito e reso pubbliche. Prima di concludere il contratto, le stesse società possono verificare l'identità del contraente e dell'intestatario del veicolo e i dati contenuti nell'attestato di rischio per poter attribuire la corretta classe di merito.
Se la compagnia, una volta stipulato il contratto con il possessore dell'auto, dovesse accertare che il contraente non aveva diritto alla classe di merito assegnata, può procedere a rettifica, applicando i conseguenti correttivi tariffari. In ogni caso, le società non possono condizionare il rilascio dell'assicurazione auto alla sottoscrizione di qualunque altro contratto, tranne che nel caso di polizza con clausola di franchigia a recupero garantito.
Con la bicicletta di Batman, l’Italia si impone ancora una volta nel panorama delle belle invenzioni mondiali, primeggiando in fatto di innovazione. La bicicletta di Batman è una e-bike che esteticamente è molto simile ad una moto ma caratterizzata da un design decisamente futuristico rispetto a quello di una tradizionale bici: è dotata di un motorino, ha un telaio realizzato quasi interamente in carbonio, integra una batteria che vanta, secondo quanto dichiarato, un’autonomia fino a 80 chilometri, pesa 35 chili ed è in grado di andare a 25 km/h.
L’ideatore di questa innovativa bici, Filippo, ha chiaramente spiegato che per la realizzazione di Carbon Vip e Carbon Club, bici uguali nelle novità ma diverse per dimensioni, ammortizzatori e gomme, è stato scelto il motore italiano, marchiato Bikee Bike, reggiani ma con l’azienda a Mantova, adatto ad ogni tipo di superficie. E si è tratta di una scelta che ha portato questa bella novità a trionfare sul mercato delle innovazioni, tanto da approdare all’Interbike di Los Angeles, considerata tra le fiere di settore più importanti al mondo, e da presentarsi al Gran Premio di F1 in Messico e ad altre fiere del lusso.
E i progetti di espansione non finiscono qui: dopo questo gradissimo successo odiale, Filippo ha annunciato di essere a lavoro sulla fase due, cioè il completamento della gamma. E l’intenzione sarebbe quella di svelare, in breve tempo, prima la Ultra Carbon con un motore da 3mila watt, per poi concentrarsi sull’impiego del titanio come materiale per la produzione. I primi esemplari della ‘bicicletta di Batman’, i cui costi sono di 5.400 euro per la versione base e due mila euro in più per la versione top class, hanno raggiunto un immediato sold out riscuotendo un vero e proprio boom negli Usa, in Germania e in Inghilterra, ma vendite sono state registrate anche in Giappone, Corea e Africa.
Davvero una bella vicenda quella dell'ingenere italiano che ha inevtato e brevettato la pila che dura in eterno e che la dimostrazione della grande capacità tecnologia e innovativa tutta italiana. Ma è anche una storia che esemplifica come da noi, per fare qualcosa di buono, occorre avere grinta, sapersi muovere da soli e spendere i propri soldi.
Una pila che duri per sempre in eterno, o quasi è quella inventata e brevettata da un Gianni Lisini, ricercatore italiano.
Gianni Lisini è un ingenere elettronico con specializzazione in astofisica che lavora presso lo Iuss di Pavia, quarantenne, vive a Voghera.
Come racconta lui stesso ha lavorato da solo al progetto e tutto a suo carica l'ha brevettata prima in Italia e poi in tutto il mondo con dei costi non da poco e una procedura non così immediata. L'ha fatta nel 2014 e dopo un anno l'idea era esclusivamente sua, di sua proprietà.
E ora la batteria, che non dura per sempre, ma ben 20 anni è stata, finalmente, resa pubblica e fatta conoscere al mondo a Pisa, durante, il Jotto Fair.
La batteria è stata creata con un accumulatore chimico affiancato da un condensatore innovativo che può avere 5mila Farad e dunque poter effettuare infinite cariche e scariche. E il brevetto illustra come unire questi due sistemi e farli funzionare.
E ora vi già diverse imprese che lo stano contattando e stanno provando le sue batterie, fino realizzate in due prototipi.
E gli ambiti di utilizzo sono davvero tanti, basti pensare al trasporto pubblico elettrico con iìveicoli che potrebbero andare per 20 anni senza nessun ricamabio di batteria.
E al momento si stanno testando queste super batterie in una centralina per il meteo.
Space Rider è un veicolo autonomo dotato di sistema di rientro senza equipaggio che diventa finalmente realtà dopo la firma contratto tra l’Agenzia Spaziale Europa e i co-contractor, Thlaes Alenia Space (Thales-Leonardo) e la ELV (European Launch Vehicle, società costituita da Avio e dall'Agenzia Spaziale Italiana) che per la progettazione e lo sviluppo preliminare del sistema di trasporto. Space Rider rappresenta l’evoluzione della capsula di rientro europea IXV, realizzata in Italia con l'ASI, protagonista del volo di prova nel 2015.
Responsabile dello sviluppo del modulo di rientro (Rm) dello Space Rider è la Thales Alenia Space, mentre la Elv si occuperà di sviluppare il modulo di servizio derivato dallo stadio superiore del lanciatore Vega C, chiamato Avum (Attitude and Vernier Upper Module). Dopo la versione avanzata di quest’ultimo, il Vega C, che dovrebbe iniziare a volare nel 2019, è arrivato il via libera anche alla realizzazione dopo il 2025 del Vega E, il Vega Evolution, e il contratto da 53 milioni di euro è stato firmato proprio oggi a Parigi dal direttore dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa) per il trasporto spaziale, Daniel Neuenschwander, e Andrea Preve, amministratore delegato della Elv, (European Launch Vehicle).
Si tratta della storia della creazione della prima auto elettrica chiamata Tua prodotta dalla Tua Industries, per la prima volta un veicolo elettrico realizzao interamente in Italia in Puglia nello stabilimento di Modugno.
Tua è una minicar che pesa solo 60 Kg, totalmente in alluminio e può andare senza ricarica per 200 Km e sarà venduta entro la prossima estate rivolgendosi sia ai clienti privati che imprese oltre ai veicoli commerciali in una ulteriori edizione. Sarà venduta sul territorio, in tutte le regioni, ma anche online, spiegano i dirigenti della nuova industria. Anche il prezzo sarà molto interessante, in quanto Tua nell'edizione base costerà 10mila euro
La Tua Industries nasce dalla Om Carrelli una azienda a Modugno prodottrice di carrelli industriali di proprietà della Kion, società tedesca, leader mondiale del settore. Nonostante la spesa di ben 23 milioni di euro per cercare di sostenere la produzione, parte dei soldi anche pubblici per i vari sostegni e aiuti statali e ragionali, Kion aveva deciso di chiudere la fabbrica italiana nel 2013 e di spostarla ad Amburgo licenziando tutti i dipendenti che erano circa 320.
A questo punto ci fu l'occupazione della fabbrica con la ragione e il comune, nonchè lo stato e i sindacati che cercavano di chiudere positivamente la vicenda, ma senza risultati.
Anzi, a Luglio la società tedesca riuscì a spostare gran parte del materiale e dei mezzi che erano bloccati dal presidio degli operai in fabbrica, con momenti di forte tensione che solo l'intervento delle autorità riuscì a tranquilizzare.
Quando tutto sembrava perso un fondo Usa, nel 2015, si presenta pronto per rilanciare la fabbrica per produrre auto elettriche ed è pronto ad investire 120 milioni di euro per due fabbriche, di cui alla fine rimarrà solo quella di Modugno. Il progetto va avanti e a dicembre viene completamente sigliata l'intesa tra Lcv Capital Management e il Ministero dello Sviluppo Economico.
E, dunque, veniamo alla stretta, attualità con questo sabato 9 Settembre, dove Tua è stata presentata alla Fiera del Levante alla presenza anche del Capo della Regione Emiliano che si è detto profondamente soddisfatto. L'amministrator delegato della nuova impresa ha spiegato gli obiettivi industriali e l'obiettivo di assumere jon solo gli operai della precedente azienda almeno quelli che ancora nel frattempo sono rimasti senza lavoro ma arrivare a fare nuove assunzioni fino a dessere oltre 400 addetti. E lo scopo è chiaro e semplice, riuscire a vendere la prima Tua entro l'estate.